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Recovery Fund, servono i soldi per fare le riformeA 16 mila chilometri da Parigi,VOL dove il surf cavalca l'onda in una delle location più insolite della storia dei Giochi, cercava quella perfetta mentre il vento non dava tregua. Leonardo Fioravanti pensava che, nelle acque di Teahupo'o che conosce così bene, sarebbe stata la volta buona per battere finalmente il suo amico Kanoa Igarashi, che è nato in California a Santa Monica ma sportivamente gareggia per il Giappone. Invece è andata male, di nuovo, e il surfista di Banzai Beach a Santa Marinella, costretto ben presto ad emigrare all'estero perché nel Mar Tirreno non sai mai quando puoi allenarti, è fuori dall'Olimpiade, eliminato al secondo round. Lascia Tahiti e quei posti che ama tanto. Che però ai Giochi non gli hanno portato fortuna, perché ad andare avanti cavalcando nel modo giusto le onde è stato Igarashi, comunque non uno qualunque visto che a Tokyo, nell'esordio del surf nel programma olimpico, è stato medaglia d'argento. Il giapponese ha chiuso il round 2, quello dei ripescaggi, con 13.87 punti totali, mentre Fioravanti si è fermato a 7.00, quindi c'è stato poco da fare, con Igarashi bravo fin dall'inizio a scegliere le onde migliori e quindi con tre punteggi di fila molto buoni. Non bene invece Leo, con al massimo il 5.67 nell'onda 1 e solo 1.33 nell'onda 2: veramente troppo poco per poter andare avanti. "Ho fatto degli errori, e devo studiarli - le parole dell'azzurro a fine gara -. Peccato, perché è sempre un onore rappresentare l'Italia. Ma sono ancora giovane e anche, se sono stati commessi degli errori, guardo avanti". "Qui avevo le carte in regola per fare bene, nonostante condizioni dure e non semplici - dice ancora -, ma Kanoa non ha commesso sbagli: ha scelto delle buone onde, io no. I miei errori sono state le priorità. Sulla tavola sei tu e l'oceano, bisogna sapere trovare le onde giuste e qui non mi è successo". Peccato, perché se fosse passato il prossimo avversario di Fioravanti sarebbe stato un mito di chi cavalca i muri d'acqua, il brasiliano Gabriel Medina, tre volte campione del mondo, grande amico di Neymar, e che nel 2022 un po' per lo stress di non aver ancora assimilato la sconfitta dell'anno prima, "per colpa dei giudici" nella semifinale olimpica proprio contro Igarashi, un po' per ciò che gli aveva provocato dentro se stesso la pandemia decise di fermarsi per "prendermi cura della mia salute mentale". Poi è tornato dopo aver vinto certi demoni, e adesso cerca la medaglia d'oro in mezzo al mare di Tahiti. Riproduzione riservata © Copyright ANSA
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