Vaccino Covid, Moderna chiede l’autorizzazione negli Usa per i bambini tra 6 mesi e 5 anniPubblicità con la foto di Maddie MacCann: "Lascia i tuoi bambini a casa. Qual è la cosa peggiore che potrebbe accadere?"Caracciolo: “Putin ha preso una decisione storica, diventare campione anti occidente”
Le parole del dissidente russo: “A Mosca è possibile che ci sia un golpe contro Putin”Se la democrazia deliberativa,VOL basata su discussioni e dibattito informati, fosse affiancata a quella rappresentativa alla base delle nostre istituzioni, potrebbe migliorarne il funzionamento, favorendo la comprensione dei problemi e la ricerca di soluzioni più condivise.Da tempo, in Italia, assistiamo ad un peggioramento progressivo della politica, delle istituzioni e della società civile nella loro capacità di gestire e ricomporre i conflitti che emergono da diverse visioni dei problemi: dalle proteste per le grandi opere o per le nuove tecnologie alle dispute sulla produzione di energia, incluse quelle da rinnovabili, per arrivare alle controversie sui diritti o sui valori.I conflitti spesso conducono all’impasse, con conseguenze negative come frustrazione, danni economici e sfiducia nella democrazia. Inoltre, la mancanza di decisioni sui problemi complessi porta a difficoltà pratiche come, ad esempio, danni ambientali o difficoltà nella gestione di dilemmi sanitari, sociali e bioetici.Oppure, più semplicemente, conducono ad uno stato di impotenza verso problemi urgenti che toccano la nostra società e che chi governa non riesce ad affrontare in modo adeguato: basti pensare alla crescente ondata di proteste per la violenza contro le donne o ad una questione importante, come l’intelligenza artificiale generativa, che sta entrando nelle nostre vite senza che un vero dibattito produca scelte regolative condivise, per affrontarne rischi e opportunitàDietro la difficoltà nel gestire la divergenza di opinioni si nasconde un “blocco culturale”, che impedisce alle persone di ascoltarsi reciprocamente e di comprendere quali interessi portino a posizioni diverse dalla propria. In un mondo come il nostro, sempre più complesso e interdipendente, ci stiamo rassegnando ad assistere ad un declino che sembra inesorabile.La strategiaTuttavia, gli esperti di complessità ci dicono che quando ci si trova di fronte ad un problema complesso, è necessario cambiare paradigma, adottando uno sguardo “strategico”. Un modo di guardare al problema che si concentra non sulle parti del sistema, ma sulle loro relazioni, a partire dall’ascolto reciproco. Per fortuna, anche per la democrazia, esiste un cambio di paradigma: quello offerto dalla democrazia deliberativa. Che se fosse affiancata alla democrazia rappresentativa alla base delle nostre istituzioni, potrebbe migliorarne il funzionamento, favorendo la comprensione dei problemi e la ricerca di soluzioni più condivise.L’idea, introdotta secoli fa da filosofi dell’antica Grecia, e poi ripresa nel XX secolo da pensatori come Habermas e Dewey, è di una “sfera pubblica” in cui i cittadini possono partecipare a discussioni razionali e prendere decisioni informate. Si tratta di un metodo che permette di inquadrare il problema fin da subito a partire dalle diverse prospettive, stimolando un confronto strutturato tra cittadini che la pensano diversamente tra loro.Altri due sono gli ingredienti fondamentali: l’offerta di una base informativa comune a tutti i partecipanti, affinché la discussione si sviluppi in un campo che riduce le asimmetrie; e la presenza di facilitatori e facilitatrici per favorire una discussione basata su argomenti, anziché sullo scontro tra posizioni. Un confronto deliberativo è sempre una grande occasione di apprendimento e, aspetto non secondario, costruisce relazioni migliori.Gli esperimenti Molti esperimenti deliberativi, come ad esempio i Deliberative Polls promossi dal Deliberative Democracy Lab di Stanford, ad alcuni dei quali ho avuto la fortuna di partecipare, hanno dimostrato che se i cittadini votassero alle elezioni o in un referendum dopo aver beneficiato di un confronto informato con altri pari, si esprimerebbero diversamente. E questo non perché il confronto li induce a cambiare idea, ma perché aiuta le persone ad entrare in contatto con i loro valori e di conseguenza a formarsi un’opinione consapevole su quel tema. Ma c’è di più: oltre a migliorare la qualità delle opinioni presenti nella cittadinanza, la democrazia deliberativa favorisce la ricerca di soluzioni alternative che possono rispondere meglio agli interessi di tutti i partecipanti alla discussione.Per fare un esempio concreto, circa dieci anni prima di Macron, che ha concluso lo scorso anno una importante iniziativa sul fine vita, organizzammo insieme a Biennale Democrazia una discussione informata sul testamento biologico. La discussione serviva a capire quale fosse l’utilità di una legge per regolare il tema. Ci colpì molto che, dopo qualche ora di discussione, i più di 600 cittadini partecipanti all’evento, alcuni a favore ed altri contro, smisero di esprimere la propria opinione, che stavamo raccogliendo con il televoto, e decisero di concentrarsi sugli interessi che avevano in comune: la prevenzione del dolore, le cure palliative, la consapevolezza delle famiglie dei malati. La forma deliberativa del confronto aveva nobilitato l’intera platea, e persino gli esperti presenti, portandoli ad assumere le forma di una vera agorà democratica, capace di comprendere, insieme, come affrontare il problema: ossia l’impossibilità di comunicare dei pazienti in stato di incapacità.In Italia l’applicazione della democrazia deliberativa resta ancora confinata all’iniziativa di poche organizzazioni illuminate. Le competenze ci sono, e il bisogno, manca solo la convinzione che la nostra democrazia si trovi di fronte ad un’importante opportunità, che altri paesi e la stessa Commissione Europea hanno già colto, introducendo la democrazia deliberativa all’interno delle proprie strutture decisionali e di governo.Il 4 e 5 dicembre si tiene a Milano il terzo forum sul futuro della democrazia, Beyond a minimal democracy, organizzato da Fondazione Giangiacomo Feltrinelli. L’obiettivo è di raccogliere le esperienze europee più interessanti di innovazione democratica. L’appuntamento segna la conclusione della cosiddetta “stagione scomposta”, il ciclo di appuntamenti organizzati dalla fondazione. Maggiori informazioni su: fondazionefeltrinelli.it© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediIolanda Romano
Ucraina, stupri anche su ragazzi e uomini: violenze per strategia del terroreUcraina, Zelensky viene insignito del premio "Coraggio" della JFK Library foundation
Elezioni in Francia, oggi silenzio elettorale. Cosa dicono gli ultimi sondaggi
Georgia e Moldavia, perché la Russia potrebbe puntare su loroSi finge un giocatore del Psg: scoperto e arrestato
Putin non vuole testimoni e manda al macello i macellai di Bucha“Un centro di tortura ucraino all’aeroporto di Mariupol”: la Russia lo rivela all’Onu
Perù, Rosa si risveglia nella bara durante il suo funerale: morta poche ore dopoGuerra in Ucraina, Kiev: “Perdite ingenti tra i russi”. Donetsk: “Munizioni al fosforo usate da Mosca”
Usa, detenuto condannato alla pena capitale sceglie la fucilazioneGiappone, è morta a 119 anni la donna più anziana del mondoGuerra in Ucraina, Mariupol: “Oltre 600 feriti ad Azovstal, mancano farmaci”Mosca taglia il gas a Polonia e Bulgaria: “Dovevate pagare in rubli”
Vindman: "Putin non si fermerà ad Est, l'Europa rischia una lunga guerra"
Von Der Leyen: "Stop al petrolio russo, Putin deve pagare"
Donbass, a chi appartiene? Storia della guerra dal 2014 a oggiCovid in Cina, quante sono le città e le persone tornate in lockdown?Covid, Oms: “Mutazioni in aumento, varianti della famiglia Omicron sempre più contagiose”La carica dei fedelissimi dello zar: sono 6mila e fra di loro c’è un italiano
L’annuncio di Zelensky: “La grande offensiva russa ad est è cominciata”Sparatoria scuola a Washington D.C., morto suicida il presunto responsabile: quattro feriti tra cui una bambinaDibattito sulla tv russa, Solovyov: "Finirà col nucleare? Andremo tutti in Paradiso"Lavrov ammette: “La Terza guerra mondiale è un pericolo reale”