«Le riforme penali non possono scriverle professori che non hanno mai messo piede in tribunale»Crosetto: "Perplessi su scelta Segretario generale Nato rappresentante Sud" - Tiscali NotizieAvvocatura e Csm contro l’entrata in vigore anticipata della riforma civile
Ok del Senato alla proroga per riordinare il sistema tributario - Tiscali NotizieAnche se nel loro insieme gli incendi diminuiscono nel numero,ETF aumentano quelli che hanno conseguenze devastanti. È una conseguenza della siccità. In Italia il problema riguarda soprattutto Sicilia e CalabriaGli scienziati sono sempre più convinti che stiamo vivendo nell’èra dei grossi incendi e la colpa è del cambiamento climatico. Quella che finora era una semplice sensazione empirica, ora è anche una teoria scientifica, basata sulla raccolta di dati e sull’osservazione delle immagini satellitari.Si è scoperto che negli ultimi vent’anni in tutto il mondo sono aumentati gli incendi boschivi estremi. Inoltre, i fenomeni sono più intensi rispetto a quelli del passato, con un rilascio maggiore di anidride carbonica e danni sempre più considerevoli.La ricerca, che è stata pubblicata su Nature Ecology & Evolution, sostiene che l’aumento di questi fenomeni è una conseguenza diretta del cambiamento climatico e delle attività antropiche, con temperature più elevate e condizioni di siccità prolungata. Se questa tendenza è stata studiata in questo caso a livello globale, anche in Italia i dati sugli incendi non sembrano molto diversi.Gli incendi in Italia ANSASecondo il rapporto pubblicato nei giorni scorsi dall’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, nel corso del 2023 l’Italia è stata colpita da incendi boschivi per una superficie complessiva di 1.073 chilometri quadrati, per intenderci pari a quasi un terzo della Val d’Aosta. In soli quattro giorni, dal 24 al 28 luglio del 2023, sono bruciati circa 80 chilometri quadrati di superficie boschiva.I primi dati del 2024 sembrano confermare la tendenza: dal primo gennaio al 31 maggio la superficie complessiva colpita da incendi boschivi è stata di 39 chilometri quadrati, di cui quasi 12 appartenenti a boschi e foreste. La particolarità italiana è che gli incendi si concentrano perlopiù nel sud Italia. Finora l’80 per cento delle aree colpite quest’anno si trova in due sole regioni: la Sicilia e la Calabria. Nel 2023, le stesse due regioni hanno contribuito a più dell’83 per cento del totale di superficie forestale italiana colpito da grandi incendi boschivi. Per il 64 per cento la sola Sicilia. AmbienteMolti annunci e zero strategie, la siccità non si affronta cosìEdoardo ZanchiniEcologistaGli incendi nel mondo EPASe si guarda alla situazione italiana è dunque probabile che influiscano fattori locali (e su questo poi torneremo), ma l’intento della ricerca era proprio quello di superare una visione troppo limitata, per luogo e per cronologia. Le immagini satellitari permettono di avere questo sguardo più ampio, focalizzando l’attenzione sui casi davvero notevoli.Come quelli che hanno colpito l’Australia nel 2019 e nel 2020, con una potenza senza precedenti e con conseguenze estreme. O quello, ancora peggiore, che è scoppiato nel 2015 in Indonesia. Si stima che a livello globale la quantità delle aree coinvolte dagli incendi è sì diminuita, ma questo deriva soprattutto dal fatto che siano calati gli incendi a bassa intensità che colpivano ad esempio le praterie africane e la savana.Ma, secondo lo studio, sono invece sempre di più i casi di incendi estremi che hanno effetti collaterali immediati, come la perdita di biomassa e l’uccisione di grosse percentuali di organismi viventi.«A differenza della maggior parte degli altri incendi», spiegano i ricercatori, «quelli boschivi estremi sono associati a conseguenze ecologiche, sociali ed economiche estreme. Compresa l’emissione di grandi quantità di fumo e di gas serra che peggiorano ulteriormente il riscaldamento climatico».Il circolo viziosoIl problema è che è proprio il cambiamento climatico ad essere il maggiore responsabile di quello che sta succedendo. Analizzando i dati satellitari, i ricercatori hanno dimostrato che il numero di incendi estremi è aumentato di oltre dieci volte negli ultimi vent’anni nelle foreste di conifere, in zone come gli Stati Uniti occidentali e il Mediterraneo. Di sette volte nelle foreste boreali del Nord Europa e del Canada.Gli scienziati hanno inoltre dimostrato che l’intensità degli incendi più gravi è raddoppiata dal 2003. Dal 2017, in sette anni, ci sono stati i sei anni con il maggior numero di incendi estremi. In media, in tutto il mondo gli incendi estremi sono più che raddoppiati in frequenza e intensità negli ultimi vent’anni. Da questo nasce quel circolo vizioso che porta a più emissioni causate dagli incendi, maggiore riscaldamento climatico e quindi più incendi. FattiIncendi in Sicilia, così crimine e inefficienze bruciano l'isolaLe conseguenzeA questa situazione generale vanno dunque aggiunti i casi particolari. Come altrove nel mondo, anche in Italia il numero di incendi è diminuito nel tempo, soprattutto per motivazioni economiche e sociali, come il declino delle attività rurali, lo sviluppo delle città, i programmi di riforestazione e la generale attività di prevenzione.Allo stesso tempo sono aumentati però i grossi eventi, con fiamme intense che distruggono ampie porzioni di terreno, con impatti significativi sulle vite umane. Questo significa che in questa analisi importi poco quale sia l’origine degli incendi, e il fatto che ad esempio molte volte la colpa sia dei piromani o delle organizzazioni criminali o ancora di singoli incendiari, che usano il fuoco per dirimere controversie locali. È quello che succede dopo che sta cambiando, in maniera evidente.La generale siccità contribuisce al fatto che gli incendi abbiano conseguenze devastanti. Succede ogni estate e la sensazione dei ricercatori è che succederà sempre di più.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediDaniele ErlerGiornalista freelance trentino, collabora con Domani, dopo essere stato in redazione per quattro anni. In passato si è laureato in storia e ha fatto la scuola di giornalismo a Urbino. Ha scritto per giornali locali, per la Stampa e per il Fatto Quotidiano. Si occupa di digitale, tecnologia ed esteri, ma non solo. Si può contattare via mail o su instagram. Ha una newsletter su Substack
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