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Da Messina a Vicenza sul filo del riciclo: l'economia diventa partecipazioneL’inchiesta della procura di Cagliari svela i rapporti tra Gavino Mariotti,ETF rettore candidato a sindaco per il centrodestra, e gli autori del sequestro del 1992, che tenne l’Italia col fiato sospeso, oggi accusati di traffico di droga. Per Mariotti sono «veri uomini». Tra le accuse quella di associazione mafiosaMagnifico rettore al mattino, amico intimo di pluripregiudicati nel pomeriggio. Se si volesse trasporre in romanzo la vita di Gavino Mariotti, l'ispirazione non potrebbe che arrivare dallo strano caso del dottor Jekyll e mister Hyde. Se il primo è lo stimato accademico che dal 2020 guida l'Università di Sassari e oggi è candidato sindaco per il centrodestra, il secondo intrattiene strettissimi rapporti con ex sequestratori oggi accusati di traffico di droga, compagni di banchetti luculliani ai quali intima di estendere l'invito al prossimo "spuntino" «ai veri uomini», agli «amici con la A maiuscola».E giusto per non cadere in fraintendimenti, Mariotti fa pure i nomi: si riferisce in particolare a Matteo Boe e a Ciriaco Baldassarre Marras. Sono i «veri uomini» che l'11 gennaio del '92, a Porto Cervo, hanno rapito il piccolo Farouk Kassam, l'hanno tenuto in una grotta del Nuorese per sei mesi e per "accelerare" le trattative hanno reciso la parte superiore dell'orecchio sinistro dell'ostaggio per poi farlo recapitare ai genitori. All'epoca Farouk aveva 7 anni.A svelare l'incredibile doppia vita del Magnifico Mariotti sono le carte dell'inchiesta Monte Nuovo, condotta dai pm della Direzione distrettuale antimafia della procura di Cagliari Rossana Allieri ed Emanuele Secci.Le accuse sono pesanti, in primis quella di associazione di stampo mafioso, mossa nel momento in cui gli inquirenti analizzano migliaia di intercettazioni e si rendono conto, esterrefatti, della solida quanto insospettabile saldatura tra esponenti delle istituzioni e della sanità – con l'onnipresente zampino della massoneria – e pezzi grossi della criminalità isolana.Come Nicolò Cossu e Tonino Crissantu, che oltre ai natali orgolesi condividono pure una condanna per il sequestro dell'imprenditore Ferruccio Checchi, rapito nel 1995 a Cala Gonone e rilasciato dopo cinque mesi di prigionia trascorsi in un anfratto del Supramonte. Dopo la condanna definitiva, nel 2001, Crissantu viene spedito nel carcere di Alghero. Esprime il desiderio di laurearsi e conquista la pergamena nel 2015, con il supporto di un docente di Geografia economico-politica dell'Università di Sassari. Si chiama Gavino Mariotti.I rapporti tra l'attuale rettore e l'ex rapitore orgolese diventano così intimi che il 5 dicembre 2020 il Magnifico contatta Crissantu per mettere a punto gli ultimi dettagli dell'ennesimo spuntino programmato nei giorni seguenti in agro di Orgosolo. Quel giorno Mariotti tradisce un certo malumore e si sfoga con l'ex allievo: «Io sono qui a rompermi i coglioni con il presidente del consiglio (regionale, ndr), due assessori e un senatore... A me alla mia età e dopo tutto quello che ho visto a me piace stare con te e con Nicolò (Cossu, ndr), a me piace stare con la gente seria, io con i pagliacci non ci voglio stare», riporta uno stralcio delle intercettazioni pubblicate dal periodico d'inchiesta Indip.Il 5 dicembre 2020 il presidente del consiglio regionale era il leghista Michele Pais. Ignota l'identità dei due assessori, mentre l'inquilino di palazzo Madama è con tutta probabilità Carlo Doria, docente di Medicina all'Università di Sassari e amico intimo di Mariotti, con cui spesso ha condiviso il desco insieme a commensali come Cossu e Crissantu.A testimoniare lo stretto rapporto tra Mariotti e Doria e "un certo ambiente" barbaricino è una telefonata intercettata dai Ros, il Raggruppamento operativo speciale dei carabinieri guidati dal tenente colonnello Giorgio Mazzoli, il 3 settembre 2021. È in quell'occasione che l'attuale candidato sindaco del centrodestra, in compagnia dell'ex senatore, contatta Crissantu e con tono perentorio fa presente uno specifico desiderio: «Dobbiamo invitare Matteo Boe, il mio amico che sta in Toscana e poi lo sai chi bisogna invitare, Toni', che ci tengo, Ciriaco». Il quale, annotano gli inquirenti, altri non è che Baldassarre Marras.L'amico toscano invece è un'altra vecchia conoscenza delle aule di tribunale, accusato e condannato – manco a dirlo – per sequestro di persona al pari di Boe e Marras. Si tratta di Salvatore Angelo Moni, altra presenza costante nelle carte di Monte Nuovo, finito in cella per il rapimento della studentessa Esteranne Ricca, allora sedicenne, messo a segno nelle campagne del Grossetano il 2 dicembre del 1987. Sarà rilasciata dopo 207 giorni di prigionia il 26 giugno dell'anno successivo.Se il banchetto si sia effettivamente tenuto non si sa. Sono certi, al contrario, i desiderata del Magnifico. Ciarliero con Crissantu e Cossu, Mariotti si è rivelato un poco più telegrafico quando i cronisti gli hanno chiesto conto dei suoi rapporti con gli alti papaveri della delinquenza barbaricina: «Preferisco non commentare». Ha recuperato l'abituale loquacità lo scorso martedì, quando ha chiuso la campagna elettorale in vista delle comunali e dal palco allestito a Sassari all'Emiciclo Garibaldi ha arringato gli elettori di centrodestra.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediPablo Sole e Piero Loi
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