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Assessore veneto Elena Donazzan canta "Faccetta nera"L’anarchico in sciopero della fame da 105 giorni è detenuto al carcere di Milano Opera,criptovalute ha perso 45 chili e la sua situazione di salute è sempre più precaria. La dottoressa che lo ha visitato prima del trasferimento ha detto che il rischio principale ora è di «danni irreversibili agli organi» Mentre in parlamento infuria la polemica sulla rivelazione di informazioni riservate da parte del deputato di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli, l’anarchico Alfredo Cospito è in carcere a Milano Opera e lo sciopero della fame è arrivato al giorno numero 105. Prima detenuto a Sassari, dove non era disponibile una struttura sanitaria, il ministero della Giustizia lo ha trasferito a Milano, nel penitenziario considerato il più adatto a garantire le cure mediche. Il suo legale, Flavio Rossi Albertini, ha fatto sapere che Cospito ha deciso di interrompere gli integratori, che fino ad oggi aveva continuato ad assumere insieme all’acqua. Inoltre, come riporta il quotidiano Il Dubbio, l’avvocato ha dichiarato che «L’uomo ha scritto in carcere due documenti, che io ho inoltrato al Dap, al Provveditorato regionale quando era ancora recluso in Sardegna e al Garante dei detenuti. In essi Alfredo ha espressamente dichiarato di voler rifiutare l’alimentazione forzata. Essendo un trattamento di natura sanitaria, qualunque soggetto può decidere se riceverlo o meno. A parer mio il diniego è insuperabile». L’interrogativo è come possano intervenire i medici se la situazione sanitaria dovesse improvvisamente precipitare. Secondo la legge, fino a quando Cospito rimane capace di intendere e di volere non può essere sottoposto a nessun trattamento sanitario senza il suo consenso. Tradotto: non lo si potrà nutrire e idratare artificialmente se lui non è d’accordo. Se invece cadesse in uno stato di incoscienza, la questione è più complicata. I medici potrebbero tentare di rianimarlo, tuttavia l’avvocato ha detto che neppure in quel caso si potrebbe alimentarlo forzatamente, perchè la lasciato scritto il suo rifiuto a questo tipo di trattamento. GiustiziaLe relazioni del Dap su Cospito non potevano essere rivelate da DonzelliGiulia Merlo Il decorso Quando era detenuto ne pesava 1180 e, nei 105 giorni di sciopero della fame, Cospito ha perso oltre 45 chili. Attualmente deve indossare tre paia di maglie e di pantaloni perchè la mancanza di cibo provoca difficoltà di regolazione della temperatura corporea, quindi ha sempre freddo. «All’inizio del digiuno, Cospito aveva un indice di massa corporea prossimo all’obesità, essendo alto 194 centimetri e avendo un peso di 114 chilogrammi. Ora però pesa meno di 75 chilogrammi e inizia a essere sottopeso. In letteratura scientifica ci sono indicazioni sui rischi che si corrono quando si perde circa il 50 per cento del peso corporeo, con danni che possono essere permanenti», ha detto dottoressa che lo segue, Angelica Milia. Inoltre si muove in sedia a rotelle perchè non è più in grado di stare in piedi. La settimana scorsa, inoltre, una caduta accidentale nella doccia gli ha provocato la rottura scomposta del naso e la perdita di sangue lo ha debilitato. Anche per questo è stato deciso in via cautelativa il trasferimento a Milano. La dottoressa Milia lo ha visitato prima del trasferimento a Milano e ha detto che il rischio principale ora è di «danni irreversibili agli organi». Gli effetti dello sciopero della fame sono soggettivi, tuttavia dopo due mesi di digiungo iniziano a presentarsi effetti irreversibili. Politica«Dobbiamo difendere le garanzie di Cospito a prescindere dal suo curriculum criminale»Christian Raimo Le prossime tappe Cospito ha fatto sapere che interromperà lo sciopero della fame quando verrà revocato il 41bis. Le due strade per ottenere questo effetto pendono una davanti al ministero della Giustizia e una davanti alla Cassazione. L’avvocato ha presentato una richiesta di revisione della misura al guardasigilli Carlo Nordio, che ha tempo fino al 12 febbraio per decidere e sta assumendo in queste ore il parere della Direzione nazionale antimafia, della magistratura di sorveglianza e della procura generale di Torino. Poi, però, ha detto che per l’importanza politica del caso la decisione verrà assunta probabilmente con un consiglio dei ministri e auspica anche una discussione parlamentare. Nel caso di silenzio dopo il 12 febbaio, la richiesta si considera rifiutata. La via giudiziaria ha invece come prossima tappa l’udienza del 7 marzo in Cassazione che, nell’ipotesi più favorevole a Cospito, rinvierebbe al tribunale di sorveglianza la rivalutazione della misura. Di conseguenza entrambe le soluzioni hanno un iter che potrebbe non essere compatibile con lo stato di salute di Cospito. © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediGiulia Merlo Mi occupo di giustizia e di politica. Vengo dal quotidiano il Dubbio, ho lavorato alla Stampa.it e al Fatto Quotidiano. Prima ho fatto l’avvocato.
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