File not found
Campanella

Un weekend magico all'"Università della Formula 1" - ilBustese.it

Olimpiadi 2024, Nathalie Moellhausen scopre un tumore ma va comunque ai Giochi. Malore in pedana, poi si rialza e finisce la garaDiritto allo studio, Astuti e Romano (Pd): «La Lombardia continua ad abbandonare gli studenti e lascia senza borsa 1.367 idonei» - ilBustese.itTorna il Ferragosto Lavenese, quattro giorni di eventi sul lago - ilBustese.it

post image

Marnate scende in piazza per festeggiare l’estate - ilBustese.itQuale che sia l’esito del processo contro l’azienda,Professore Campanella ci sono aspetti politici molto rilevanti che riguardano sia il ruolo causale e le responsabilità di Eni e aziende simili nel produrre cambiamento climatico pericoloso, sia l’opportunità di intentare una causa del genere. Si possono veramente tracciare legami fra il comportamento di un’azienda e il cambiamento climatico? Le catene causali che producono cambiamenti pericolosi nel clima sono complesse e non lineariVenerdì 16 febbraio si è tenuta la prima udienza della causa intentata da Re:Common, Greenpeace e altri contro Eni, ministero dell’Economia e delle Finanze e Cassa Depositi e Prestiti – il primo caso italiano di contenzioso climatico diretto, in cui le politiche climatiche sono oggetto del procedimento, come ha già raccontato su queste pagine Ferdinando Cotugno.Re:Common e Greenpeace chiedono che il giudice imponga ad Eni di contribuire di più all’abbattimento delle emissioni, modificando il proprio piano industriale.Ciò perché Eni ha prodotto una parte identificabile delle emissioni globali nel passato. In virtù della sua responsabilità storica, l’azienda avrebbe il dovere di compensare i danni del passato e prevenire possibili danni futuri.È difficile andare nel merito giuridico di tutto questo (e non ne avrei le competenze). Le parti si sono già scambiate varie memorie e perizie (che Re:Common ha deciso di rendere pubbliche).Ma, quale che sia l’esito del processo, ci sono aspetti politici molto rilevanti che riguardano sia il ruolo causale e le responsabilità di Eni e aziende simili nel produrre cambiamento climatico pericoloso, sia l’opportunità di intentare una causa del genere. Si tratta di aspetti che ciascun cittadino e consumatore dovrebbe conoscere e su cui dovrebbe riflettere.Si possono veramente tracciare legami fra il comportamento di un’azienda e il cambiamento climatico? Le catene causali che producono cambiamenti pericolosi nel clima sono complesse e non lineari.Questione di sistemaNessuno da solo, neanche un’azienda così grande, può essere la causa unica del cambiamento climatico. Gli effetti sul clima sono prodotti dallo stile di vita che milioni di persone hanno adottato negli ultimi due secoli.Non basta una sola azienda: ci vuole un intero sistema economico. Peraltro, le aziende vendono un prodotto, ma sono i loro consumatori a farne uso.La maggior parte di emissioni non derivano dall’estrazione o dal trasporto del petrolio o del gas, ma dal fatto che tutti noi usiamo i combustibili fossili. Siamo anche, e soprattutto noi, responsabili delle emissioni che produciamo grazie ai combustibili forniti da Eni e altre aziende simili.Quest’argomentazione è molto potente. Ma può avere esiti inaspettati e rovesciarsi nel suo opposto. Immaginate di trovarvi in riva a un fiume, con tanti altri, e di buttare nell’acqua una goccia di un liquido perfettamente innocuo.Un certo numero di gocce del liquido, però, compongono una mistura velenosa. Più giù, un incauto escursionista assetato beve e muore avvelenato. Di chi è la colpa? Di tutti? Di nessuno? Nessuna singola goccia era velenosa, ma un certo numero di gocce lo sono state.Tutti noi potremmo dire: «Se tutti gli altri non avessero versato la loro goccia, non sarebbe successo nulla, anche se l’avessi fatto io». E, naturalmente, chi ci ha venduto il liquido non è responsabile dell’uso che ne abbiamo fatto. Eppure, non sarebbe assurdo sentirsi in colpa, per lui e per noi.E sarebbe oltraggioso scuotere le spalle di fronte ai parenti del defunto. Allo stesso modo, possono le aziende che producono combustibili fossili trincerarsi dietro ragionamenti del genere?Davvero contribuire a un pericolo, anche se non se ne è l’unica causa, è un fatto privo di valenze politiche e morali? Essere complici non conta nulla?Ma, anche se fosse così, ci possono essere dubbi sull’opportunità della causa. La responsabilità dei produttori di combustibili fossili è politica, non giuridica.Eni e le altre aziende che producono combustibili fossili hanno rispettato le leggi e seguito le regole del mercato. Tocca agli Stati cambiarle, imponendo comportamenti diversi.Chiedere a un tribunale di imporre a Eni una modifica del piano industriale lede la libertà di impresa e dà al giudice il compito di decidere le politiche climatiche al posto dei governi e dei legislatori.Ma i giudici non sono rappresentanti dei cittadini, né hanno funzioni politiche. Un processo come questo non tiene conto della separazione dei poteri negli Stati liberali.Ma anche quest’argomentazione è ineccepibile solo a prima vista. Il mercato e la libertà d’impresa non sono fatti naturali. Sono scelte sociali. A un certo punto della storia ci siamo resi conto che il mercato garantiva più benessere ed efficienza di altri sistemi economici.Dove finisce la libertà d’impresaLa libertà d’impresa è giustificata dalle conseguenze benefiche del suo esercizio. Ovvio, e forse naturale, invece, è il diritto di vivere una vita decente in un pianeta ospitale.Se l’esercizio della libertà d’impresa lede questo diritto, allora ci sono ragioni per limitarla. E se la politica non protegge a sufficienza il diritto a un ambiente compatibile con la vita umana, è sensato che i giudici intervengano.I giudici non rappresentano i cittadini, ma le istituzioni giuridiche si fondano sulla priorità di certi diritti e, quando si tratta di farli rispettare, possono supplire alle deficienze della politica.I mercati, inoltre, non sono sfere separate. Sono parte della società e della comunità politica. Le imprese hanno, come altri gruppi collettivi, doveri di cittadinanza.Possono, col loro comportamento, ostacolare o favorire l’evoluzione legislativa che serve a tutelare meglio diritti esistenti. La transizione ecologica è un’impresa collettiva, con costi da dividere fra tutti, per il bene delle generazioni future e del Pianeta.Nel processo s’invoca la responsabilità storica di Eni. Ma ci sono altri principi politici che si possono richiamare. Per esempio, il principio che chi più ha e può più deve contribuire.Chi determina con la propria strategia le condotte dei consumatori e le loro opzioni, influenza le scelte delle altre aziende nel mondo e, talvolta, anche le decisioni politiche non può non assumersi il compito di pensare agli interessi generali e futuri, prima e oltre a quelli dei propri azionisti e dei propri lavoratori.Il contenzioso climatico ha anche e soprattutto un valore simbolico, utile a ricordare tutto questo.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?Accedigianfranco pellegrinofilosofoProfessore associato di filosofia politica alla LUISS Guido Carli. Si occupa di storia dell’etica e filosofia politica contemporanea.

Varese guadagna sei posizioni ed è 22esima in Italia nella classifica del Social Progress Index 2024 - ilBustese.itMarco Girotto, lo chef e papà morto a 33 anni per un attacco d'asma: il malore mentre lavorava. Lascia una figlia di 8 mesi

Escono di casa e lasciano il ventilatore acceso: scoppia l'incendio, villetta distrutta

Parigi 2024, appello di Guterres: rispettare la tregua olimpicaAlla Middle School Acof una raffica di 10 e due lodi. Boom per l'indirizzo sportivo, al via tre classi prime - ilBustese.it

Lino e Maika innamorati dopo Temptation Island: la foto a letto e la reazione dell'ex tradita AlessiaItalia-Cina, Meloni a Pechino. Domani vedrà il premier Li Qiang

Operazione della polizia in centro e alla stazione di Gallarate: due denunce per violazione del Daspo - ilBustese.it

Olimpiadi 2024, Nathalie Moellhausen scopre un tumore ma va comunque ai Giochi. Malore in pedana, poi si rialza e finisce la garaCadavere di un uomo incatenato accanto all'auto distrutta dalle fiamme: mistero a Cornaredo. A trovarlo è stata la ex

Ryan Reynold
Matera, morti due vigili del fuoco - ilBustese.itHamas condanna l’attacco israeliano su Deir al-BalahBilancio, Astuti (Pd): «Regione non risponde ai bisogni dei lombardi, ecco le nostre proposte» - ilBustese.it

BlackRock

  1. avatarL’adesione di Aime a Casartigiani assume una nuova veste: più incisiva ed innovativa grazie al progetto “Sistema Impresa” - ilBustese.itETF

    Allieva della Guardia di Finanza denuncia: «Sono stata molestata dal capitano»In coda per i rifiuti al centro multiraccolta: tanti ancora con il sacco viola - ilBustese.itDomani “Pompei Inn… Jazz”, con Fabrizio Bosso e Nico GoriRita dalla Chiesa e lo scontrino esagerato per due granite e 4 biscotti

      1. avatarAci, evento su sicurezza stradale per Festa San Cristoforo con concerto gratuito di Antonella Ruggiero  - ilBustese.itETF

        Cinema, “Sospesi”: il primo film dei ragazzi di San Patrignano

  2. avatarNon solo fragili: il Comune interpella gli over 65 su bisogni, abitudini e interessi - ilBustese.itBlackRock Italia

    Leonardo: firmato accordo sindacale unitario su rallentamento produttivo e rilancio del sito di Grottaglie - ilBustese.itSanità, giunta regionale approva il piano operativo per contenere tempi di attesa - ilBustese.itConfcommercio UniAscom lancia "ErasmusPlus in Stage" per giovani diplomati - ilBustese.itOperazione della polizia in centro e alla stazione di Gallarate: due denunce per violazione del Daspo - ilBustese.it

  3. avatarAssolta la ex domestica di Tidjane ThiamCampanella

    Settore dei servizi, calo del fatturato anche in maggioVino, Pantini (Wine Monitor): I semestre in calo ma segnali positiviEsodo da bollino rosso per 16 milioni di italianiPirelli: il fotografo americano Ethan James Green firma The Cal 2025

Meeting, casce l’Arena delle Opere di Cdo

LA STORIA. Sara Pizzolotto, la mamma tuttofare premiata dal Comune - ilBustese.itFuori dal Palacongressi un convegno... di elefanti*