Primavalle, convalidato l'arresto del 17enne: "Mi aveva dato dell'hashish e voleva soldi"Morto il bodybuilder Joesthetics: è stato colpito da un aneurisma a 30 anniInvestito da un'auto nel salernitano: morto un 50enne
Ragazza uccisa a Primavalle, la telefonata del passante: "Cola sangue da un carrello"I dati riguardano il bacino Padano e coprono dal 2008 al 2017. Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa: «Non ci coglie di sorpresa» i dati «sono incontrovertibili». Questo «deve essere uno stimolo per fare di più». Se l’Italia non si adegua arriveranno le sanzioni. Fino al 2017,trading a breve termine si legge, sono state addotte solo scuse Per la Corte di giustizia Ue «l’Italia ha violato il diritto dell’Unione sulla qualità dell’aria» perché «i valori limite applicabili alle concentrazioni di particelle PM10 sono stati superati in maniera sistematica e continuata tra il 2008 e il 2017». L'area sotto la lente dell’Unione europea è il bacino Padano. Ora l'Italia deve conformarsi alla sentenza “senza indugio”, se la Commissione Ue riterrà che lo Stato membro non lo avrà fatto, può proporre un altro ricorso chiedendo sanzioni pecuniarie. Il problema, ricordano i giudici, non è solo la direttiva, ma la salute delle persone. Il ministro Costa ha detto: «Deve essere uno stimolo per il governo». «L’Italia ha violato il diritto dell’Unione sulla qualità dell’aria» perché «i valori limite applicabili alle concentrazioni di particelle PM10 sono stati superati in maniera sistematica e continuata tra il 2008 e il 2017». Comincia così il comunicato della sentenza della Corte di giustizia Ue che certifica che l’Italia ha sforato i valori limite fissati per le particelle inquinanti dalla direttiva «qualità dell’aria». Ora l'Italia deve conformarsi alla sentenza “senza indugio”, se la Commissione riterrà che lo Stato membro non lo avrà fatto, può proporre un altro ricorso chiedendo sanzioni pecuniarie. L'area sotto la lente dell’Unione europea è il bacino Padano. Si tratta perciò di Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Veneto, Valle d’Aosta e province Autonome di Trento e di Bolzano. La Commissione aveva chiesto già chiarimenti: insufficienti, e il 13 ottobre 2018 ha proposto dinanzi alla Corte un ricorso per inadempimento. Con la sentenza pronunciata il 10 novembre 2020, la Corte, riunita in Grande Sezione su domanda dell’Italia, lo ha accolto. Il problema, ricordano i giudici, non è solo la direttiva, ma la salute delle persone. Le scuse L’Italia le ha provate tutte per scansare il verdetto, ma di fatto ha continuato a prendere tempo senza uniformarsi alla direttiva. La sentenza riporta che «una volta che la constatazione è stata accertata, è irrilevante che l’inadempimento risulti dalla volontà dello Stato membro al quale è addebitabile, dalla sua negligenza, oppure da difficoltà tecniche o strutturali cui quest’ultimo avrebbe dovuto far fronte». Al massimo potevano essere riconosciute circostanze eccezionali: «E l’Italia non è riuscita a fornire tale prova». C’è stato il tentativo di dare la colpa all’Europa e alla geografia: «invano l’Italia si è fondata sulla diversità delle fonti d’inquinamento dell’aria per sostenere che alcune di esse non potrebbero esserle imputate, come quelle che sarebbero influenzate dalle politiche europee di settore, o sulle particolarità topografiche e climatiche di talune zone interessate». L’Italia ha anche puntualizzato che le aree implicate dal superamento sono ridotte, ma anche una sola zona, replicano i giudici europei, «è di per sé sufficiente perché si possa dichiarare un inadempimento delle disposizioni». Colpevole ritardo Un'altra colpa dell’Italia è quella di avere agito in ritardo. Lo Stato membro interessato era tenuto a redigere un piano relativo alla qualità dell’aria che risponda ai requisiti della direttiva. L’Italia si legge, non ha manifestamente adottato, in tempo utile, le misure imposte, anzi. Dal fascicolo risulta che il superamento dei valori limite giornaliero e annuale fissati per le PM10 è rimasto sistematico e continuato per almeno otto anni nelle zone interessate, e che le misure previste dai piani per la qualità dell’aria «per una grande maggioranza sono state previste solo in tempi estremamente recenti». Molti di questi piani, inoltre, hanno durata di realizzazione troppo lunga: «può essere di diversi anni, se non addirittura di due decenni dopo l’entrata in vigore di detti valori limite». Secondo la Corte questo basta a dimostrare che l’Italia non ha dato esecuzione a misure appropriate ed efficaci per fare in modo che il periodo di superamento dei valori limite fosse il più breve possibile. L’Italia, si legge ancora, ha voluto «alla luce dei principi di proporzionalità, di sussidiarietà e di equilibrio tra gli interessi pubblici e gli interessi privati, disporre di termini lunghi». Un pericolo per la salute e per l’ambiente Il problema, concludono le toghe blu, però non riguarda solo la direttiva, questo agire è in contrasto «con l’importanza degli obiettivi di protezione della salute umana e dell’ambiente». La direttiva non può imporre che le misure adottate da uno Stato membro garantiscano il rispetto immediato ei valori limite ma «l’approccio dell’Italia si risolverebbe nell’ammettere una proroga generale, eventualmente sine die, del termine per rispettare tali valori». Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha cercato di trovare il lato positivo: «La sentenza della Corte di Giustizia sul superamento dei limiti di PM10 non ci coglie di sorpresa, visti i dati su cui è basata e che sono incontrovertibili alla prova dei fatti». I dati si fermano al 2017 «ma indicano un problema che purtroppo non è ancora risolto». La pronuncia «deve essere uno stimolo per tutto il Governo a far di più e meglio rispetto a quanto già abbiamo messo in campo». La Corte ha detto «nella sentenza riconosce la bontà delle azioni intraprese dal 2018, per garantire nel più breve tempo possibile un ambiente più salubre a tutti i cittadini». Altrimenti saranno sanzioni. © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediVanessa Ricciardi Giornalista di Domani. Nasce a Patti in provincia di Messina nel 1988. Dopo la formazione umanistica tra Pisa e Roma e la gavetta giornalistica nella capitale, si specializza in energia e ambiente lavorando per Staffetta Quotidiana, la più antica testata di settore.
Auto esplosa a Napoli: morto anche Fulvio FilaceKata, scomparsa a Firenze: sospettato del rapimento un ex occupante dell'hotel Astor
Roma, cadavere sulla tratta ferroviaria Pomezia-Campoleone: tutte le modifiche al traffico ferroviario
Food Delivery: Uber Eats chiude in ItaliaProcura di Ravenna, si indaga per omicidio colposo sulla morta della bimba di 7 anni travolta da un'onda
Manifestazione per Emanuela Orlandi, il ricordo del Papa e il commento del fratello PietroPesaro, giovane madre uccisa da un'auto in fuga dai carabinieri: incidente a 150 all'ora
Nuovo terremoto in Sicilia: scossa di magnitudo 3.1 alle pendici dell'EtnaBimba di 4 mesi morta schiacciata nel sonno mentre dormiva nel lettone con i genitori
Incendio sopra a Sanremo: due anziani rimangono intossicatiGirifalco, intossicati 42 bambini per batterio nella carneMorto alpinista sul Monte Bianco: fatale la caduta in un crepaccioTorre del Greco, rapina a mano armata in un supermercato
Fontanellato, incendio in un'azienda: intervengono i vigili del fuoco
Nuovo codice della strada: tutte le novità per i neopatentati
Codice della Strada: obbligo dell'alcolock per i recidivi alla guida in stato di ebbrezza: tutto quello che c'è da sapereMichelle Causo: chi è e cosa fa nella vita il presunto omicidaIncendio al Tribunale di Roma: evacuata la palazzina BNuovo terremoto in Sicilia: scossa di magnitudo 3.1 alle pendici dell'Etna
Varese, è morta la donna investita da un pirata della stradaAlessio Ghersi morto in un incidente, ritrovata la fede nuziale del pilota delle Frecce TricoloreTorino, Alessandra Demichelis sospesa dall'ordine degli avvocati: ecco perchéRagazzino morto investito a Mirano: chi era Andrea Marigo