File not found
Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock

Sesto San Giovanni, uomo trovato senza vita negli orti comunali: aveva 59 anni

Attentato Tel Aviv: salma di Parini atterra a Ciampino, ad accoglierla MattarellaPaura nel Comasco, mongolfiera si schianta sui fili dell'alta tensione: quattro feritiChieti, Federico stroncato da un malore improvviso

post image

Terrasini, trovato il cadavere di un uomo scomparso: si è suicidato gettandosi in mareDopo un percorso da documentarista,Guglielmo Roberto Minervini debutta con un film di finzione, selezionato a Cannes nella rassegna Un certain regard. The Damned (I Dannati) è l’opposto dell’avventura eroica della guerra civile americana che decenni di Cinemascope ci hanno somministrato. Quello del regista marchigiano, texano d’adozione, sembra un titolo di genere, ma è un apologo morale sull’insensatezza disumanizzante di ogni guerraÈ un western senza gli indiani, senza banditi e pistoleri, senza nemici visibili. Se nel 1862 fosse già stato inventato il cinema, sonoro e a colori, potrebbe passare per la testimonianza di un reporter embedded al seguito dei volontari spediti dall’esercito nordista a perlustrare e presidiare le terre vergini del Nord Ovest. Il fronte della Guerra di Secessione è lontano e qui il conflitto è più subdolo. Da noi esce in sala il 16 maggio, con Lucky Red, in contemporanea con il passaggio a Cannes 77 sugli schermi di Un Certain Regard, ed è il primo titolo della sparuta pattuglia italiana selezionata quest’anno per la vetrina della Croisette.Il film è The Damned (I Dannati), e segna l’avventuroso debutto nella finzione di un documentarista pluripremiato e di culto, Roberto Minervini, nato a Fermo ma americano di adozione, esploratore curioso di un’America inedita con il tris dei suoi film più celebrati, Ferma il tuo cuore in affanno, Louisiana (The Other Side) e Che fare quando il mondo è in fiamme? L’anti-epica della Guerra CivileLa vulgata attribuisce ad Alfred Hitchcock una massima da antologia: il cinema è la vita senza le parti noiose. La vera frase era leggermente diversa: una storia è la vita senza le parti noiose. A Minervini interessano soprattutto le parti noiose della vita militare anno 1862 (ma sono davvero noiose?), quelle che il John Ford de I cavalieri del Nord Ovest e Soldati a cavallo tagliava d’istinto. I suoi non sono soldati a cavallo ma uomini a cavallo. È l’anti-epica del quotidiano. È l’iperrealismo di un accampamento in mezzo al nowhere del Montana non ancora domato, con i turni di guardia, il poker sotto le tende, il baseball e i cavalli accuditi e lustrati come si lustrano oggi gli automezzi militari.I suoi attori, tutti non-professionisti, sono in sostanza proletari in divisa, perché la missione è solo il mezzo per portare a casa un salario. È l’opposto dell’avventura eroica che decenni di mitico Cinemascope ci hanno somministrato. La Colt e la carabina di precisione che hanno soppiantato il vecchio moschetto sono meraviglie tecnologiche da analizzare e ammirare, non strumenti di morte. Lo sguardo dei private, dei soldati semplici, su queste terre gelate ma ricche di fauna e forse di oro (in quegli anni partiva la “corsa all’oro”) è quello dei contadini: «Sarebbe un bel posto per il bestiame e per mettere su famiglia». Le reclute più imberbi, Noah e Judah, hanno solo sedici anni, sono fratelli anche nella vita e sono ancora imbevuti di Bibbia e patriottismo. I più anziani e saggi gli spiegano che la prospettiva giusta è diversa: «Alla fine ti rendi conto che la tua famiglia è più importante del tuo paese». Inizialmente è un quadro di pace armata, con le chiacchiere, gli scambi e le confessioni di disoccupati che con la guerra hanno trovato un lavoro. Viene spontaneo evocare Il deserto dei Tartari, con quel remoto avamposto militare di Valerio Zurlini (da Dino Buzzati), che attende all’infinito una minaccia incorporea.Minervini lascerà senza volto e senza nome il nemico anche quando dalla boscaglia partirà una valanga di fuoco. Chi spara? Gli alberi, le colline? Senza spoilerare, la tormentosa ricerca di un passo sulle montagne per arrivare coi cavalli e l’intera pattuglia sull’altro versante sarà una speranza vana. Perché in prospettiva «e poi non rimase nessuno», come voleva il titolo di un classico di Agatha Christie.La guerra come dannazioneMinervini nei suoi ultimi documentari coltivava un’antropologia sociale e politica: le sètte di redneck adoratrici delle armi anti-Obama, la gentrificazione di Tremé, che è il quartiere più magico e più malfamato di New Orleans, la rinascita delle Black Panthers tra le nuove generazioni perché i linciaggi non sono finiti. L’antropologia d’epoca de I dannati è un apologo morale, un conte philosophique sull’insensatezza disumanizzante di ogni guerra e sulle domande eterne che pone agli esseri umani, universale ma meno diretto.«Ho sempre avuto un rapporto ambivalente con i film di guerra – dichiara Minervini – per gli archetipi che presentano: l’idea della “giusta causa”, la dicotomia tra bene e male, i principi della vendetta, del martirio, della patria. I dannati nasce, cinematograficamente, dalla voglia di affrontare la finzione e di “riscrivere” un genere senza la solita rappresentazione muscolare, interrogandomi sul significato di parole come “vittoria”. In parallelo volevamo testare un metodo di lavoro fortemente basato sull’esperienza, sul reale, trasferendo questi principi in un ambito di finzione». Lo scenario geopolitico di oggi è molto diverso dal 2022, quando il film è stato girato, ma l’attualità resta evidente. «È stato costruito come un "prima”, un “durante” e un “dopo” la battaglia. Dopo la battaglia quello che resta è la chimera di una via d’uscita. Man mano che il film procede è chiara la sensazione dell’assenza di una via d’uscita. La guerra quindi come condizione esistenziale: è questo credo l’aspetto tragico del film. Lo dico anche da americano d’adozione. Sono arrivato negli Usa 10 mesi prima dell’abbattimento delle Twin Towers: quando la guerra diventa condizione esistenziale, ogni giustificazione si disintegra e tutto diventa disumano». Alcuni dettagli sono altamente simbolici. Minervini ricorda che all’epoca i maggiori costruttori di armi erano italiani. E nello scontro a fuoco del film il suono reale delle armi di allora progressivamente viene distorto, diventa quello degli spari contemporanei, una guerra specifica diventa “tutte” le guerre. E specialissimo è l’uso di lenti vintage, che erano state costruite appositamente per Zack Snyder. «Io mi sono preso il grandangolo – racconta il regista – il 24mm che mette a fuoco solo la parte centrale dell’inquadratura. Questo ti obbliga a mettere i personaggi al centro, spesso uno solo, creando un rapporto intimo, quasi uno-a-uno, con lo spettatore». Anche la natura “pacifica” dei militari nasce da anni di rapporto con le comunità locali. «Negli Stati più poveri c’è sempre un alto tasso di reduci anche tra i giovani, perché il reclutamento dell’esercito pesca dalle periferie. Nessuno di loro si vive come un “guerriero”. Pensano alla prospettiva della paga, di una eventuale borsa di studio, alla vita che verrà, non alla carneficina, anche a pochi passi dal fronte». Guerra civile: parallelismi di oggiC’è un solo scenario possibile in vista, per il regista, e sciaguratamente è il ritorno di Donald Trump. Con certezze che fanno ancora più impressione, «perché la Corte Suprema, garante della democrazia, è un organo politico di parte e sarà l’esecutore della volontà di un governo». «Già questo – dice – è uno scenario potenzialmente apocalittico. Senza contare l’empowerment di movimenti che chiedono il ritorno alla “legge sovrana” del territorio americano, che è la Bibbia. O ancora il ritorno alla suddivisione binaria, tradizionale, tra i generi. O ancora il ritorno a livello federale della pena di morte. Ci sono forti parallelismi, non solo il richiamo alle bandiere confederate, con la Guerra di Secessione. Ci saranno delle operazioni da parte del nuovo Governo che tenderanno a recuperare messaggi e filosofie riunificatrici dell’America disunita intorno agli architravi della religione e dell’istituzione familiare. Sarà un’America con uno sguardo preoccupante al passato».Ultimissima nota, un po’ meno cupa: se cercate The Damned su Google, scoprite che è il nome di uno storico gruppo punk rock britannico degli anni ’70 considerato il fondatore del gothic rock. È stato il primo a esportare il punk negli Usa. Quello di Minervini sembra un titolo di genere, ma è anche un omaggio a loro. Contiene però soprattutto l’idea che «una volta che si entra in guerra, che si affronta una battaglia, è la fine di qualcosa, si è come condannati: un termine contiene l’altro».© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediTeresa MarchesiCritica cinematografica e regista. Ha seguito per 27 anni come inviata speciale i grandi eventi di cinema e musica per il Tg3 Rai. Come regista ha diretto due documentari, Effedià - Sulla mia cattiva strada, su Fabrizio De André, presentato al Festival del Cinema di Roma e al Lincoln Center di New York, premiato con un Nastro d'Argento speciale, e Pivano Blues, su Fernanda Pivano. presentato in selezione ufficiale alla Mostra di Venezia e premiato come miglior film dalla Giuria del Biografilm Festival.

Luca Trapanese su Ezio Greggio: "Nel video dimostra di non rispettare né gli uni né gli altri"Dritto e Rovescio, Feltri su Elly Schlein: "Ecco cosa penso di lei"

Rissa a Pasquetta in un ristorante di Milano, ragazzo di 25 anni accoltellato: è grave

Ladri tentano colpo al supermercato con l'escavatore: fanno crollare un muro ma poi sono costretti alla fugaCremona, guida senza fermarsi all'alt dei Carabinieri: arrestato 21enne senza patente

Trovato vivo Giovannino Pinna, uno dei due sub dispersi all’Asinara: le ricerche erano state sospeseMorte Julia Ituma, la mamma: "Non credo al suicidio"

Gabriele Longo morto in un incidente stradale: domani i funerali

Patrizia morta sbranata dal rottweiler del fratello che stava cibandoScontro con l'Apecar ad Arezzo: grave una coppia di anziani

Ryan Reynold
Pensionato perde il controllo dell'auto: morta una donnaDoppio incidente fra camion sulla Milano-Napoli: due feritiRagazzo ucciso da un orso, la madre di Andrea Papi: “Lotteremo per dargli giustizia, non dimenticate”

Capo Stratega di BlackRock Guglielmo Campanella

  1. avatarCilento, 25enne trovato morto in una scarpata dopo una serata con amiciProfessore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock

    Papa Francesco e il malore prima del ricovero al GemelliBorsellino, i giudici sul depistaggio: "Non solo Cosa nostra dietro la strage"Berlusconi, seconda notte in terapia intensiva: "Reagisce bene alle cure"L'ultimo danno del “Reddito”: i lavoratori italiani "non pervenuti"

    1. Incidente stradale a Palermo, coinvolti due bambini: i parenti pestano l’automobilista che li ha travolti

      1. avatarDopo quello a Lentina incidente a Santa Ninfa, morte due sorelleProfessore per gli Investimenti Istituzionali e Individuali di BlackRock

        Si barrica in casa e spara alla polizia: paura a Catania

  2. avatarFrosinone, tre figli da tre dipendenti diverse ma non ne riconosce nessunoanalisi tecnica

    La cagnetta Pusca lo aiuta durante il malore ed a salvarsiI genitori gli trovano il primo lavoro a 50 anni, ma lui ruba i portafogli dei colleghi: licenziato per furtoGrosseto, 83enne prende l’Aurelia contromano: interviene la PoliziaTrento, non paga il biglietto e aggredisce capotreno e macchinista

  3. avatarNotizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 480VOL

    Silvio Berlusconi, giovane di 17 anni gli scrive una lettera: "Ce la farai anche questa volta"Notizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 484Notizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 483Trentacinquenne scomparso a Biella, riprendono le ricerche

Caso Julia Ituma, la polizia cerca indizi nel telefono

Alessandro Parini morto nell’attentato a Tel Aviv: era un avvocato di 35 anni in vacanza con gli amiciTerremoto L'Aquila 2009: 14 anni fa morirono 309 persone*