L'appello di Zaia: "Domani facciamo rumore per Giulia Cecchettin"39enne accoltellato e preso a martellate fuori dalla discotecaVannacci sotto inchiesta per il suo libro
Filippo Turetta, ci sarà un processo lampo? I tempi della sentenzaContinua a far discutere la proposta della Lega di abolire l'uso del femminile nei documenti e negli atti pubblici. Dopo l'annuncio di ieri,MACD sono state moltissime le reazioni del mondo politico e non solo. A parlare è stato anche Claudio Marazzini, presidente onorario dell'Accademia della Crusca e professore emerito di storia della lingua italiana dell'Università del Piemonte Orientale, che ha criticato duramente il disegno di legge presentato dal senatore leghista Manfredi Potenti. Un fatto, questo, che ha portato i vertici del partito a dissociarsi dalla proposta, chiedendone il ritiro immediato. L'attacco dell'Accademia della Crusca«La lingua ha un solo nemico vero: l'autoritarismo linguistico, di qualunque segno». Reagisce così Claudio Marazzini, presidente onorario dell'Accademia della Crusca e professore emerito di storia della lingua italiana dell'Università del Piemonte Orientale, al disegno di legge presentato dal senatore leghista Manfredi Potenti («Disposizioni per la tutela della lingua italiana, rispetto alle differenze di genere») che chiede di vietare l'uso scritto, negli atti pubblici, di parole come "sindaca", "questora", "avvocatessa" e anche "rettrice". «Poco tempo fa un rettore ha introdotto ufficialmente il femminile sovraesteso nel regolamento del suo ateneo: ha abolito il maschile "rettore", lasciando sopravvivere solo "rettrice". Mi pare che nessuno l'abbia obbligato a correggere una simile forzatura, che meritava come minimo un'interrogazione parlamentare - commenta Marazzini con l'Adnkronos -. In molti atenei già le autorità accademiche impongono ai docenti l'abbandono del maschile non marcato, e pretendono l'uso obbligatorio di asterischi e schwa. Per fermare queste imposizioni non si muove nessuno (basterebbe un richiamo del ministero). Ecco però la bella trovata che dovrebbe risolvere tutto: ecco l'imposizione di segno contrario, destinata a fare un po' di chiasso, senza conseguenze pratiche, trattandosi di un'idea inapplicabile. Peccato: il risultato sarà simile a una gazzarra».«Sarebbe stato utile, prima di lanciare proposte inapplicabili, leggere i consigli dell'Accademia della Crusca, in particolare quelli diretti al Comitato pari opportunità della Corte di Cassazione. Occasione persa, dunque, per ristabilire una sana e giusta libertà - sostiene Marazzini - Ne verrà nuovo spazio per i fautori del femminile sovraesteso, per i fanatici di schwa e asterischi, che si presenteranno al mondo come custodi della libertà democratica, mentre in realtà, a loro volta, sono ben propensi a varie forme di autoritarismo. E il nemico vero è proprio quello: l'autoritarismo linguistico, di qualunque segno».La Lega chiede il ritiro della propostaPoche ore dopo il disegno di legge, la Lega ha precisato però che la proposta di legge del senatore Manfredi Potenti è un'iniziativa del tutto personale. «I vertici del partito, a partire dal capogruppo al Senato Massimiliano Romeo, non condividono quanto riportato nel Ddl Potenti il cui testo non rispecchia in alcun modo la linea della Lega che ne ha già chiesto il ritiro immediato». Il commento del Pd«La Lega ha costretto il senatore del Carroccio Manfredi Potenti a ritirare il disegno di legge "Disposizioni per la tutela della lingua italiana, rispetto alle differenze di genere" grazie alle proteste di tutte le opposizioni. Ne siamo ovviamente contenti, ma a tutte e tutti dico: non sottovalutiamo il problema. È stato un fatto grave, non un'iniziativa ridicola o antistorica. Pensare che la declinazione femminile di nomi istituzionali o professionali corrompa la lingua italiana e per questo prevedere anche multe salate, rivela un pensiero ben preciso: e cioè che le donne nella vita pubblica siano un orpello da cancellare e che il sistema, maschile e maschilista, sia il punto di riferimento per tutti, il neutro della soggettività maschile che tutto ingloba. Questa destra crede nel modello patriarcale di società e lo dimostra di continuo: sull'aborto, sull'occupazione femminile, sulla famiglia. Non abbassiamo la guardia, perché è dal linguaggio che parte il cambiamento». Lo dice la senatrice del Pd Valeria Valente. Ultimo aggiornamento: Lunedì 22 Luglio 2024, 13:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA
Qualità della vita 2023: la classifica delle province italiane dove si vive meglioRoma, uomo travolto e ucciso da moto pirata: due ricercati
Napoli, terribile scontro fra auto e pullman: morti marito e moglie
Malori tra gli operatori del 118 a Bologna, un indagato: “Somministrava clotiapina”Incidente sulla A4: coinvolti 5 camion
25 novembre, a Roma e Milano si manifesta contro la violenza sulla donna. Schlein: "Partecipazione straordinaria"25 novembre, a Roma e Milano si manifesta contro la violenza sulla donna. Schlein: "Partecipazione straordinaria"
Filippo Turetta, l'auto del killer arriva oggi in Italia: sarà analizzata dai RisDramma della solitudine a Recanati: due sorelle trovate morte in casa
Previsioni MeteoCiclista trovato morto a Vicenza: sin indaga per capire cosa sia accadutoStrage di Cadore, Angelika Hutter: i risultati della perizia psichiatricaMilano, arrestato marito violento: voleva entrare con la forza a casa dell'ex moglie
Como, morto 23enne in un frontale tra auto: grave un ragazzo di 26 anni
Omicidio Giulia Cecchettin: il movente di Turetta
Giulia Cecchettin, chi si è presentato al suo funeraleGino Cecchettin ai colleghi: "Ora mi prendo una pausa dal lavoro"Reggio Emilia, 23enne violentata nel parcheggio di un supermercato: arrestato 55enneUccise a coltellate moglie e suocera: ergastolo per Jawad Hicham
Migranti, la nuova Alleanza Globale contro i trafficantiGiulia Cecchettin: il libro per bambini ritrovato vicinoCaso Giulia Cecchettin, l'autospia fa chiarezza sulla causa di morte: uccisa dalle coltellate di TurettaPapa Francesco non ha la polmonite: le sue condizioni