Sondaggi politici, Pd +0,6: pesa l'effetto CospitoFitto sul Pnrr: "Governo al lavoro per dare risposte adeguate"Per la pace fra Russia ed Ucraina Tajani chiede aiuto alla Cina
Assist di Elly Schlein al M5s su Reddito di cittadinanza e salario minimoLa produzione non è solo una minaccia per gli ecosistemi e la biodiversità,criptovalute ma anche per il clima. E dietro la lentezza del processo politico ci sono gli stessi interessi che fermano la transizione energetica: la plastica è il grande piano delle B dell’industria dei combustibili fossiliQuesta settimana parte a Ottawa, in Canada, il nuovo round dei negoziati Onu per arrivare a un accordo internazionale sulla plastica. Erano partiti quasi due anni fa in Kenya con ambizione e ottimismo, entrambe condizioni che sembrano essersi sgonfiate con il tempo.A guidare il nuovo round sarà il ministro canadese dell’Ambiente, Steven Guilbeault, che di recente ha provato a smuovere questo immobilismo. «Diversi paesi sembrano essersi dimenticati delle ambizioni originarie, cioè l’intenzione collettiva di un trattato che avesse armi per combattere l’inquinamento da plastica ed eliminarlo entro il 2040», ha detto Guilbeault in un’intervista a Climate Home.Questo accade nonostante quella contro la plastica sia una delle sfide ambientali con più consenso pubblico a supporto. Un sondaggio pubblicato nel report People vs Plastic di Greenpeace ha misurato che il sostegno internazionale ad azioni radicali è dell’82 per cento.Coalizione trasversaleGuilbeault non ha menzionato i paesi né gli interessi che si stanno opponendo a questo accordo. Ma tra i più ostili c’è una coalizione trasversale. Gli Stati Uniti hanno chiesto che il trattato non sia «legalmente vincolante», mentre tra gli oppositori più feroci ci sono l’Arabia Saudita, l’Iran e la Russia, che di recente si è opposta a «qualsiasi enfasi su misure restrittive alla produzione o al commercio di plastica», cioè le uniche che potrebbero avere un’efficacia su scala globale a un flusso da 400 milioni di tonnellate ogni anno, di cui solo il 9 per cento viene effettivamente riciclato.«Non ne usciremo riciclando» è il mantra dell’Agenzia ambiente dell’Onu che sta guidando il negoziato, ma è un’idea che non sembra fare presa sui paesi contrari all’accordo.La produzione di plastica non è solo una minaccia per gli ecosistemi e la biodiversità, ma anche per il clima, e dietro la lentezza del processo politico ci sono gli stessi interessi che fermano la transizione energetica: la plastica è il grande piano delle B dell’industria dei combustibili fossili.Il grande piano BSecondo un nuovo rapporto del Lawrence Berkeley National Laboratory, la plastica rappresenta il 12 per cento della domanda globale di petrolio e l’8,5 di quella di gas. Il risultato è che questo materiale compromette il clima quanto 600 centrali a carbone e rappresenta il 5 per cento delle emissioni globali di carbonio. Ed è un settore che oggi sta vivendo una traiettoria di crescita esponenziale: senza un trattato che fermi la produzione di plastica vergine, questa si troverà a raddoppiare o addirittura triplicare entro il 2050.A quel punto le emissioni di plastica nel 2050 sarebbero di 6,78 gigatonnellate, l’equivalente di 1.700 centrali a carbone. Se anche trovassimo il modo di avere una produzione elettrica interamente decarbonizzata entro la metà di questo secolo, l’aumento della materia plastica si troverebbe a vanificare molti di questi sforzi, consumando tra il 15 e il 19 per cento di tutto il nostro budget di carbonio a disposizione per rispettare l’accordo di Parigi. Oggi le bottiglie e le stoviglie di plastica sono uno dei principali ostacoli al rispetto degli impegni internazionali sul clima.In vista del negoziato di Ottawa, che prende il via domani, 23 aprile, anche un network di 160 istituti finanziari ha invitato i governi a creare le condizioni per avere questo accordo internazionale sulla plastica. Oggi la traiettoria di aumento della produzione è del 4 per cento ogni anno, per mettere l’economia circolare globale in linea con l’accordo di Parigi servirebbe, secondo i dati del Lawrence Berkeley National Laboratory, iniziare a ridurre la produzione del 12 per cento ogni anno, un risultato che può essere raggiunto solo con un trattato ambizioso e vincolante. Non solo l’accordo internazionale sulla plastica sarebbe il più importante in materia ambientale dai tempi dell'accordo di Parigi, ma ormai ne rappresenta anche una sua fondamentale integrazione per poter funzionare.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediFerdinando CotugnoGiornalista. Napoletano, come talvolta capita, vive a Milano, per ora. Si occupa di clima, ambiente, ecologia, foreste. Per Domani cura la newsletter e il podcast Areale, ha un podcast sui boschi italiani, Ecotoni, sullo stesso argomento ha pubblicato il libro Italian Wood (Mondadori, 2020). È inoltre autore di Primavera ambientale. L’ultima rivoluzione per salvare la vita umana sulla Terra (Il Margine, 2022).
L’esercito israeliano entra nel valico di Rafah. Chiusi tutti gli accessi per GazaIsraele, un governo spaccato. Dagli Stati Uniti un miliardo per le armi
Le bombe Usa a Israele nel giorno della strage. Biden cerca di fermare Netanyahu solo a parole
Ita Airways, al via la trattativa privata tra il Mef e LufthansaWeber accetta le scuse di Tajani ma ammonisce Berlusconi
Elezioni Regionali: affluenza in forte caloSanremo 2023, Calenda su Zelensky: "Figuraccia della Rai"
Donald Trump sfoga la tensione dei processi giudiziari nel junk foodMeloni in Libia: in agenda migranti e Piano Mattei
La difficile transizione energetica in Vietnam. Gli attivisti chiedono aiuto ad AppleMessina Denaro, Piantedosi: "Chi pensa ai retroscena è in malafede"Xi Jinping: «Addolorati per la situazione a Gaza». Sale a 29 il bilancio delle vittime degli ultimi raid israeliani su RafahLa crociata moralizzatrice di Putin contro il “dissoluto” occidente liberale
Dl anziani, Meloni: "Siglato patto per la terza età"
La Sottosegretaria FDI all'Università condannata per peculato
Meloni incontra Nordio a Palazzo Chigi: “Dare ai cittadini una giustizia giusta e veloce è la priorità”Primarie Pd: cosa unisce e cosa divide i 4 candidatiGaza, l’Idf colpisce il nord della Striscia. Dall’inizio dell’offensiva israeliana oltre 35mila vittimeAttacco a personale Onu nel sud del Libano: 4 feriti. Unifil: «Inaccettabile»
Tunisia, contro gli arresti di Saied si mobilitano avvocati e giornalistiMeloni ribadisce il no alle dimissioni di Donzelli e Delmastro: "Non ce n'è bisogno"Assist di Elly Schlein al M5s su Reddito di cittadinanza e salario minimo«Ucraina deve usare armi occidentali per colpire la Russia», Stoltenberg rompe il tabù