Grazzanise, bambina muore mentre gioca in stradaAmadeus sul Nove, debutto il 22 settembreMeteo, previsioni oggi: caldo afoso senza tregua, cosa succede in Italia?
Parigi 2024, Taddeucci e la Senna: "Un tuffo solo basta e avanza" - VideoL’emicrania è un disturbo che colpisce circa il 12% della popolazione adulta. Ne esistono due forme,MACD distinte dalla presenza, o dall’assenza, della cosiddetta aura, cioè di un serie di sintomi neurologici che precedono la comparsa del dolore alla testa: allucinazioni visive, formicolio o addormentamento (parestesia) di gambe o braccia, difficoltà a parlare, che sperimenta una percentuale compresa tra il 15 e il 30% delle persone che soffrono di emicrania. Disturbi che sembrano dipendere da una comunicazione anomala tra sistema nervoso centrale e nervi periferici, dettagliata in uno studio pubblicato di recente su Science.Un aura misteriosaL’emicrania è un problema vecchio come il mondo. Diffusissimo. Eppure ancora poco chiaro. Non si sa infatti con certezza cosa provochi il dolore alla testa durante gli attacchi, o come i sintomi dell’aura siano connessi con l’emicrania. Nel secondo caso, uno dei meccanismi più indagati è il fenomeno noto come depressione corticale propagata, cioè un’onda di attività neuronale che si diffonde nella corteccia, ed è poi seguita da un periodo di inattività dei neuroni coinvolti. È stato dimostrato che questo fenomeno è riscontrabile nei pazienti che soffrono di emicrania, e visto che coinvolge direttamente moltissime aree della corteccia è facile immaginare come possa causare i sintomi neurologici come allucinazioni, difficoltà di parola o formicolii. Più complesso, invece, è spiegare come possa produrre il mal di testa.È noto che la depressione corticale propagata provoca il rilascio di alcune molecole all’interno del liquido cerebrospinale, il fluido che circonda e protegge il cervello all’interno delle meningi, e può quindi teoricamente produrre effetti anche in altre aree del sistema nervoso centrale. Ma tutti gli indizi raccolti dai ricercatori negli anni indicano che il dolore nell’emicrania sia legato all’attivazione dei nervi sensoriali, le cui terminazioni si trovano sulla dura madre, la membrana esterna delle meningi, che li isola quindi, almeno in teoria, dal contatto con il liquido cerebrospinale, e quindi da qualunque molecola prodotta da una depressione corticale propagata. Come risolvere il mistero?Lo studioLa nuova ricerca è stata realizzata su topi, e ha concentrato l’attenzione su un gruppo di cellule nervose noto come ganglio trigeminale (o ganglio di Gasser), che sono posizionate sulla dura madre e innervano il viso, gli occhi e la mascella. I ricercatori hanno utilizzato animali modificati geneticamente, i cui neuroni producono delle proteine che diventano fluorescenti in presenza di calcio, un elemento chiave nella trasmissione dei segnali elettrici da parte dei neuroni. Hanno iniettato nel cervello dei topi delle sostanze che permettono di tracciare i movimenti del liquido cerebrospinale e una sostanza che permette l’ingresso del calcio all’interno dei neuroni, e hanno quindi osservato cosa accadeva nel ganglio trigeminale degli animali.E così, hanno trovato la connessione che cercavano tra sistema nervoso centrale e nervi periferici. A circa quattro minuti dall’iniezione, infatti, le molecole traccianti inserite nel liquido cerebrospinale hanno iniziato a comparire nel ganglio trigeminale, e in contemporanea, i ricercatori hanno documentato un aumento importate dell’attività dei neuroni legata all’utilizzo di calcio. Non è tutto, perché gli esperimenti hanno dimostrato anche che la depressione corticale propagata può aumentare l’afflusso di liquido cerebrospinale in direzione del gaglio trigeminale, e trasportare così molteplici molecole infiammatorie.Di queste, una, il cgrp (acronimo inglese del Calcitonin Gene Related Peptide) è già studiata come potenziale target di nuove terapie contro l’emicrania. Altre 11 risultano invece ancora del tutto inesplorate sul fronte terapeutico e quindi estremamente promettenti, anche se – è bene sottolinearlo – le differenze anatomiche tra il cervello umano e quello dei topi sono tali da rendere non scontato traslare le scoperte alla nostra specie. Per questo motivo, sarà necessario attendere ulteriori ricerche, possibilmente sull’essere umano.
"Disagio e stallo in M5S", il senatore Trevisi passa a Forza ItaliaUniversità, i nuovi contratti dei ricercatori: taglio ai fondi e poche prospettive
Nello Trocchia, Autore a Notizie.it
Bimba morta di stenti, le motivazioni dell'ergastolo ad Alessia PifferiPalermo, ucciso di botte fuori da una discoteca: fermato 20enne
Il caso della donna che ha ingerito uno spazzolino: cosa fare se succedeL'oroscopo di oggi, martedì 6 agosto: le previsioni per ogni segno zodiacale
Venezia, Brugnaro: " Non ho fatto nulla, non mi dimetto"Anziani non autosufficienti, famiglie senza sostegno: 7,7 miliardi all’anno per l’assistenza domiciliare
Attacco di Hamas durante la visita del ministro degli Esteri britannico in Israele: il videoCalcio, Van Gaal da paziente oncologico a testimonial di prevenzioneTornado in Messico: due vittime e danni a TolucaRischio attentati a concerti Taylor Swift in Austria, arrestato confessa
Olimpiadi, l'annuncio di Angela Carini: "Addio alla boxe"
Fausto Pinna è morto: addio al marito di Iva Zanicchi
Seconda casa al mare o in montagna: quanto costa davvero mantenerlaSky, Dazn e Amazon, non pagheremo mai abbastanza: la crisi del calcio in tv scaricata sugli utentiPrimo caso di malattia emorragica epizootica (EHD) in SvizzeraFamiglia sopravvive al terremoto in Turchia: morti per l'incendio della casa-rifugio
Come l’abbigliamento da lavoro può migliorare l’immagine aziendale: i consigli di King Kong WorkBimba di 11 mesi azzannata dal cane, salvata dal padre che ha ferito l’animaleRoberto Saviano: «Meloni non è contro tutti i giornalisti, ce l’ha solo con quelli che non scrivono sotto dettatura»Parigi 2024, Senna inquinata fa altre vittime nel triathlon: piano B per nuoto di fondo