Amadeus, non andare via: con l’addio alla Rai a rimetterci è il servizio pubblicoLe parole di Giorgia Meloni al summit di paceViolenza sulle donne: Meloni chiama la Schlein
Il vento nuovo dell'atletica. La promessa di un'Italia miglioreNella distrazione ed evidentemente per la felicità di molti,investimenti siamo arrivati a un passo dal vedere il “caso Assange” giungere alla conclusione che quattordici anni fa sembrava inimmaginabile. Parte delle principali battaglie di oltre un decennio fa sui diritti digitali e la rete libera sono state perse, ora rischiamo di perdere quella che aveva inaugurato anche le altreRicordo perfettamente la prima volta in cui ho sentito parlare di Julian Assange. Era la primavera di quattordici anni fa, sedevo tra i banchi di una lezione di giornalismo all’università mentre sullo schermo leggevo della pubblicazione di “Collateral Murder”, un video che mostrava un bombardamento nella periferia di Baghdad immortalato direttamente dalle telecamere dell’elicottero Apache che lo stava perpetuando.In quella storia c’era tutto uno Zeitgeist: un oscuro sito Internet, WikiLeaks, responsabile della pubblicazione del video e di molto altro, la cultura hacker e le lotte per la libertà di Internet, il risentimento verso uno dei conflitti bellici più amorali della storia, e il giornalismo nella sua accezione più semplice.Nei quattordici anni seguenti ho intervistato Julian Assange due volte e Chelsea Manning, la fonte di quel video. Dopo la sua liberazione ho pubblicato due libri sul tema e scritto infinite pagine sulla continua attualità di quella questione.Lo dico non per parlare del mio lavoro, ovviamente, ma per sottolineare come il “caso Assange” abbia occupato buona parte della mia vita adulta, senza andarsene mai, complicandosi progressivamente e in direzioni sempre più fosche. CommentiCosa c’è dietro al rinvio della decisione su Julian AssangeRiccardo NouryAmnesty International ItaliaJulian Assange ha trascorso la sostanziale totalità dei quattordici anni privato della sua libertà e della sua salute e non è mai stato così vicino dall’essere estradato negli Stati Uniti dove, da giornalista, è accusato di spionaggio proprio a causa delle pubblicazioni di WikiLeaks del 2010.L’orologio del “caso Assange” è infatti fermo e cristallizzato nel 2010, mentre quello del pianeta e della politica è avanzato di corsa e in mille direzioni. Nel frattempo, il “caso Assange” è diventato uno spettro nella coscienza delle democrazie che riappare con sempre meno visibilità e attenzione e spesso solo in seguito alla notifica di sviluppi giudiziari sempre più kafkiani che emergono dai tribunali di Londra, dove si sta giocando una delle partite più cruciali sul futuro della libertà di stampa.Una partita che si gioca da anni sul corpo di Assange e che determinerà se sia ritenibile accettabile, in Europa e negli Usa, che un giornalista possa essere detenuto per anni e poi estradato all’estero per affrontare un processo la cui sentenza - già scritta secondo tutti gli osservatori - non potrà che essere una punizione draconiana per aver pubblicato prove di crimini di guerra. Per aver, in sostanza, condotto degli atti di giornalismo.Il “caso Assange” ha però progressivamente perso centralità nelle priorità di molte agende e si è chiuso nel cono d’ombra dei cavilli di una vicenda giudiziaria internazionale sempre più grottesca e complessa, smettendo di essere “spettacolare” e quindi notiziabile.Allo stesso tempo, però, il “caso Assange” ha anche evidentemente perso appeal come occasione di posizionamento per molti e ha un po’ alla volta smesso di essere una questione di puro principio nell’immaginario collettivo, diventando una causa “difficile” da inquadrare nei riflessi automatici delle guerre culturali algoritmiche post-2016 e di conseguenza una causa meno urgente per molte e molti.Il risultato è che un giornalista continua a morire in silenzio in un carcere di una capitale europea per via del suo giornalismo, e per di più del suo giornalismo meno controverso, quello che quattordici anni fa mise allo stesso tavolo le direzioni di alcuni delle più prestigiose testate giornalistiche occidentali, ben disposte a collaborare a quelle pubblicazioni che incastravano le guerre in Iraq e Afghanistan e i loro crimini. CommentiL’estradizione di Assange colpisce la libertà di stampaRiccardo NouryAmnesty International ItaliaDifendere il giornalismoOgni organizzazione per i diritti umani e per la liberà di stampa lo ripete da più di un decennio: il “caso Assange” è un attacco al giornalismo, le cui conseguenze sono palesi. Quell’allarme sta suonando da che è iniziata la mia vita adulta ma lo spettro dell’estradizione di Assange negli Usa sta per materializzarsi nella forma più concreta, ora che le strade percorribili per evitare quello scenario, da sempre il più preoccupante ed estremo, sono ormai microscopiche.In questo eterno 2010, nella distrazione e nel disinteresse ed evidentemente per la felicità di molti, siamo arrivati a un passo dal vedere il “caso Assange” giungere alla conclusione che quattordici anni fa sembrava inimmaginabile.Buona parte delle principali battaglie di oltre un decennio fa sui diritti digitali e la rete libera sono state perse, ora siamo di fronte alla possibilità di perdere anche quella che aveva inaugurato anche le altre. Il territorio che si apre oltre il “caso Assange” è totalmente inesplorato, ma certamente infestato di spettri.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediPhilip Di SalvoRicercatore post-doc presso la School of Humanities and Social Sciences dell’Università di San Gallo, Svizzera. I suoi temi di ricerca sono il giornalismo investigativo, la sorveglianza di Internet e le tecnologie black box. Scrive dell’impatto sociale della tecnologia per diverse testate.
Il Real Madrid e la legge dell’80° minuto. Ma il Bayern Monaco ha perso per pauraDl Bollette, fiducia alla Camera: dalla social card al bonus trasporti fino all’Iva sul gas
Santanchè, il tribunale ordina un’ispezione su Visibilia Editore
La proposta di Conte: meno ore di lavoro a parità di stipendioMalattie rare, Aisla diventa Aps e annuncia la XVII Giornata nazionale Sla - Tiscali Notizie
Così l’Eurovision è diventato terreno di scontro dei conflitti internazionaliOnder (Iss): "Necessario bere 2 litri d'acqua al giorno ma 40% anziani non lo fa" - Tiscali Notizie
L'ultima proposta della Lega: uccidere donna incinta sia considerato duplice omicidioLa crisi climatica è in tavola ma millennial e politici lo ignorano
Andrea Giambruno si scusa per la “transumanza dei migranti” dopo le polemicheEstate, crescono i negazionisti della crema solare: cosa si rischia - Tiscali NotiziePiù veloce, più ricca, più tutto. Il gigantismo dell’atletica senza sostaIl calcio alla Deadpool. Il docufilm che porta fortuna al Wrexham
Il lusso di avere ancora un’utopia: catalogo in musica di un’epoca precaria
Altroconsumo: "Con Dl liste d'attesa ancora lontani dalla soluzione" - Tiscali Notizie
L’Atalanta di santi, poeti e muratori: un antidoto al calcio dei soliti notiSalute: maschio o femmina? 3,6% adolescenti non si riconosce in un genere - Tiscali NotizieFemminicidio, Schlein sente la Meloni: "Serve educazione nelle scuole"Zaia: "Entro il 2024 avremo l'autonomia"
Terzo Polo, confermato lo scioglimento dei gruppi di Azione e Italia VivaEpatite C, Oms prequalifica il primo test fai-da-te - Tiscali NotizieVDA Award, un premio per le eccellenze dell'arte digitale - Tiscali NotizieVietare per legge un’altra Pioltello: il razzismo di stato colpisce tutti