Elezioni comunali 2021, come si vota e come funziona il voto disgiunto?Notizie di Politica italiana - Pag. 306Green pass esteso a tutti i luoghi di lavoro: Draghi d'accordo, la Lega si oppone
Green Pass, il lavoratore potrà essere sostituito nelle aziende con meno di 15 dipendentiVittorio Gallese COMMENTA E CONDIVIDI Una antropologia scientifica che però valorizza anche la poesia come forma di conoscenza. Non è una contraddizione,Economista Italiano ma l’esito di un’opera che si presenta come un “piccolo libro”, ma in realtà è ambiziosa e meritevole di un’attenta considerazione, comunque la si valuti alla fine del percorso sulle nuove acquisizioni che definiscono chi siamo e come “funzioniamo”. Cosa significa essere umani? (Cortina, pagine 292, euro 16,00) è il frutto della ricerca neuroscientifica di Vittorio Gallese e di quella psicologica di Ugo Morelli. Abbiamo parlato con il primo, docente all’università di Parma, studioso di fama internazionale, scopritore con il gruppo di Giacomo Rizzolatti dei neuroni specchio, fisiologo capace di dialogare in profondità con la filosofia.Professor Gallese, nel libro si auspica un radicale ripensamento del significato di essere umano: in quale direzione?«Nella direzione che attribuisce - su basi nuove - a noi umani una caratteristica già intuita e discussa in passato: la centralità di corpo e movimento. Nel libro ridiamo centralità al corpo, alla sua espressività senso-motoria ed affettiva, identificando nel corpo agente e senziente il cardine attorno a cui costruiamo quotidianamente il nostro esserci, la nostra singolarità. Questa singolarità è il frutto del nostro incontro con gli altri. Questo incontro è a sua volta letteralmente plasmato da come il nostro corpo, col suo iniziale funzionamento immaturo che limita fortemente l’autonomia, ci rende inizialmente totalmente dipendenti dall’altro. In assenza di altri esseri umani che si prendono cura di noi, nutrendoci e proteggendoci, non sopravviveremmo. Questa neotenia di noi umani, il nostro nascere “immaturi”, rende molto più cruciale capire l’altro e fargli capire cosa vogliamo, prima, e chi siamo, poi. Per questo è dalla relazione che si sviluppa la soggettività, la singolarità di ognuno di noi. Tutto parte dall’espressività corporea, da cui nasce il simbolico e il linguaggio. È la relazione che ci definisce di più come specie vivente».In sintesi, quali sono i principali risultati di ricerca che motivano una nuova idea di essere umano?«L’infant research, la psicologia e scienza cognitiva dell’età evolutiva di Daniel Stern, Colwyn Trevarthen, Ed Tronick e molti altri, ha letteralmente rivoluzionato la nostra concezione di cosa siano un neonato e un bambino. Non monadi inizialmente isolate, sospese tra fusione e ripiegamento in sé, ma esseri da subito reattivi, attivamente alla ricerca dell’altro per ingaggiarlo in un gioco di interazioni che verosimilmente inizia già in fase prenatale, durante l’ultimo trimestre di gravidanza. Immediatamente dopo la nascita cerchiamo attivamente l’altro, in un modo inizialmente imitativo, poi via via sempre più dialogico, con una forte connotazione affettivo-emotiva. Da qui emerge l’originaria relazionalità dell’essere umano. Poi il contributo delle neuroscienze. La scoperta dei meccanismi di rispecchiamento ha rivelato come anche a livello dei meccanismi neurofisiologici del nostro cervello-corpo, fino ad arrivare ai singoli neuroni, la relazionalità è intrinseca al nostro essere, a qualsiasi livello la si cerchi. È come una qualità frattale dell’umano».Corpo e movimento sono a vostro parere gli elementi fondamentali che ci caratterizzano: in che modo? Perché tendiamo a sottovalutarli?«Perché dall’età moderna in poi ha prevalso a lungo un’idea del tutto diversa dell’essere umano, descritto essenzialmente come Cogito immateriale, spesso co-estensivo col linguaggio, un linguaggio analizzato soprattutto da un punto di vista formale, sintattico-generativo. Oggi questa visione dell’umano adotta - o è adottata - dai modelli computazionali, algoritmici. Tutte queste varie incarnazioni del cognitivismo il corpo proprio non lo vedono. Per questo tipo di cognitivismo, che nel libro critichiamo, il corpo non è che un apparato semovente deputato a trasportare la nostra vera essenza, che è di processare informazioni, essere macchine computazionali. Ovviamente, le cose non stanno così e nel libro spieghiamo perché secondo noi questo modello è sbagliato nella sua univocità. La psicologia, le neuroscienze, certa filosofia della mente, la sociologia e l’antropologia convergono nel sostenere e spesso dimostrare che per capire ciò che chiamiamo mente, pensiero, coscienza, non si può che partire dal corpo. Un corpo che “si muove” anche quando sta fermo. Il nostro “cervello sensorimotorio” e affettivo, infatti, si attiva non solo quando agiamo o proviamo delle emozioni e delle sensazioni, ma anche quando solo le immaginiamo, o le vediamo negli altri, o nelle rappresentazioni del mondo che dal paleolitico in poi abbiamo prodotto. Con la simulazione incarnata molto circuiti del nostro cervello sono riusati per copi e processi diversi».Voi parlate di “condividui”, viene prima il noi dell’io: in che modo e che implicazioni comporta?«Per capire la nostra unicità, la nostra singolarità, si deve partire dallo spazio condiviso, noi-centrico formato dalle nostre somiglianze di funzionamento e di ambiente. La nostra natura corporea impara ad esprimersi creando abitudini e riti, mimeticamente condivisi dai membri del gruppo sociale. Da ciò nascono le nostre istituzioni religiose, politiche ed economiche, in una parola, la nostra Cultura. Le pratiche sociali reciprocamente cambiano la nostra intelligenza corporea. L’introduzione del linguaggio diventa un vero game-changer, ridefinendo l’intelligenza corporea stessa. Parlare di condividui significa sostenere che in ognuno di noi coesiste una somiglianza con l’altro che precede e fonda la differenza. Da qui nasce anche la convinzione che sia la dimensione sociale e non quella individuale a definire l’umano. Le conseguenze sono molte, sia da un punto di vista esistenziale che da quello etico-politico».L’empatia è una nostra caratteristica fondamentale, ma spesso non è ben compresa: che cosa ci dice la conoscenza del sistema dei neuroni specchio?«Empatia significa sentire con l’altro. Non c’entra nulla con la simpatia, l’altruismo, l’essere buoni samaritani. Ne è precondizione necessaria ma non necessariamente le implica, men che meno le causa. Siamo noi che decidiamo se e come usare le nostre competenze empatiche, potendole utilizzare anche per manipolare l’altro o colpirlo. Come dicevo prima, la scoperta dei neuroni specchio prima, e dei meccanismi di rispecchiamento/simulazione nel cervello umano poi, hanno dato un fondamento neurofisiologico a questa modalità di relazione di base, l’empatia appunto, l’Einfühlung, il “sentire dentro” l’altro, già al centro della riflessione della fenomenologia, dell’antropologia filosofica e, in modo diverso, da aspetti del pragmatismo americano. Certo l’empatia non è l’unica modalità con cui possiamo attribuire un senso all’Altro. Abbiamo strumenti cognitivamente più raffinati, abbiamo il linguaggio con le sue narrazioni e i suoi molteplici livelli di riflessione. Ma come scriviamo nel libro, il linguaggio non è il punto di partenza per descrivere cosa significhi essere umani, ma il punto d’arrivo».Nel libro c’è un forte invito a un nuovo approccio all’educazione e all’insegnamento: cosa e come dovremmo cambiare?«Non offriamo ricette, ma una prospettiva che, secondo noi, mostra una linea, una progettualità che dovremmo costruire nel tempo. A proposito di educazione, l’idea di umano che emerge dalle ricerche di cui parliamo nel libro suggerisce un’idea di formazione più che di trasferimento di informazione. Aiutare i giovani prima e gli adulti poi a sviluppare le proprie potenzialità creative. L’andare oltre il conosciuto, oltre la siepe di cui parla Leopardi, è qualcosa che ci caratterizza tutti. L’apprendimento è regolato, vincolato e favorito da processi corporei e intersoggettivi e dall’affettività che li accompagna. Processi che ci spingono ad andare oltre l’esistente, a trascenderci, per affrontare l’insanabile aporia della nostra condizione umana, per dirla col filosofo Massimo Cacciari. Se questo è vero, le cose da cambiare sono molte».Di fronte alle trasformazioni tecnologiche, l’antropologia che proponente che cosa ci suggerisce di fare? «Uno dei temi oggi al centro del dibattito riguarda l’impatto sulle nostre vite, quando non anche sul nostro benessere mentale, delle nuove tecnologie digitali, dei social e del loro uso o supposto abuso e, da ultimo dell’Intelligenza Artificiale. Dalla nostra analisi emerge che la dimensione tecnologica sia intrinsecamente parte della natura umana. Pensiamo che esista una linea continua che connette l’invenzione del fuoco, attorno a cui abbiamo imparato a raccontarci delle storie, e la creazione dei primi strumenti litici con cui abbiamo progressivamente modificato il nostro ambiente, alla creazione di internet, degli smartphones coi loro “schermi-pelle”, e degli algoritmi che stanno assumendo sempre di più caratteristiche simil-umane. Demonizzare la tecnologia significa demonizzare noi stessi. Un’operazione inutile. Dobbiamo studiare più e meglio le pratiche sociali e individuali che queste tecnologie sollecitano in ognuno di noi. C’è bisogno di molta più ricerca, anche per disinnescare alcune visioni apocalittiche, finora non sostenute da dati attendibili, così come le ‘commerciali’ promesse dei tecno-entusiasti, promuoventi solo le magnifiche sorti e progressive delle nuove tecnologie digitali. Più ne sappiamo, meglio sapremo utilizzarle per migliorare le società, le condizioni di vita e la salute mentale di noi esseri umani. Se vorremo e sapremo farlo».
Covid, De Luca: "Salvini irresponsabile, fa aumentare i contagi e farà chiudere le attività per mesiSperanza: "Obbligo vaccinale ipotesi concreta, green pass verrà esteso ad altri settori"
Simone Tabacci, figlio del braccio destro di Draghi, assunto in Leonardo: cos'è e perché si rischia il conflitto di interessi
Bufera sulla consigliera toscana del Pd: “Si al ritorno dei talebani”Green pass, Letta: “Patto di maggioranza sui vaccini, tutti i candidati siano immunizzati”
Green Pass, Camera: obbligo esteso anche ai parlamentariFar pagare ricovero e cure ai no vax è un atto anticostituzionale?
Terremoto dell'Aquila, Draghi: "Accelerare sulla ricostruzione, in arrivo 1.78 miliardi dal Pnrr"Sardine, gaffe per Mattia Santori: denuncia il traffico di Bologna ma è contromano nella corsia dei
Morisi, ipotesi del ricatto dei due escort e della lite sui soldi per la drogaComunali 2021, Catello Maresca: "I candidati impresentabili che abbiamo allontanato dalle nostre liste si sono accasati altrove"Riforma Catasto, Draghi: "Nessuno pagherà di più. Nessuno pagherà di meno".La sottosegretaria Floridia: “Ora abbiamo vaccini e Green Pass, la Dad non esisterà più”
Green Pass, tensioni alla Camera: Lega vota con Fratelli d’Italia
Elezioni comunali 2021 sondaggi: chi sono i candidati favoriti nelle principali città
Green pass, De Luca avverte: "Senza obbligo a fine agosto rischiamo di chiudere tutto"Caso Durigon, ecco chi voterà la sfiducia al Sottosegretario della LegaAntonio Bassolino, chi è il candidato sindaco di Napoli alle elezioni comunali 2021Green Pass, Speranza alla Festa dell'unità: "Stiamo valutando estensione dell'obbligo"
Green pass, le nuove regole del decreto Covid: obbligo di certificato per bar e ristoranti al chiusoVittorio Sgarbi scalzo alla Camera: senza scarpe in Parlamento durante il voto sul Green passConte: "Con questa Lega in totale confusione il governo Draghi non arriva al 2023"Caso Luca Morisi, Salvini: "Vicenda sospetta, attaccano lui per arrivare a me"