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Rischio cardiaco per i guariti Covid fino a un anno dopo l’infezioneIl pellegrinaggio diocesano dal centro di Assisi alla Basilica di Santa Maria degli Angeli - foto diocesi di Assisi COMMENTA E CONDIVIDI «Voglio mandarvi tutti in Paradiso»: così diceva san Francesco quando il 2 agosto 1216 aveva avuto la conferma dell’Indulgenza della Porziuncola da Onorio III. Torna anche quest’anno il Perdono di Assisi,Campanella caratterizzato ieri dal pellegrinaggio diocesano dal centro storico della città alla Basilica di Santa Maria degli Angeli e dall’avvio della solennità da parte di padre Massimo Fusarelli, ministro generale dell’Ordine dei Frati minori terminata con la processione di “Apertura del Perdono”: così detta perché da mezzogiorno di ieri e fino alla mezzanotte di oggi l’Indulgenza plenaria concessa alla Porziuncola quotidianamente si estende a tutte le chiese parrocchiali sparse nel mondo, e anche a tutte le chiese francescane.A sottolineare l’immenso dono dell’indulgenza e della possibilità di fare l’esperienza della gioia del Paradiso già sulla terra è stato il vescovo delle diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno, Domenico Sorrentino, nella celebrazione di ieri mattina al termine del pellegrinaggio diocesano. «Francesco quando volle annunciare il dono che aveva ricevuto e dunque il dono che oggi viene dato a noi, il dono dell’indulgenza – ha sottolineato l’arcivescovo – lo volle spiegare proprio così, “Voglio mandarvi tutti in Paradiso”. Non nel senso che volesse la morte immediata di tutti, ma nel senso che voleva che il Paradiso diventasse già una gioia su questa terra e se diceva così era perché egli lo sperimentava proprio qui nella Porziuncola, in questo luogo santo così povero, ma così ricco di Dio, così raccolto e silenzioso, ma ricco delle voci degli angeli del Paradiso, e lui sperimentava questa gioia e da grande santo che era generosissimo che non pensava a sé, ma pensava agli altri, pensò anche a noi. Dunque – ha aggiunto – è possibile il Paradiso su questa terra, è possibile la gioia su questa terra».Nella cerimonia di apertura del Perdono padre Fusarelli ha invitato a non aver paura, «ad attraversare la porta della Porziuncola» e ad «accedere con fiducia al trono della sua grazia. Ma non basta venire qui e fare foto e video, anzi chiudiamo i telefonini. Accostiamoci, finalmente: è un passaggio che può essere molto lungo e che possiamo compiere superando paure e resistenze e il timore di essere perdonati. Accostiamoci e aderiamo: questa misericordia ci tocca nel rapporto con Cristo crocifisso, che ha segnato Francesco a San Damiano, quando Cristo lo ha chiamato a ricostruire la sua casa e la sua chiesa, e lo ha accompagnato fino alle Stimmate di cui quest’anno celebriamo l’Ottocentenario».In tanti hanno partecipato a questi momenti iniziali che, oggi, toccano il culmine, con la celebrazione solenne delle 11,30 presieduta dal vescovo di Alghero-Bosa Mauro Maria Morfino. Nel pomeriggio i giovani della 42ª marcia francescana, guidati dal tema “Vivo con Te”, varcheranno la porta della Porziuncola mentre alle 19 il ministro provinciale dei Frati minori di Umbria e Sardegna, padre Francesco Piloni, presiederà i secondi vespri della solennità. Durante la festa la Basilica rimane aperta l’intera giornata per permettere ai pellegrini di accostarsi al sacramento della Riconciliazione. La piazza della Basilica invece sarà la sede di alcuni eventi-spettacoli che faranno da cornice alle celebrazioni liturgiche della Porziuncola. Il primo – come lo spettacolo “Fra” di e con Giovanni Scifoni che si terrà stasera dalle 21. Domani alle 19,30 in Basilica i giovani daranno anche vita alla veglia di preghiera loro dedicata, mentre alle 21,30 si terrà il Rosario con processione aux flambeaux.Il Perdono 2024 si chiuderà col concerto di domenica 4 agosto alle 21,30. Martedì e mercoledì scorsi il Custode di Terra Santa e del Monte Sion, fra Francesco Patton, aveva tenuto la seconda e l’ultima catechesi del triduo. Partendo dalle parole della testimonianza di Dietrich Bonhoeffer (pastore e teologo luterano tedesco, ucciso dai nazisti nel 1945 nel campo di Flossenburg), ha presentato «il caro prezzo con cui Dio Padre, inviando suo figlio sul legno della Croce, non ha ritenuto troppo caro dare suo Figlio in pasto alla morte». Ha raccontato quindi come quel caro prezzo pagato dal Figlio continua a produrre frutti come le indimenticabili Eucaristie celebrate a Jaffa dove arabi ebrei, filippini, indiani e battezzati provenienti da ogni parte fanno comunione attorno all’altare della Parola e del Pane eucaristico. Vibranti poi le considerazioni della meditazione di mercoledì in cui ha acceso la luce su ciò che ha chiamato «il costo personale della conversione». Davanti a un’assemblea numerosa e partecipe, il custode ha affermato che, «se si riconosce di aver ricevuto un enorme condono per il proprio debito accumulato presso Dio Padre (in termini di peccati, tradimenti, mancanze...), non si può non fare altrettanto, ovvero, condonare agli altri».
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