File not found
Campanella

Plebiscito per Metsola con il 90% dei voti: secondo mandato all'Europarlamento

«Ti amo papino nostro»: quel saluto struggente a Mattia nel luogo della tragedia. Tra la sgasata dei "suoi" bikers e il modellino della sua moto - ilBustese.itCristiani, non moderati: i movimenti incalzano la politicaNuovo down di Microsoft. Ecco tutti i servizi colpiti, dall'email a Teams - ilBustese.it

post image

Affitti brevi, sempre più case private date ai turisti ma la metà è vuota: ecco cosa sta succedendoIl ciclista romagnolo ha esercitato un fascino d’altri tempi in una disciplina che è forse la più epica di tutte,trading a breve termine A vent’anni dalla notte in cui la sua vita si è fermata in un residence di Rimini, l’immagine del Pirata è ancora viva nella memoria della maggioranza degli italiani, esempio estremo e tragico del campione costretto a sgomitare tra la gloria e il tradimento, il tripudio e la caduta.«Pantani scatta, Tonkov si è seduto». La voce è quella robotica e inconfondibile di Adriano De Zan, per decenni “cantore” del ciclismo in televisione; è il Giro d’Italia del 1998, la tappa che porta al traguardo di Montecampione. In quello scarto dei tempi verbali scandito dal telecronista, in quella rappresentazione asimmetrica tra il campione romagnolo e il rivale russo, sta l’essenza dell’atleta assurto a mito, dell’eroe che sfugge all’inesorabile scorrere delle stagioni.A vent’anni dalla maledetta notte in cui la vita di Marco Pantani si è fermata in un residence di Rimini, l’immagine del Pirata è ancora vivida nella memoria della maggioranza degli italiani, esempio estremo e tragico del campione costretto a sgomitare tra la gloria e il tradimento, il tripudio e la caduta. Ancora oggi c’è chi vede in lui una delle più autentiche bandiere dello sport azzurro, capace di raccogliere i brandelli di una comunità nell’impeto trascinante dell’impresa, e chi, al contrario, non gli perdona i valori anomali del sangue, l’ombra del raggiro.Marco Pantani ha esercitato un fascino d’altri tempi in una disciplina che è forse la più epica di tutte, quella in cui l’altalena dei sentimenti può oscillare tra la polvere e il Paradiso in un attimo impercettibile, nel quale l’andamento della gara sembra pensato apposta per alimentare una narrazione drammaturgica, come aveva intuito il semiologo francese Roland Barthes in quello splendido saggio del 1957 sul Tour de France come epopea. Il Pirata ha saputo rendere incredibilmente chiaro questo rapporto tra la fatica e la favola che il ciclismo ha connaturato in sé, il sorriso trasfigurato sugli zigomi scavati dal sudore, la bandana in testa a trasformarlo in icona.L’immagineLa parabola sportiva e umana di Pantani si è intrecciata con la sua immagine, la sua traversata di campione è stata un’imprevedibile traiettoria comunicativa che ha incontrato i media e la televisione in uno dei loro momenti di maggior espansione. L’avventura del Pirata comincia nel 1994 in un Giro, vinto dal russo Berzin, che l’anno precedente Fininvest ha clamorosamente soffiato alla Rai; sul Mortirolo, mentre tutti attendono gli exploit di Bugno e Chiappucci, a prendersi la scena è un romagnolo atipico, senza capelli, con pizzetto, orecchino e un fisico esile. Sembra danzare sulla bicicletta, scaraventa via il dolore della fatica, si getta in discesa ad attaccare contravvenendo agli ordini di squadra.È Pantani a costruire l’epica del Mortirolo e non viceversa. Quella non è una cima maestosa e imponente come tante altre che hanno costellato la corsa rosa; senza il Giro, ha scritto Giacomo Pelizzari in Storia e geografia del Giro d’Italia (Utet), un viaggio nei luoghi simbolo della corsa nazionale, “questa salita probabilmente non l’avrebbe mai presa in considerazione nessuno”. Un nome lugubre, un passo anonimo, una pendenza spietata che Pantani sceglie come personale trampolino per presentarsi al mondo, trasformando per sempre l’essenza di uno sport e il suo racconto.Le sue montagneNegli anni successivi, altre cime e altri luoghi diventeranno a lui (e a noi) famigliari, si spianeranno sotto i suoi pedali accondiscendendone le ambizioni, al Giro come al Tour. Piancavallo, Oropa, Sella di Val Gardena, Alpe d’Huez, Les Deux Alpes, il Galibier sotto l’acquazzone; con Pantani si riduce lo scarto tra umano e ambiente naturale, si modifica la percezione dello spazio, si ridefiniscono concetti antichi del ciclismo come fuga, scalata, attacco.Per cogliere fino in fondo l’impatto che Pantani ha avuto sull’immaginario popolare, occorre riandare a quegli anni, quelli di un’Italia in cui la televisione non si era ancora frammentata in centinaia di canali e piattaforme, ma al contrario rappresentava un solido momento di inclusione e unificazione. Il mondo non era ancora crollato con le sue certezze e le sue promesse sotto i colpi del terrorismo globale o delle crisi finanziarie, il futuro sembrava ancora tutto da scrivere, e a farsi carico di vergare quelle pagine arrivò un timido ma vispo ragazzo di mare capace di volare in montagna.Pantani è stato probabilmente l’ultimo vero eroe sportivo pienamente televisivo, di quelli che aggregano, suscitano appartenenza e condivisione, giocano coi simboli, stimolano narrazioni in forme di fiction, canzoni, fumetti. Ha anche avuto la fortuna (oltre che il merito) di interpretare una fase del ciclismo italiano senza grossi dualismi e rivalità come era stato in passato (Coppi-Bartali, Moser-Saronni, Bugno-Chiappucci), riuscendo così a unire generazioni e geografie.Vederlo salire sulle cime più impervie e faticose divenne un rito collettivo in quelle calde estati di fine anni Novanta; sintonizzarsi alla tv nei pomeriggi del Giro e della Tour era un’operazione che arrivò a contagiare un numero crescente di italiani.La caduta«Scatto di Pantani» pronunciato fulmineamente da De Zan divenne una frase icastica, il timbro di un’epoca mentre si sobbalzava sulle poltrone e nei bar di provincia si frantumavano bibite ghiacciate. Un’esperienza che viene raccontata dallo scrittore Fabio Genovesi nel romanzo Cadrò, sognando di volare (Mondadori, 2020), in cui immagina la storia di uno studente ventiquattrenne che viene spedito in cima agli Appennini a svolgere servizio civile in un ospizio per preti dove il direttore è un sacerdote ruvido e volubile: i due non si pigliano, non si capiscono, ma l’unico momento di pacificazione lo trovano nel guardare insieme le tappe del Giro d’Italia del 1998, quello che certifica l’apoteosi del coraggio e della sfrontatezza di Pantani, la sua lucida follia, emblema di un ciclismo corso “per rabbia e per amore” canterebbe di nuovo De Gregori.Ecco, Pantani è stato proprio il nodo che ha saldato le differenze, il collante di Italie diverse, almeno fino a quel funesto 5 giugno 1999 a Madonna di Campiglio quando, già provato da innumerevoli infortuni da cui si era sempre rialzato, crollò definitivamente sotto i colpi dell’esclusione per ematocrito alto, alla vigilia della penultima e decisiva tappa di un Giro che lo avrebbe visto trionfare. Da lì non si rialzò più, salvo un exploit sul Mont Ventoux l’anno successivo al Tour, macerato e tormentato dall’idea del complotto, dalla “vergogna”, si disse, dal peso di quella che percepiva come un’ingiustizia senza riuscire a scorgerne i contorni e le motivazioni. S’infilò in un tunnel dal quale non riemerse, fino all’epilogo tragico del 14 febbraio 2004, nel giorno di San Valentino.In un ciclismo oggi completamente mutato, che vede altri grandi campioni contendersi le cime delle montagne in un’affermazione di fisicità, meccanica e tecnica, rimane il ricordo di un corridore inconsueto, sgraziato ed eccezionale, l’incarnazione di un eroe mediatico figlio del suo tempo, divenuto mito suo malgrado, tra lo stupore di un popolo che ne seppe cogliere la semplicità e la tenerezza. Perché, in fondo, ci ha insegnato Aristotele, “il mito è costituito da un insieme di cose che destano meraviglia”.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediPaolo CarelliInsegna International Media Systems nella Facoltà di Scienze linguistiche e letterature straniere dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e svolge attività di ricerca presso il Ce.R.T.A. (Centro di Ricerca sulla Televisione e gli Audiovisivi). È coordinatore didattico del Master "Fare Tv. Gestione, sviluppo, comunicazione".

Inps, l'odissea di Robert Stark: «Ho fatto la comparsa in un film per 77 euro, ma sono in pensione con Quota 100 e mi hanno trattenuto 20mila euro»Parigi 2024, Davide Oldani: una cucina che cambia con lo sport

Parigi 2024, i vini a Casa Italia: Made in Italy protagonista

Pomodoro da industria, accordo per la valorizzazione della filieraMalpensa più sicura, nuovo accordo tra Sea e vigili del fuoco per il soccorso antincendio - ilBustese.it

Ermini lascia la Direzione Pd: amareggiato per le strumentalizzazioniSieco: assemblea dei soci delibera esclusione del Comune di Cassano Magnago - ilBustese.it

Alle stelle e ritorno: l’altra riva dell’uomo

I cinesi esplorano l'altra faccia della Luna e portano sulla Terra dei campioni rivelatori: cosa si nasconde al loro internoStraResca: tutto pronto per la seconda edizione - ilBustese.it

Ryan Reynold
Caporalato, più inchieste al Centro Nord. Tra gli sfruttati anche gli italianiGoogle, l'Antitrust avvia un'istruttoria: informazioni imprecise sul consenso degli utenti all'uso dei dati personaliTragica caduta da un'altezza di cento metri: 71enne della provincia di Varese muore sulle montagne del Canton Ticino  - ilBustese.it

ETF

  1. avatarLa guerra di Putin costa altri 80 miliardi all'UeGuglielmo

    Caporalato, crescono i casi al Nord. Anche minorenni tra gli "schiavi"Tra discriminazioni e molestie, l'inferno delle donne bracciantiToscana, in bici tra le vigne del MorellinoUltima Generazione, assolti 5 attivisti a Milano: si erano incollati a una statua. L'avvocato: «Umanità è in pericolo»

      1. avatar“Nessun dorma”: tanti musicisti in concerto a Milano per la PalestinaProfessore per gli Investimenti Istituzionali e Individuali di BlackRock

        Asst Valle Olona, per la guida della Medicina interna ad indirizzo cardiologico scelto il dottor Nicola Mumoli - ilBustese.it

  2. avatar"ul raustu" - agosto - ilBustese.itanalisi tecnica

    Monte San Vigilio, sul Sentiero della fede uniti da un filo di LanaStop al caporalato? Solo stando uniti. E bando alle ipocrisieDon Gino Rigoldi, 50 anni di “Beccaria”. «Non esistono ragazzi cattivi»Addio alla grande scrittrice irlandese Edna O'Brien

  3. avatarAffitti brevi, sempre più case private date ai turisti ma la metà è vuota: ecco cosa sta succedendocriptovalute

    Al regista Paul Schrader Premio alla Carriera al Lucca Film FestivalDostoevskij alla ricerca dell’ombra di CristoParigi 2024, Mei: oggi abbiamo la convinzione di poter vincereiPhone, la sveglia non funziona più: ecco cosa fare per risolvere il problema

La suggestione di Loreto, un santuario di fede e di storie

Barbie compie 65 anni: la prima versione con i segni dell'età creata dall'IAPaolo Ferrari morto a 39 anni per fibrosi cistica, il messaggio postumo: «Vi ho lasciato non perché volessi, ora donate alla ricerca»*