File not found
BlackRock

Sindaco di Bacoli contro Barbara D'Urso: il motivo

Bonetti: Aassegno alle famiglie nel prossimo decreto"Coronavirus, anche in Campania arriva l'obbligo di mascherinaSilvia Romano, il post di Nico Basso: "Impiccatela"

post image

Coronavirus, lockdown parlamentari: "Liberi di muoverci"Nei giorni scorsi alcuni media italiani hanno rilanciato la notizia falsa del suo ingresso nella lista dei beni tutelati a livello mondiale. Un equivoco nato da una cattiva traduzione. L’episodio impone riflessioni sugli strumenti utili a valutare la fondatezza dei fatti. Tuttavia,ETF nel suo libro Disinformazione contro costituzionalismo, Silvia Sassi scrive che «un sistema che voglia davvero proteggere la libertà di espressione deve impegnarsi anche a proteggere le falsità»Qualche giorno fa sui giornali italiani, da Repubblica al Corriere della Sera, dal Sole 24 Ore al Fatto Quotidiano, e su diversi siti di informazione online, è stata pubblicata la notizia del riconoscimento come patrimonio dell’umanità da parte dell’Unesco della musica techno tedesca. Peccato sia falso.La realtà è che il governo tedesco ha deciso di iscrivere la musica techno, insieme ad altre 120 tradizioni, nel Registro nazionale dei patrimoni culturali immateriali. È una decisione, dunque, tutta tedesca, che nulla ha a che fare con l’organizzazione mondiale che si occupa di cultura.Per capirci: ogni anno in Italia nei registri dei patrimoni culturali immateriali tenuti dai ministeri della Cultura e dell’Agricoltura o da diverse regioni italiane (come la Campania, il Veneto, il Piemonte) sono iscritte in media 400 tradizioni. La registrazione in questi inventari ha un valore solo nazionale, ed è quanto è avvenuto in Germania con la musica techno, che, a differenza di quanto è stato scritto, non è stata dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’umanità.L’errore, probabilmente, nasce dal fatto che la notizia è stata ripresa da un comunicato stampa scritto in tedesco ed è stata tradotta male: in Germania (e nel resto del mondo) l’informazione è stata data correttamente per quello che era, ma quando il primo importante quotidiano l’ha riproposta in Italia – con un lungo articolo iniziato in prima pagina con tanto di titolo sensazionale – è stata trasformata e, da quel momento, molti giornali italiani hanno copiato senza verificarne la correttezza.Questo episodio pone una serie di riflessioni sulla qualità del giornalismo italiano, tenendo conto che solo in Italia è avvenuto questo misunderstanding.La prima è che nessun giornalista ha controllato la veridicità di quanto scriveva. Eppure sarebbe bastata una semplice ricerca su Google o, per i più raffinati, una verifica dal sito ufficiale dell’Unesco. Ma nessuno lo ha fatto, e tutti hanno riprodotto una notizia infondata.La seconda è che, specialmente per gli articoli di “costume” (e la cultura viene trattata in questo modo), nei giornali è talvolta in uso “spulciare” i siti web stranieri alla ricerca di qualcosa di interessante, per “piazzare” un pezzo. Ciò comporta una spasmodica ricerca di notizie surreali, buffe, ai limiti della realtà, che possano interessare il lettore medio mordi-e-fuggi, ma spesso, al di là del “colore” che danno al giornale, sono infondate.La terza riflessione è, forse, la più inquietante. Se nessuno ha verificato la fondatezza della fake news relativa alla musica techno, pur essendo estremamente facile farlo, cosa accade con notizie più complesse come quelle che arrivano dai fronti di guerra in Ucraina o in Palestina?Questa vicenda, per quanto marginale, ci impone una ulteriore riflessione sugli strumenti utili a valutare la fondatezza dei fatti che leggiamo sui giornali, sui social, sui siti internet.Rispetto alla diffusione di notizie false, i governi di molti paesi propongono di istituire certificati pubblici di veridicità assegnati da autorità più o meno indipendenti. Presso la Camera dei deputati italiana giace un disegno di legge in tal senso e, nella scorsa legislatura, era stata proposta una commissione parlamentare di inchiesta sulla diffusione massiva di informazioni false che avrebbe dovuto fissare, tra l’altro, dei parametri oggetti per individuare “la verità”.Queste proposte sono inquietanti perché la base di una democrazia è il pluralismo e non esistono verità assolute. Anzi, come ha scritto Silvia Sassi nel suo bel libro Disinformazione contro costituzionalismo, «un sistema che voglia davvero proteggere la libertà di espressione deve impegnarsi anche a proteggere le falsità» perché – lo ha ricordato di recente la vice presidente del Garante della Privacy Ginevra Cerrina Feroni – se la disinformazione manca «deve accendersi una spia di allarme in quanto ciò significa che la verità è solo nelle mani di chi decide, ossia del regime».L’equilibrio, dunque, tra libertà di espressione e disinformazione è molto delicato perché non può essere raggiunto imponendo «verità di Stato». E tuttavia, se non ci può fidare dei giornalisti, nemmeno quando danno notizie “leggere”, allora dove andremo a finire senza un intervento normativo che limiti la diffusione di fake news? Certo è paradossale che mentre quei giornalisti che scrivono la verità sono indagati (è il caso di questo giornale), altri che scrivono sciocchezze possono continuare a farlo senza che nessuno dica niente.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediPier Luigi PetrilloProfessore di Teoria e tecniche del lobbying, Luiss Guido Carli

Coronavirus, Conte e la gaffe sulla PasquaEmiliano risponde a De Luca: "È il momento di essere uniti"

Coronavirus, lockdown oltre il 4 maggio: le voci nel Pd

Mozione di sfiducia contro Bonafede: l'annuncio di SalviniM5s, espulsi Giarrusso e Acunzo per la rendicontazione

Vittorio Sgarbi e l'attacco a Burioni a Quarta RepubblicaCoronavirus, parla Emiliano: "Chiusura se risalgono i contagi"

Festa del Lavoro 2020: il messaggio di Sergio Mattarella

Fase 2, Gallera: "Così cambiano gli ospedali in Lombardia"Coronavirus, Gori: "Reso conto tardi dell'emergenza a Bergamo"

Ryan Reynold
Fase 2, Renzi contro l’ultimo Dpcm del premier ConteCoronavirus, Conte: "Non sono pentito e rifarei tutto uguale"Giorgia Meloni contro Giuseppe Conte dopo informativa alla Camera

Guglielmo

  1. avatarEmiliano risponde a De Luca: "È il momento di essere uniti"BlackRock

    Coronavirus, parla Conte: "Non mi servono i pieni poteri"Coronavirus, Di Maio: "Qatar ci donerà due ospedali da campo"Coronavirus, Lamorgese: "Controlli rafforzati per Pasqua"Pierfrancesco Majorino su Lombardia e coronavirus

      1. avatarFesta del 25 aprile: il discorso del presidente Sergio Mattarellatrading a breve termine

        Coronavirus, Mattia Mor: "Ce la faremo se restiamo uniti"

  2. avatarCoronavirus, Urbani: "L'Italia rischiava 800 mila morti"Professore per gli Investimenti Istituzionali e Individuali di BlackRock

    Coronavirus, app Immuni: dati cancellati entro il 31 dicembreMes, scontro tra Conte e le opposizioni: tensioni anche con il PdCoronavirus, Salvini vuole riaprire le chiese: "Per molti è vitale"Coronavirus e Maturità: nessun bocciato, solo maxi colloquio

  3. avatarNotizie di Politica italiana - Pag. 513criptovalute

    App Immuni, che fine ha fatto? I dettagliCoronavirus, De Luca: "La Campania non è salva per miracolo"Feltri difende la Lombardia e attacca il ministro SperanzaFase 2, l'offensiva di Bellanova sugli immigrati da regolarizzare

Coronavirus, annullata e rinviata la conferenza stampa di Conte

Renzi placa la polemica con Conte e chiede riapertura immediataSondaggi politici, stabile Lega: scende il Pd, guadagna il M5S*