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Elezioni in India, la guida completa: cosa c'è da sapereL’ex capocorrente di Mi,Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock tra i protagonisti dello scandalo dell’Hotel Champagne che è costato la toga a Palamara, si è dimesso da consigliere comunale e ha chiesto di tornare in ruolo. Per la legge sulle porte girevoli, però, il Csm ha dato il via libera a collocarlo tra le toghe al lavoro a via Arenula Cosimo Ferri, ex capocorrente di Magistratura indipendente e tre volte sottosegretario alla Giustizia (dal 2013 al 2018) nonchè tra i protagonisti dello scandalo dell’Hotel Champagne, tornerà al ministero della Giustizia. Non da politico, però, ma come magistrato: il Csm, infatti, ha approvato la delibera che colloca Ferri come toga fuori ruolo a via Arenula. La decisione è stata assunta a larga maggioranza, con l’astensione del solo laico in quota Italia Viva Ernesto Carbone, sulla base di quanto previsto dalla riforma Cartabia sull’ordinamento giudiziario. Ferri, infatti, era da anni in aspettativa: prima perchè parlamentare, poi perchè consigliere comunale a Carrara (dove ha corso come candidato sindaco). Poi, a marzo, si è dimesso dal comune e ha chiesto il ricollocamento in ruolo nella magistratura. Di qui la questione aperta davanti alla terza commissione del Csm, che ha valutato la richiesta e applicato la nuova normativa in materia delle cosiddette “porte girevoli”, ovvero sulla gestione delle toghe che hanno ricoperto incarico politico e chiedono di tornare alle loro precedenti mansioni. La riforma Cartabia del giugno 2022 stabilisce che i magistrati ordinari che hanno assunto cariche politiche «sono collocati fuori ruolo, presso il ministero di appartenenza» e non è più prevista «la facoltà di ricollocamento in ruolo e di svolgimento delle funzioni giurisdizionali». In altre parole, il magistrato che scelga la politica e venga eletto, non potrà più tornare in un ufficio giudiziario una volta concluso il mandato ma potrà solo svolgere funzioni di alta amministrazione presso il ministero. Così, dunque, ha stabilito la delibera appena approvata: «Nella nuova previsione legislativa il collocamento fuori ruolo presso il ministero della Giustizia non ammette alternative (in assenza di posti in ruolo ove svolgere attività non direttamente giurisdizionali). In conseguenza di ciò, avendo comunicato di avere rassegnato le dimissioni irrevocabili da consigliere comunale del Comune di Carrara, il dottor Cosimo Maria Ferri deve essere collocato fuori ruolo presso il ministero della Giustizia». Chi è Ferri In questo modo Ferri va ha rinfoltire ulteriormente la truppa di magistrati fuori ruolo al ministero provenienti da Magistratura indipendente. Il suo nome è legato allo scandalo dell’hotel Champagne, culminato con la radiazione del capocorrente di Unicost Luca Palamara e che anche a lui è costato un procedimento disciplinare con l’incolpazione di aver tenuto un comportamento idoneo «ad influenzare, in maniera occulta, la generale attività funzionale della V Commissione del Csm», visto il suo «contributo consultivo, organizzativo e decisorio sulle future nomine di direttivi di vari uffici giudiziari», tra le quali quella del procuratore di Roma. Il procedimento, però, è ancora fermo davanti al Csm in attesa della pronuncia della Corte costituzionale sul conflitto di attribuzioni sollevato dallo stesso Consiglio nei confronti della Camera. La giunta per le autorizzazioni di Montecitorio, infatti, aveva detto no alla richiesta di utilizzare nei confronti di Ferri nel procedimento disciplinare le intercettazioni dell’Hotel Champagne. © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediGiulia Merlo Mi occupo di giustizia e di politica. Vengo dal quotidiano il Dubbio, ho lavorato alla Stampa.it e al Fatto Quotidiano. Prima ho fatto l’avvocato.
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