File not found
ETF

Allerta meteo arancione e gialla per sabato 26 agosto 2023

Si lancia dal balcone sull’autoscala dei pompieri, morto 40enne a PietralataInfermiera uccisa a Roma, si segue la pista dei soldiFrosinone, scambio di provette in ospedale: donna operata per un tumore che non aveva

post image

Morto Migliacci: autore di "Nel blu dipinto di blu"Oggi è incredibilmente difficile ricomporre il fronte dei subalterni. Nell’analisi dei fenomeni però non si può non considerare il capitaleL’ultimo dei dieci anni che ho passato in America fu accademicamente il più strano. Per una curiosa serie di coincidenze (fra cui lo scoppio della pandemia di Covid-19) invece dei miei soliti corsi di letteratura mi ritrovai a insegnare Teoria del conflitto militare in un dipartimento di Peace and conflict studies.Tali dipartimenti sono nati intorno agli anni Settanta con lo scopo di fare da contraltare ai più tradizionali dipartimenti di Scienze politiche che sempre più svoltavano verso posizioni destrorse.Questi ultimi cominciavano infatti ad analizzare gli scenari geopolitici nei puri termini strumentali di azione e reazione,analisi tecnica cercando di mantenere ogni discorso ideologico fuori dal quadro e concentrandosi invece su domande del tipo: «Se gli Stati Uniti intervengono militarmente in uno dei paesi del nord Africa, qual è la probabilità che il conflitto si allarghi al Medio Oriente? Come reagirà il Sudan? E l’Unione europea?».I dipartimenti di Peace and conflict, dove molti politologi di sinistra avevano trovato riparo, rimettevano invece sul piatto le prospettive etiche e ideologiche, cercando di ragionare – oltre il “come” – sul “perché”; provando a superare un approccio che dava per scontato il principio di servire l’interesse egoistico della propria nazione di appartenenza.Superare la lettura strumentalistica delle relazioni internazionali era insomma anche un modo per ostacolare, così mi spiegavano i nuovi colleghi, quella perniciosa logica che riduceva ogni azione e ogni prospettiva (anche intellettuale) al suo rendimento, vale a dire alla sua capacità di avere un ritorno sul bruto piano dell’utilità.Un compito improboCiò che dunque i dipartimenti di Peace and conflict miravano implicitamente a contrastare, compito davvero improbo, era più in generale quel tratto egemonico del neoliberismo che, organizzando la società attorno a un ordine di mercato, ha trasformato alle radici il nostro modo di pensare, portandoci a considerare giusto semplicemente ciò che è utile.Si imponeva così il mito dell’efficienza – cioè la logica d’impresa – quale valore sociale da applicare a ogni ambito dell’esistenza (oltreché a ogni tipo di istituzione, come vediamo oggi con la scuola, con gli ospedali, con l’università, ecc.).Se si considera che sui social, nello stesso periodo, alcuni personaggi del sottobosco vip si lamentavano coi vecchi che, deboli, obbligavano i giovani a restare chiusi dentro casa, si capisce bene di cosa sto parlando.Una necessità materialisticaTrovai degli studenti fantastici, in grado di ragionare in modo più complesso rispetto a quelli che avevo avuto nei dipartimenti di Studi umanistici. Inevitabilmente, dati i temi trattati, molte delle questioni erano quelle al centro delle attuali “guerre culturali”: la nazionalizzazione delle masse e la loro cooptazione nelle prospettive egemoniche delle classi dominanti, il ruolo del razzismo, quello delle donne, il linguaggio che la stampa passa a utilizzare a conflitto imminente o in corso, ecc..Ma questi temi, visti appunto sullo sfondo delle ostilità militari (anche interni alla nazione nei casi della guerriglia rivoluzionaria), acquisivano una coloritura più direttamente materialistica e meno esclusivamente… culturale.Si connettevano meglio all’ambito politico-economico e questo, a sua volta, ne complicava le prospettive: perché i giornali di proprietà di William Randolph Hearst pubblicarono una serie di reportage sul razzismo coloniale degli spagnoli nelle settimane che precedettero la guerra ispano-americana?Cosa ne è dell’istanza rivoluzionaria del femminismo quando serve a giustificare l’intervento militare in paesi dove le donne vivono in condizioni più arretrate? Perché quelle multinazionali che, in occidente, si fanno fiere promotrici di sistemi inclusivi di controllo linguistico supportano poi interventi bellici in paesi dove adotteranno scale retributive differenti secondo le linee della razza? E così via.In relazione al macro-tema della guerra emergeva insomma non l’estraneità delle “guerre culturali” alle grandi tematiche politiche ed economiche, ma la necessità – direi materialistica – di intenderle sul piano di un rapporto dialettico con le decisioni tanto del capitale quanto degli stati-nazione.Il passaggio che manca Credo sia proprio l’assenza nell’analisi di tale gradino ulteriore ad aver creato negli ultimi anni tutti quei contrasti da cui il discorso di sinistra è attraversato.Finché, voglio dire, il discorso politico antagonista riesce a svilupparsi solo un piano culturale, focalizzando su una serie di misure culturali a loro volta (politicamente corretto, linguaggio inclusivo, destrutturazione del canone letterario, ecc.), è incredibilmente difficile tanto ricomporre il fronte dei subalterni quanto comprendere cosa fare quando il capitale o talune istituzioni politiche paiono sposare le ragioni della lotta (oggi come oggi, ad esempio, il concetto di “inclusività” è sulla bocca di ogni dirigente aziendale così come di ogni tecnico di governi neoliberali).La perdita di precisi bersagli materiali (siano appunto il capitale o gli stati-nazione) ha creato una balcanizzazione delle prospettive di sinistra, che paiono al momento più occupate a rinfacciarsi i rispettivi privilegi identitari che non a provare a comprendere il modo in cui i soggetti sociali egemonici, economici o politici che siano, sono in gradi di cooptare o mettere a profitto le stesse specificità identitarie: nel giugno 2020 Amazon mise in home page la scritta Black Lives Matter e negli stessi mesi assoldò un esercito di avvocati per impedire la formazione di un sindacato, composto al 90 per cento di lavoratori black and brown, in Alabama.Con ciò non voglia assolutamente sostenere, come qualcuno tende a fare, che le guerre culturali siano di per sé parte integrante e/o complice del neoliberismo.Penso anzi che la loro comparsa sia allo stesso tempo il sintomo di conflitti emergenti quanto un effettivo strumento di lotta. Ma penso altresì che sia necessario riarticolare queste battaglie in relazione al piano materiale, e quindi inevitabilmente anche in relazione al modo in cui capitale e stati tendono a servirsene (o a rifiutarle) – in ottica appunto strumentale – verso scopi specifici e che concernano i tradizionali campi dello sfruttamento lavorativo, dell’espropriazione, del controllo.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediMimmo CangianoMimmo Cangiano

Kevin Laganà, il fratello commenta il video: "Un'eredità, si è fatto giustizia da solo"Pordenone, ex militare gira armato per strada e poi si barrica in casa

Ondata di caldo, 16 città da bollino rosso: cosa fare per difendersi

Provincia di Bolzano dà il via libera all'abbattimento di due lupi: protesta degli animalistiIncidente in canoa a Chiavari, ragazzo morto per ipotermia

Tragedia a Lampedusa durante uno sbarco: neonato annegaIncidente stradale sulla A4, scontro tra pullman e tir: molti feriti

Valeria Fioravanti, morta a 27 per una diagnosi sbagliata: la perizia del medico legale

Orsa Amarena, l'uomo che l'ha uccisa: "Non vivo più"Ss80, giovane imprenditore sbanda per non investire un animale: morto Daniel Martino

Ryan Reynold
Notizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 268Brandizzo, non è stato un caso isolato: altre volte operai sui binariMuore d'infarto mentre guida, la moglie evita lo schianto

trading a breve termine

  1. avatarAereo da turismo intercettato dall’Aeronautica militareBlackRock

    Incidente a Villafranca in Lunigiana, ragazzo di 16 anni mortoStrage di Brandizzo, il video girato da una delle vittime: "Se dico treno, spostatevi!"Strage di Brandizzo: il racconto di uno operaio sopravvissuto alla tragediaLuca Giustolisi, addio a un ex campione della pallanuoto

    1. Bimbo morto a Portogruaro: "gli investigatori sanno chi è stato"

      1. avatarDaniele Cammarota, il calciatore è morto a tre anni dal tragico incidenteEconomista Italiano

        Lampedusa, l'iniziativa di un pompiere: spaghettata per i migranti

  2. avatarPrevisioni meteo della settimana: torna il maltempo in ItaliaEconomista Italiano

    Bassetti: la nuova intervista sul CovidMaestra calva insultata da bambini, il racconto di MiriamEggCrack, il trend di TikTok dei genitori che rompono le uova in faccia ai figli: le criticheCaivano, parla la mamma della ragazza: "Ci stanno minacciando"

  3. avatarFerrara, cade dalla moto al Park Cross e si ferisce: 15enne ricoverato nel reparto RianimazioneProfessore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock

    Incidente in via Cristoforo Colombo, perde il controllo della moto: morto a 19 anniBimbo morto all'ospedale di Padova, arrestata la madreNotizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 285Salerno, incidente in scooter: 17enne ricoverata in gravi condizioni

Imprenditrice scomparsa nel 2016: uccisa e data in pasto ai maiali

Bestemmia alla cena condominiale: accoltellato dal vicinoSoccorre la vittima di un incidente, ma è un ladro: gli ruba la macchina*