File not found
criptovalute

Nubifragio in Thailandia, aereo scivola sulla pista d’atterraggio: nessun ferito

Paura all'Ushuaia di Ibiza a causa del forte ventoErdogan incontra Zelensky a Leopoli con Guterrez a suggellareSparatoria in Canada, spari a Vancouver: segnalati alcuni feriti, eseguito un fermo

post image

Oltre 40 persone intrappolate in funivia allo zoo di Southwick: guasto tecnico all’impiantoLe vicende Palamara e Amara hanno disvelato una verità che era difficile affermare: l’attuale funzionamento del sistema dell’autogoverno non è più un presidio di difesa dell’indipendenza dei magistrati,analisi tecnica ma si è trasformato in un nemico dell’indipendenza stessa. Se una delle migliori magistrature, governando se stessa, produce quel che si è visto con il «caso Palamara» e, oggi, con il «caso Amara» c’è evidentemente qualcosa che non va nel sistema dell’autogoverno in sé e per sé. Bisogna cominciare – anzi: ri-cominciare – da due punti: far funzionare meglio il processo penale e rendere meno opaca la vita interna della magistratura, rafforzando la sua indipendenza ma evitando che essa assuma le forme dell’arrogante separatezza. Di fronte al «caso Palamara», prima, e al «caso Amara», ora, si registrano le preoccupate reazioni di molte persone intelligenti e in buona fede che mettono in guardia contro «gli attacchi indiscriminati alla magistratura», paventando un ridimensionamento dell’autogoverno dei giudici. Viene in mente un articolo di Gian Paolo Pansa, che, inviato nel 1963 a Longarone dopo il crollo della diga del Vajont, iniziava la sua cronaca con un incipit divenuto celebre: «Vi scrivo da un paese che non esiste più». I laudatores temporis acti dell’autogoverno come baluardo dell’indipendenza dei giudici scrivono di un paese celestiale ma non si sono accorti che quel paese non c’è più: è stato spazzato via dal crollo di una diga. Lo diciamo, beninteso, senza alcun compiacimento, perché la situazione è grave e i valori in gioco sono di primaria importanza per la tenuta complessiva del nostro sistema costituzionale. Il funzionamento del sistema La magistratura deve guardare in faccia la realtà e non arroccarsi, proprio perché occorre difendere il valore dell'autonomia. Le vicende di questi ultimi due anni hanno disvelato una verità che molti già avevano compreso, ma che era difficile affermare: l’attuale funzionamento del sistema dell’autogoverno (non l’autogoverno dei sogni, ma “l’autogoverno reale”) non è più un presidio di difesa dell’indipendenza dei magistrati, ma si è trasformato in un nemico dell’indipendenza stessa. Difendere questo modello di autogoverno significa lavorare contro l’indipendenza, perché significa lasciare ai suoi avversari non solo l'iniziativa per le necessarie riforme, ma soprattutto «la narrazione» che poi penetra nell'opinione pubblica. Le correnti hanno condotto alla degenerazione dell’autogoverno non perché troppo “politicizzate”, come dice la vulgata. Al contrario: perché hanno smarrito, nei decenni, il loro contenuto ideale (cioè di idee diverse e in confronto fra loro) e sono rimaste vuote crisalidi, mere strutture di istanze clientelari. Ora – va riconosciuto – alcune di esse stanno provando a fare i conti con gli errori commessi, avviando un percorso di cambiamento: bene, perché c'è bisogno di corpi intermedi, sani, che sappiano articolare il dibattito fra legittime visioni diverse di politica della giurisdizione. Uomini come Calamandrei, Mortati, Leone non scrissero gli articoli 101-110 della Costituzione per creare un sistema in cui le nomine dei dirigenti potessero essere trattate con frasi tipo «che c***o li piazziamo a fare i nostri?». O in cui i custodi della deontologia dei magistrati si affannassero a cercare biglietti dello stadio per i propri figliuoli. Una delle migliori magistrature del mondo Diciamo, tutti, da sempre: la magistratura italiana è una delle migliori del mondo come preparazione tecnica e capacità di indagine. Ma questa constatazione è diventata un’aggravante: perché se una delle migliori magistrature, governando se stessa, produce quel che si è visto con il «caso Palamara» e, oggi, con il «caso Amara» c’è evidentemente qualcosa che non va nel sistema dell’autogoverno in sé e per sé. E se la reazione a questi scandali è stata così balbettante (tanto che il presidente della Repubblica ha parlato di una «magistratura china su se stessa») ciò significa che da questa crisi culturale la magistratura non può uscire da sola perché oggi non ne ha la forza morale. Ricostruire la trama di una nuova fiducia dei cittadini verso la giustizia è un’impresa per cui servono tempo e pazienza. Bisogna cominciare – anzi: ri-cominciare – da due punti: far funzionare meglio il processo penale e rendere meno opaca la vita interna della magistratura, rafforzando la sua indipendenza ma evitando che essa assuma le forme dell’arrogante separatezza. Due piani di intervento diversi ma collegati, perché la fiducia dei cittadini si nutre sia tramite il buon funzionamento ordinario dei palazzi di giustizia, sia attraverso la riconquista dell'autorevolezza del Consiglio superiore. Le riforme È possibile, in questa direzione, raggiungere risultati importanti in tempi brevi? Tutti auspichiamo che la capacità e autorevolezza della Guardasigilli Marta Cartabia consenta di ottenere sia pur piccoli risultati che (anche agli occhi dell’Europa) segnino un’inversione di tendenza, soprattutto sulla durata dei processi. Ma è abbastanza chiaro che il breve tempo residuo di questa legislatura e la diversità di orientamento di alcune delle forze politiche che sostengono il governo costituiscono una gabbia stretta che impedisce la lunga marcia riformatrice di cui abbiamo bisogno. Questa marcia deve essere sostenuta da una riflessione culturale svincolata dalle contingenze della politica e dagli interessi personali, come invece spesso è accaduto nei decenni scorsi e rischia di accadere ancora oggi. Questa elaborazione deve vedere protagonisti i magistrati, ma certamente non può riguardare solo loro: giudici e pm sono chiamati ad aprirsi a un confronto vero con «il punto di vista esterno» senza mettersi sulla difensiva e ritenere che ogni proposta di cambiamento sia per definizione un attacco alla loro indipendenza e autonomia. Il nostro libro-dialogo, appena uscito in libreria, Una fragile indipendenza. Conversazione intorno alla magistratura (Edizioni SEB27) vuole contribuire a questo confronto. La magistratura italiana di oggi è ricca di donne e uomini straordinariamente preparati, che hanno superato, per il loro ingresso nella professione, prove molto selettive; che continuano a studiare e ad aggiornarsi; che dedicano al lavoro un impegno intenso e appassionato, spesso lavorando anche la sera e nei giorni di ferie. E che hanno subito il malaffare e le pratiche clientelari, che hanno indelebilmente sfregiato il principio dell’autogoverno, come un’offesa alla loro dedizione, alla loro onestà, al proprio limpido agire quotidiano. Ma la loro intelligenza, il loro entusiasmo e la loro forza, per creare un movimento capace di modificare lo stato di cose presente, hanno bisogno di incontrare e di fare forza comune con la sensibilità e le intelligenze esterne alla corporazione. A ciò si può arrivare aprendo una nuova stagione di dialogo tra avvocati, magistrati ed università, che sappia fondere l’esperienza sul campo delle prime due categorie con la sapiente e più distaccata riflessione dell’accademia. È un’opera lunga. Ma non ha alternative. © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediPaolo Borgna e Jacopo Rosatelli Paolo Borgna ha esercitato come avvocato ad Alba e poi è stato magistrato alla Procura di Torino fino al 2020. Jacopo Rosatelli, dottore di ricerca in Studi politici, insegnante e giornalista

Incidente a Barcellona, 26enne morto travolto da un tir mentre è in vacanzaCorpi di due italiani ritrovati in un ristorante in Germania

Ragazzo di 31 anni picchiato perché polacco dopo aver chiesto informazioni a due sconosciuti

Notizie di Esteri in tempo reale - Pag. 394Michigan Air Show, l'esplosione di un camion provoca la morte di una persona

Invitato spara col fucile durante il matrimonio: colpisce alla testa e uccide la sposaTurbina eolica prende fuoco dopo essere stata colpita da un fulmine

La svolta: Russia ed Ucraina firmano l’accordo sul grano

Accoltellato a morte da un 15enne per aver difeso la figlia dai bulliAttacchi seriali di scimmie, 42 in un mese: allarme in Giappone

Ryan Reynold
Gemelle 23enni si cospargono di benzina e tentano di dare fuoco a un distributore: arrestateCerca di dare fuoco a un ragno: 26enne brucia un chilometro quadrato di collinaUcraina, la Russia dichiara di aver conquistato Lysychansk e di avere il controllo del Luhansk

investimenti

  1. avatarUomo di 66 anni morto squartato dal tagliasiepiGuglielmo

    Guerra, ambasciata Usa agli americani: "Lasciate l'Ucraina"L’agghiacciante rapporto di Kiev: “Commessi 26mila crimini di guerra”“Costretti a sminare la città”: otto cittadini di Maiupol saltano in ariaCina, la polizia arresta in casa i contatti stretti dei contagiati Covid

      1. avatarAereo della Emirates Airlines vola per 13 ore con un buco nella fusolieraBlackRock Italia

        Crollo di una miniera a Sabinas, dieci minatori intrappolati: la disperazione dei parenti

  2. avatarTragedia negli Usa, padre e tre figli trovati morti in fondo al lagoProfessore Campanella

    Imprenditore italiano ucciso in Messico: stava andando a prendere le figlieRegno Unito, governo di Boris Johnson a rischio: due ministri hanno rassegnato le dimissioniMisteriose punture d'ago alle donne nei locali della movida: la polizia indagaUSA, fulmini nei pressi della Casa Bianca: ci sono delle vittime

  3. avatarInondazioni in Australia, evacuate 50mila persone vicino a SidneyMACD

    Vaiolo delle scimmie, caso in bimbo under 10 in OlandaPaura in Ucraina per un nuovo attacco ad una centrale nucleareTerremoto Papua Nuova Guinea: scossa di magnitudo 5.6Ai nativi del Canada le scuse di Papa Francesco: “Chiedo perdono a Dio”

Festa in piscina, si apre una voragine che risucchia gli invitati: un morto

Famiglia distrutta in un incidente negli USA: morto anche il padreGuerra in Ucraina, Kiev annuncia: "Costretti a ritirarci da Lysychansk"*