File not found
BlackRock Italia

Calabria, terremoto in provincia di Cosenza: epicentro a Corigliano Rossano

Papa Francesco salta le udienze: "Ho uno stato febbrile"Salerno, rubato un orologio dalla tomba di un 15enneLecce, bimbo morto a Uggiano La Chiesa: aveva solo 14 mesi

post image

Milano, un 29enne egiziano è stato arrestato per violenze sessualiL'intervistaJacqueline Burckhardt: «La mia carriera?Campanella Come giocare con i sassi sull'acqua»A tu per tu con la restauratrice, storica dell’arte, docente, curatrice, autrice, editrice e organizzatrice di mostre basileseStefania Briccola16.03.2024 18:00«Gesamtkunstwerk è una delle parole più importatidel mio vocabolario, qualcosa che mi interessa moltissimo». Lo diceJacqueline Burckhardt che ha fatto del suo lavoro una vera «opera d’artetotale» con diverse competenze. Non a caso il suo autorevole punto di vista èquello di restauratrice, storica dell’arte, docente, curatrice, autrice,editrice e organizzatrice di mostre. Questa signora con la culturarinascimentale nel cuore è nata a Basilea nel 1947 e si è formata tral’Istituto di Restauro di Roma e l’Università di Zurigo, dove vive. A JacquelineBurckhardt l’Ufficio federale della cultura ha conferito il Gran PremioSvizzero d’arte Prix Meret Oppenheim 2024. Lo stesso riconoscimento, quest’anno, è andato a Marianne Burkhalter e Christian Sumi e a Valérie Favre. Al Corrieredel Ticino, la storica dell’arte racconta le tappe più significative della suacarriera: dalla scoperta di Laurie Anderson, con l’inizio del programma diperformance al Kunsthaus di Zurigo, alla fondazione della rivista Parkette,dalle opere site-specific curate al Novartis Campus a Basilea alle vetrate diSigmar Polke alla chiesa di Grossmünster a Zurigo. È uscito in questi giorninella traduzione inglese il libro strutturato a mo’ di pièce La mia commediadell’arte, che si arricchisce di nuovi interessanti capitoli. JacquelineBurckhardt, la sua figura comprende varie competenze professionali. C’è un fil rouge che unisce queste suevarie attività nell’ambito dell’arte?«Forse è l’interdipendenza delle mie variecompetenze. L’opera d’arte ha bisogno della cura della restauratrice, poi perandare più a fondo c’è il lavoro del teorico, infine ci si dedica a promuovereil fare artistico nell’ambito di apposite commissioni. Quando ho iniziato lamia formazione all’Istituto Centrale del Restauro a Roma, dove c’erano storici,archeologi, scienziati e giuristi, ho capito quanto l’opera d’arte necessiti di un insieme di competenze». Lei è stata ancheeditrice, insieme a Bice Curiger, della rivista Parkett. Come vede questaesperienza? «Poter fare questa rivista con un gruppo diamici che avevano lo stesso interesse per l’arte e gli artisti è stata unagrande opportunità e un’eccitazione continua durata 33 anni, dal 1984 al 2017.All’epoca il mondo dell’arte era più piccolo e più piatto di oggi e ci siamoconcentrati soprattutto sull’Europa, gli Stati Uniti e l’America del Sud cherappresentavano i nostri campi di interesse e corrispondevano alle lingue cheparlavamo. Oggigiorno non potremmo più limitarci solo all’Occidente».Può dare un‘ideadell’atmosfera che si respirava nella redazione di Parkett tra Zurigo e NewYork?«Il team editoriale di Parkett ha sempre lavoratoa stretto contatto con artisti e autori internazionali. Abbiamo discusso conloro il carattere di ogni volume della rivista. Volevamo andare a fondo allecose, fornire molto più che semplici informazioni, offrire riflessioni da puntidi vista diversi. Già prima della fondazione di Parkett, Bice Curiger, che inseguito divenne caporedattrice di Parkett, e io eravamo in stretto contatto conartisti come Enzo Cucchi, Sigmar Polke e Meret Oppenheim. Bice stava scrivendola prima monografia su Meret Oppenheim e all'epoca parlammo molto con lei dicome teorizzare una nuova rivista d'arte».Parkett tentava dicogliere lo Zeitgeist? «Sì, Parkett era un tentativo di coglierelo spirito del tempo. Avevamo concepito la nostra rivista come una Kunsthallesu carta». Parkett era quasiun’opera d’arte totale? «Gesamtkunstwerk è una delle paroleimportati del mio vocabolario, qualcosa che a me interessa moltissimo. Ancheper questo ho fatto tante cose diverse perché so che sono necessarie perchél’arte possa nascere, essere vista e considerata». Abbiamo parlato di artisti svizzeri come Fischli &Weiss, Pipilotti Rist, Sylvie Fleury, Roman Signer e Markus Raetz quando non erano ancora noti all’esteroCon Parkett avetedato visibilità internazionale alla scena artistica svizzera che non era moltoconosciuta. Quali artisti con il suo lavoro ha portato all’attenzione delpubblico?«Diciamo che forse non abbiamo neanchetanto pensato al pubblico. C’era piuttosto l’entusiasmo per certi fenomeniartistici che volevamo far conoscere visto che la rivista Parkett era distribuitaa livello internazionale, scritta in inglese e in tedesco, con un ufficio a NewYork e uno a Zurigo. Abbiamo parlato di artisti svizzeri come Fischli&Weiss, Pipilotti Rist, Sylvie Fleury, Roman Signer e Markus Raetz quandonon erano ancora noti all’estero. Ho curato con Bice Curiger una mostra diMeret Oppenheim al Guggenheim Museum di New York e quando l’abbiamo allestitaci siamo rese conto che pochi avevano idea di chi fosse questa protagonista delSurrealismo; conoscevano la sua famosa Tazza di pelliccia, ma non sapevano seera una donna o un uomo, viva o defunta». Come ha scopertoLaurie Anderson che all’inizio degli anni Ottanta ha portato al Kunsthaus diZurigo?«Siamo sempre in tanti a scoprire untalento perché uno vede una cosa e lo dice all’altro e così si capisce che c’èsempre qualcuno che forse l’ha vista prima. Laurie Anderson nel 1980 fece unaperformance alla Biennale di Venezia nella chiesa di San Lorenzo che vidi: ne fuientusiasta. Così ho subito portato l’artista newyorkese al Kunsthaus di Zurigodove a vedere la sua performance c’erano diciassette persone al massimo, tracui la mia famiglia e i miei amici. Dopo un anno l’ho invitata di nuovo quandoera già uscito nel frattempo il suo famoso singolo di debutto O Superman eallora il Kunsthaus era pieno. Dopo abbiamo organizzato per altre due volte le performancedi Laurie Anderson nello stesso luogo, ma poi non si potevano più fare perchéil pubblico era diventato troppo numeroso e il Kunsthaus troppo piccolo. Cisono figure di cui si capisce subito la profondità e il genio e il piacere dipoterle presentare al pubblico è enorme. La conoscenza di Laurie Anderson perme è stata un’esperienza essenziale, siamo rimaste amiche fino adesso e cisentiamo ancora. Ho imparato molto da lei e la sua frequentazione è unarricchimento continuo».Che impressione leha fatto insegnare storia dell’arte agli studenti dell’Accademia diarchitettura di Mendrisio?«Il bello è che mi sono sempre sentitavicina agli architetti perché hanno grande senso pratico e interessiinterdisciplinari. Mi è capitato diinsegnare a studenti di storia dell’arte che erano molto meno vivaci di loro. All’Accademia di architettura aMendrisio c’erano molti studenti stranieri fra cui italiani e alcuni arrivati con il programma Erasmus. Mi sono sembrati interlocutori colti con una base di conoscenzaumanistica e una certa apertura mentale».Quale è stato ilsuo contributo al Novartis Campus a Basilea, voluto da Daniel Vasella,dove è arrivata dopo Harald Szeemann?«All’epoca si era deciso di trasformare lazona di produzione della ex Sandoz a Basilea in un campus di ricerca eamministrazione. La fusione delle industrie farmaceuticheCiba-Geigy e Sandoz nella Novartis ha comportato nuove costruzioniprogettate da celebri architetti fra cui dei Pritzker Prize e l’intervento dipaesaggisti come Günther Vogt su un masterplan urbanistico di Vittorio MagnagoLampugnani, un architetto italiano di altissima cultura. In questo contesto sivolevano inseriredelle opere d’arte site-specific. Nel terreno sono stati rinvenuti anche deireperti celtici e si evidenziavano delle stratificazioni interessantissimedella storia di Basilea. Ho riflettuto molto su quali artisti potessero essereadatti a dialogare con la storia, con le nuove architetture e con il paesaggio.Laurie Anderson ha creato un’installazione sonora in un piccolo parco davanti aun edificio decostruttivista di Frank Gehry. Le sorgenti di suoni sono nascostenegli alberi e i suoni si notano appena. Ma tutto a un tratto si avverte uncambiamento nell’atmosfera quasi a livello sottocutaneo».  Di recente ho lavorato molto sul libro La mia commedia dell’arte scritto e pubblicato nel 2022, che ora esce anche nella traduzione inglese con l’aggiunta di alcuni miei articoli  A cosa stalavorando?«Di recente ho lavorato molto sul libro Lamia commedia dell’arte scritto e pubblicatonel 2022, che ora esce anche nella traduzione inglese con l’aggiunta di alcunimiei articoli. Nel volume ci sono una lunghissima conversazione con Juri Steiner,direttore del Museo d’arte di Losanna e un intermezzo con i lavori di artisti comePipilotti Rist, Katharina Fritsch e Laurie Anderson e di altre persone che sono alcentro del mio universo. Poi ho iniziato un libro su Giulio Romano con ilmio mentore Kurt W. Forster, professore di storia dell’arte e dell’architettura,scomparso lo scorso gennaio. È stato direttore-fondatore del Getty Center for the History of the Arts andHumanities poi diventato Getty ResearchInstitute. Il libro è basato sulle conversazioni tra noi due a mo’ dipièce teatrale».Quali altriimpegni editoriali la attendono?«Sto scrivendo di Nina von Albertini,ingegnere agronomo che negli anni Ottanta ha realizzato dei gioielli d’argentoinfluenzati dalla cultura Punk e New Wave, mentre oggi lavora sul paesaggio inmontagna. È interessante vedere come la sua ricerca sia passata dal corpo umanoa quello della natura».Come vede adistanza di anni le vetrate di Sigmar Polke alla chiesa di Grossmünster diZurigo?«Quello forse è stato il lavorosite-specific più intenso che ho curato con un artista. Questi dodici vetraterealizzate in tre anni in parte con l’agata e la tormalina sono il suo ultimolavoro e testamento spirituale. Lavorando con Sigmar Polke ho sperimentato lasua enorme capacità artistica e le sue dimensioni intellettuali che hanno anchetanto colpito la pastora della chiesa. Polke aveva un profondo interesse per lescienze naturali, per le pietre e i loro valori simbolici».La sua carriera èricca di esperienze profonde che restituiscono un senso di levità. Comeriesce a renderla?«Questa l’ho imparata dagli italianisoprattutto leggendo Il Cortegiano di Baldassare Castiglione che parla delconcetto della sprezzatura. Lui ha inventato questa parola che corrisponde alladisciplina del fare le cose con leggerezza nascondendo la fatica. Ciò rende ilcomunicare e il vivere insieme più prezioso e piacevole. Kurt Forster hadefinito la sprezzatura in un modo bellissimo ricordando che è come quando si giocacon i sassi che saltano sull’acqua ovvero quando uno riesce a far danzareinsieme due elementi per natura opposti come l’acqua e la pietra».

Ingegnere denuncia una escort: "Mi sono innamorato e mi ha truffato""Di che razza sei?": bufera sul questionario shock in una scuola primaria di Roma

Stava tagliando l'erba, operaio 25enne morto investito da un'auto

Meteo giugno, Giuliacci: "Quando arriva il grande caldo"Maestra prende a spintoni bimbo autistico: la denuncia di una madre

Roma, incidente sul lavoro: in gravi condizioni operaio 27enne caduto da una scalaMalore alla guida, 86enne si schianta contro un muro: è gravissimo

Brescia, precipita dal balcone: 31enne muore in ospedale

È morta Tina Turner: tra i cantanti pop e soul più famosi di sempre, aveva 83 anniMaltempo in Italia: oggi è allerta gialla in 10 regioni

Ryan Reynold
Roma, rapina un supermercato armato di fucile: arrestato un tunisinoNotizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 370Incendio sull'isola d'Elba, crolla il tetto di un capannone: intervengono i vigili del fuoco

investimenti

  1. avatarChi l'ha visto, dai finti messaggi alla denuncia di scomparsa: le bugie di Alessandro ImpagnatielloCampanella

    Milano, legale si rifiuta di seguire cliente: lui la minaccia di morteTorture e pestaggi a Verona: arrestati cinque poliziotti, una decina gli indagatiCome è possibile che nessuno abbia visto Impagnatiello spostare il corpo di Giulia Tramontano?Forlì, camion prende fuoco al casello: A14 bloccata

    1. Emilia Romagna, è ancora allerta gialla: sono previsti temporali

      1. avatarCome è possibile che nessuno abbia visto Impagnatiello spostare il corpo di Giulia Tramontano?BlackRock Italia

        Cordignano, Treviso, morta studentessa di 24 anni per un malore in casa

  2. avatarMaltempo in Emilia-Romagna, tornado a Lagosanto e funnel cloud a FrancolinoVOL

    Delitto di Perugia, Rudy Guede dopo il carcere: "Sono fidanzato e ho due lavori"Auto colpita da un sasso sulla strada statale del Lago Maggiore, un feritoSiena, bimbo di 5 anni cade dalla finestra: viva per miracoloCane azzanna la nipotina al volto: la nonna lo uccide con un coltello

  3. avatarUomo contagiato dalla Candida auris morto a Milano, parla Bassettianalisi tecnica

    Napoli, cognati uccisi: il primo sospettato si chiama Raffaele CaiazzoPescara, mamma salvata dal figlio dal boccone di traverso con la manovra di HeimlichFrusinate, donna ha un malore alla guida, cade in un canale e muorePistoia, 90enne trovata morta in casa del figlio, ora indagato

Salerno, rubato un orologio dalla tomba di un 15enne

Nel Milanese operaio di una ditta resta schiacciato da un macchinarioOmicidio Giulia Tramontano, Impagnatiello ha ucciso la compagna per lo stress*