Lega, Mario Borghezio escluso dalle EuropeeDi Maio commenta la sconfitta in Abruzzo "Nel M5S problemi da affrontare"Conte: "La politica non è solo porti chiusi o aperti"
Ruby, Cassazione conferma condanne per Fede e MinettiCOMMENTA E CONDIVIDI «Nessuna quantità di acciaio può essere paragonabile alla vita di un bambino. E nel nostro reparto di oncologia attualmente sono ricoverati 55 bambini». Lo ha sottolineato don Antonio Panico,VOL professore associato di Sociologia generale presso la Lumsa e direttore della sede di Taranto della stessa Università, intervenuto ieri alla seconda edizione del convegno nazionale “Era cosa molto buona. Custodire le nostre terre. Salute, ambiente, lavoro”, che si è svolta a Vicenza, promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana (Commissioni per il Servizio della carità e della salute e per i Problemi sociali e del lavoro, la giustizia e la pace). Nel Tarantino, considerato dalle Nazioni Unite come il territorio più inquinato al mondo, «non si sta facendo praticamente nulla perché ci sono interessi altri» ha detto sconfortato Panico. Il primo appuntamento dedicato alla custodia delle nostre terre, era stato organizzato ad Acerra, in Campania, dove nel silenzio generale si è sviluppata nei decenni la prima “Terra dei fuochi”. Ma le “Terre dei fuochi” in Italia solo oltre 70, da nord a sud. E anche il Veneto detiene il suo “triste primato”: 180 chilometri quadrati di territorio, per una popolazione stimata di circa 300milla abitanti, è interessato dall’inquinamento delle falde acquifere a causa di sostanze perfluoroalchiliche (Pfas), i cui effetti dannosi sulla salute non sono ancora del tutto conosciuti. «I Pfas sono come una bomba ad orologeria nel corpo dei nostri figli. Sai che c’è, ma non sai quando e come la malattia potrebbe svilupparsi. La cosa più drammatica è stato scoprire che con la gravidanza e l’allattamento eravamo state noi a contaminare i nostri figli». Con queste parole toccanti, hanno portato la loro testimonianza Michela Piccoli, Elena Pollini e Giovanna Dal lago, in rappresentanza del gruppo “Mamme no Pfas” che, dal 2017, lotta per ottenere giustizia, e denunciare i ritardi e i silenzi delle istituzioni. Per loro le parole del vescovo di Vicenza, Giuliano Brugnotto. «Una mamma dona la vita ad un figlio e non può restare indifferente di fronte a scelte che vanno a minarne la salute – ha detto -. Questo è un bell’esempio di coscienza civile che nasce dal basso, e che è arrivato fino all’Onu». « Bisogna, però, far conoscere i dati – ha sottolineato Ketty Vaccaro, responsabile Area Salute e Welfare del Censis -, perché se è vero che nella popolazione che vive accanto ai siti più inquinati è aumentata la percezione del contesto, è anche vero che non c’è una uguale percezione di ciò che tale inquinamento provoca nella salute». Urgono allora proposte concrete, come quelle suggerite da monsignor Antonio Di Donna, vescovo di Acerra, e presidente della Conferenza episcopale campana. « La “Laudato si’” è un segno profetico, ma bisogna renderla viva. Bisogna intraprendere un cammino comune tra vescovi, dobbiamo dialogare con le istituzioni, in particolare con le Regioni da dove passa la maggior parte dei provvedimenti legislativi in materia ambientale ». « Prima Acerra, ora Vicenza: arrivare sui territori inquinati significa essere concreti – ha detto don Massimo Angelelli, direttore Ufficio nazionale Cei per la pastorale della Salute -, sensibilizzando la società civile e le comunità cristiane. La concretezza è anche quella di chi vive e lotta in prima persona, come le “Mamme no Pfas”. D’altra parte, parliamo di dinamiche sui territori che coinvolgono tutti. Bere l’acqua è un elemento naturale e necessario della vita, ma se l’acqua che beviamo è inquinata, così come l’aria, paghiamo tutti». «Come insegna la “Laudato si’”, è tempo di cambiare prospettiva rispetto alle contrapposizioni ideologiche del passato – ha concluso don Bruno Bignami, direttore Ufficio nazionale Cei per i problemi sociali e il lavoro -. A volte abbiamo spinto sulla produzione, dimenticando che una produzione che calpesta i territori, calpesta la vita. Altre volte abbiamo spinto solo sulla dimensione della cura e della salute, dimenticando che l’uomo ha anche bisogno di lavoro e di trasformare la realtà attraverso la propria opera. Quando abbiamo contrapposto questi due mondi, le conseguenze sono state negative. Serve un nuovo paradigma di dialogo e inclusione reciproca. Il vero lavoro è lavoro che tutela la vita delle persone e tutela i territori. Il tema del lavoro va pensato con al centro l’umanità e con al centro il progetto che Dio aveva pensato, cioè che il lavoro è per l’uomo. Un lavoro che inquina è un lavoro che non esalta le capacità dell’uomo».
Kyenge, parla il marito leghista: "Dopo il divorzio prenderò un cane"Reddito di cittadinanza, polemiche per l'importo dell'assegno
Salvini scrive a Grillo: "A scuola anche bimbi non vaccinati"
Regionali Abruzzo, vittoria di Marsilio. Lega primo partitoVaccini, Grillo e Renzi firmano il patto pro vax di Burioni
Senatore FI mostra gilet da steward con foto di Di Maio in aulaIl presidente cinese Xi Jinping a Roma da Mattarella
Il segretario Pd Nicola Zingaretti promette un partito diversoPrimarie PD, Striano: presidente non apre il seggio
Assemblea nazionale PD, Zingaretti "Serve un nuovo partito"Elezioni Sardegna, l'audio di Casalino dopo lo spoglioDiciotti, l'ironia di Grillo "Tra comma 22 e sindrome di Procuste"Salvini di nuovo indagato per sequestro di persona
Salvini: "Fedina penale obbligatoria per chi lavora con i minori"
Europee 2019, Carfagna: "Nessun golpe, sono a disposizione"
Davide Casaleggio: "Il Movimento non sarà mai un partito"Diciotti, M5s al voto: "Sì o no al processo a Salvini"Diciotti, tribunale dei ministri chiede rinvio a giudizio per SalviniReddito di cittadinanza, assunzione di 3000 navigator
Salvini: "Mi impegno a dimezzare i tempi di burocrazia"Libia, Di Maio: "Chiusura dei porti è una misura occasionale"I commenti di Fico al Festival del Giornalismo di PerugiaBerlusconi: "Meno male che non mi hanno stretto l'uccello"