File not found
investimenti

Elezioni 2022, il Movimento 5 Stelle prepara le autocandidature

Giuseppe Conte ricoverato in ospedale per intossicazione alimentare: come sta oraPolemiche sul post del consigliere di FdI: “Il Pd manderà in tv Schindler’s List ed Anna Frank”Dimissioni di Draghi, tutte le riforme che ora sono bloccate

post image

Caso Russia, Mosca si intromette nella campagna elettorale italiana? La risposta dei partitiQuale che sia l’esito del processo contro l’azienda,BlackRock ci sono aspetti politici molto rilevanti che riguardano sia il ruolo causale e le responsabilità di Eni e aziende simili nel produrre cambiamento climatico pericoloso, sia l’opportunità di intentare una causa del genere. Si possono veramente tracciare legami fra il comportamento di un’azienda e il cambiamento climatico? Le catene causali che producono cambiamenti pericolosi nel clima sono complesse e non lineariVenerdì 16 febbraio si è tenuta la prima udienza della causa intentata da Re:Common, Greenpeace e altri contro Eni, ministero dell’Economia e delle Finanze e Cassa Depositi e Prestiti – il primo caso italiano di contenzioso climatico diretto, in cui le politiche climatiche sono oggetto del procedimento, come ha già raccontato su queste pagine Ferdinando Cotugno.Re:Common e Greenpeace chiedono che il giudice imponga ad Eni di contribuire di più all’abbattimento delle emissioni, modificando il proprio piano industriale.Ciò perché Eni ha prodotto una parte identificabile delle emissioni globali nel passato. In virtù della sua responsabilità storica, l’azienda avrebbe il dovere di compensare i danni del passato e prevenire possibili danni futuri.È difficile andare nel merito giuridico di tutto questo (e non ne avrei le competenze). Le parti si sono già scambiate varie memorie e perizie (che Re:Common ha deciso di rendere pubbliche).Ma, quale che sia l’esito del processo, ci sono aspetti politici molto rilevanti che riguardano sia il ruolo causale e le responsabilità di Eni e aziende simili nel produrre cambiamento climatico pericoloso, sia l’opportunità di intentare una causa del genere. Si tratta di aspetti che ciascun cittadino e consumatore dovrebbe conoscere e su cui dovrebbe riflettere.Si possono veramente tracciare legami fra il comportamento di un’azienda e il cambiamento climatico? Le catene causali che producono cambiamenti pericolosi nel clima sono complesse e non lineari.Questione di sistemaNessuno da solo, neanche un’azienda così grande, può essere la causa unica del cambiamento climatico. Gli effetti sul clima sono prodotti dallo stile di vita che milioni di persone hanno adottato negli ultimi due secoli.Non basta una sola azienda: ci vuole un intero sistema economico. Peraltro, le aziende vendono un prodotto, ma sono i loro consumatori a farne uso.La maggior parte di emissioni non derivano dall’estrazione o dal trasporto del petrolio o del gas, ma dal fatto che tutti noi usiamo i combustibili fossili. Siamo anche, e soprattutto noi, responsabili delle emissioni che produciamo grazie ai combustibili forniti da Eni e altre aziende simili.Quest’argomentazione è molto potente. Ma può avere esiti inaspettati e rovesciarsi nel suo opposto. Immaginate di trovarvi in riva a un fiume, con tanti altri, e di buttare nell’acqua una goccia di un liquido perfettamente innocuo.Un certo numero di gocce del liquido, però, compongono una mistura velenosa. Più giù, un incauto escursionista assetato beve e muore avvelenato. Di chi è la colpa? Di tutti? Di nessuno? Nessuna singola goccia era velenosa, ma un certo numero di gocce lo sono state.Tutti noi potremmo dire: «Se tutti gli altri non avessero versato la loro goccia, non sarebbe successo nulla, anche se l’avessi fatto io». E, naturalmente, chi ci ha venduto il liquido non è responsabile dell’uso che ne abbiamo fatto. Eppure, non sarebbe assurdo sentirsi in colpa, per lui e per noi.E sarebbe oltraggioso scuotere le spalle di fronte ai parenti del defunto. Allo stesso modo, possono le aziende che producono combustibili fossili trincerarsi dietro ragionamenti del genere?Davvero contribuire a un pericolo, anche se non se ne è l’unica causa, è un fatto privo di valenze politiche e morali? Essere complici non conta nulla?Ma, anche se fosse così, ci possono essere dubbi sull’opportunità della causa. La responsabilità dei produttori di combustibili fossili è politica, non giuridica.Eni e le altre aziende che producono combustibili fossili hanno rispettato le leggi e seguito le regole del mercato. Tocca agli Stati cambiarle, imponendo comportamenti diversi.Chiedere a un tribunale di imporre a Eni una modifica del piano industriale lede la libertà di impresa e dà al giudice il compito di decidere le politiche climatiche al posto dei governi e dei legislatori.Ma i giudici non sono rappresentanti dei cittadini, né hanno funzioni politiche. Un processo come questo non tiene conto della separazione dei poteri negli Stati liberali.Ma anche quest’argomentazione è ineccepibile solo a prima vista. Il mercato e la libertà d’impresa non sono fatti naturali. Sono scelte sociali. A un certo punto della storia ci siamo resi conto che il mercato garantiva più benessere ed efficienza di altri sistemi economici.Dove finisce la libertà d’impresaLa libertà d’impresa è giustificata dalle conseguenze benefiche del suo esercizio. Ovvio, e forse naturale, invece, è il diritto di vivere una vita decente in un pianeta ospitale.Se l’esercizio della libertà d’impresa lede questo diritto, allora ci sono ragioni per limitarla. E se la politica non protegge a sufficienza il diritto a un ambiente compatibile con la vita umana, è sensato che i giudici intervengano.I giudici non rappresentano i cittadini, ma le istituzioni giuridiche si fondano sulla priorità di certi diritti e, quando si tratta di farli rispettare, possono supplire alle deficienze della politica.I mercati, inoltre, non sono sfere separate. Sono parte della società e della comunità politica. Le imprese hanno, come altri gruppi collettivi, doveri di cittadinanza.Possono, col loro comportamento, ostacolare o favorire l’evoluzione legislativa che serve a tutelare meglio diritti esistenti. La transizione ecologica è un’impresa collettiva, con costi da dividere fra tutti, per il bene delle generazioni future e del Pianeta.Nel processo s’invoca la responsabilità storica di Eni. Ma ci sono altri principi politici che si possono richiamare. Per esempio, il principio che chi più ha e può più deve contribuire.Chi determina con la propria strategia le condotte dei consumatori e le loro opzioni, influenza le scelte delle altre aziende nel mondo e, talvolta, anche le decisioni politiche non può non assumersi il compito di pensare agli interessi generali e futuri, prima e oltre a quelli dei propri azionisti e dei propri lavoratori.Il contenzioso climatico ha anche e soprattutto un valore simbolico, utile a ricordare tutto questo.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?Accedigianfranco pellegrinofilosofoProfessore associato di filosofia politica alla LUISS Guido Carli. Si occupa di storia dell’etica e filosofia politica contemporanea.

Notizie di Politica italiana - Pag. 185Elezioni 25 settembre, Hillary Clinton su Giorgia Meloni: “Una premier donna è una buona cosa”

Crisi di governo, i primi sondaggi: Fratelli d’Italia primo partito

Telefonata fra Conte e Di Battista: verso la candidatura alle elezioni del 25 settembre?BiDiMedia e la “valanga azzurra”: il sondaggio in cui il centrodestra sfiora il cappotto

Accordo Letta-Calenda, insorgono i Verdi e Sinistra ItalianaCovid, Speranza: “Vaccini aggiornati in arrivo a metà settembre”

Gazebo di FdI vandalizzato a Milano, la denuncia di Ignazio La Russa

Lopalco non sarà candidato e Speranza la prende malissimoNotizie di Politica italiana - Pag. 179

Ryan Reynold
Conte si rivolge a Draghi: "La decisione ora spetta a lui, metta nell'agenda le nostre priorità"Berlusconi e il ponte sullo Stretto: un sogno spezzato dalla crisi e da GrilloElezioni 2022, la mancata alleanza tra SI e Verdi con il centrosinistra mette a rischio 14 collegi

criptovalute

  1. avatarElezioni, è scontro sull'energia: botta e risposta tra Conte e Letta, Salvini vuole il nucleareBlackRock Italia

    Notizie di Politica italiana - Pag. 175Notizie di Politica italiana - Pag. 192Elezioni 25 settembre, la proposta della Lega: "Basta numero chiuso a medicina"Gas, il piano per il risparmio energetico di Cingolani: termosifoni giù di un grado da ottobre

      1. avatarStefano Puzzer scende in campo, è candidato con ItalexitMACD

        L’addio di Draghi al governo e cosa succederà con l’agenda dell’esecutivo

  2. avatarPerché in Italia è sbagliato parlare di “premier”BlackRock Italia

    Crisi di governo, in Senato si va verso il voto: il centrodestra non voterà la risoluzione di CasiniIl tweet di Matteo Renzi per le elezioni: "La destra di Salvini e Meloni la conosciamo"Elezioni politiche 25 settembre, il sondaggio Swg: Letta tallona la MeloniDimissioni Draghi, cosa può succedere? Le ipotesi: Draghi bis, Governo tecnico o elezioni anticipate

  3. avatarLetizia Moratti candidata premier? Il retroscenatrading a breve termine

    Sondaggi politici 7 agosto 2022, il PD cresce e supera Fratelli d'ItaliaRotondi: “Letta ha già in tasca l’accordo con i Cinquestelle”Conte attacca il Pd: “Quel che vale a Roma vale a Palermo”Secondo mandato, Grillo a Conte: “Il limite resta o lascio il M5S”

Crisi di governo, sondaggi: la maggioranza degli italiani vuole Draghi fino al 2023

Crisi di governo, il parere di Massimo Cacciari: "Mattarella non ci porterà mai al voto"Stupro a Piacenza, video choc pubblicato da Giorgia Meloni: "Non si può rimanere in silenzio"*