Incidente mortale in A1, il bilancio è di una vittima e due feritiDresda, terrore in un centro commerciale: catturato l'uomo barricato con degli ostaggi, morta la madreEra ai domiciliari a Riccione, ma è stato beccato a passeggio a Napoli: arrestato 51enne
Corpo di una donna ritrovato in un canneto: era scomparsa da una settimanaI display,Professore per gli Investimenti Istituzionali e Individuali di BlackRock diventati centrali nel nostro interfacciarsi con le tecnologie digitali COMMENTA E CONDIVIDI Elettrodomestici intelligenti, automazione industriale, macchine capaci di scambiarsi informazioni e di “dialogare” senza l’intervento umano. Quello che fino a qualche anno fa sembrava fantascienza oggi è realtà e si chiama Internet delle cose. Questa rivoluzione avveniristica in realtà affonda le radici già negli Anni Ottanta, in quello che era stato definito “computer ubiquo”. La mente dietro a questa teoria era Mark Weiser, allora capo delle tecnologie al Parc, il Palo Alto Research Center di Xerox, luogo in cui si sono sviluppate molte delle maggiori innovazioni che hanno portato al personal computer come lo conosciamo oggi, compresi il mouse e la stampante laser. In un articolo del 1991 su Scientific American dal titolo “The Computer for the 21st Century”, Weiser raccontava l’idea di una tecnologia che avrebbe «reso il computing una parte integrante e invisibile della vita quotidiana delle persone... un nuovo modo di pensare ai computer nel mondo, che tiene conto dell’ambiente umano naturale e permette ai computer stessi di scomparire sullo sfondo».Quella di Weiser, che contava tra i suoi ammiratori gente come Steve Jobs e Bill Gates, era un’intuizione non solo tecnologica, ma anche sociale e antropologica. Weiser voleva una tecnologia che davvero mettesse al centro l’uomo e i suoi bisogni, senza crearne di nuovi, fittizi e lucrativi come oggi l’industria degli schermi per certi versi incoraggia. Questa fetta dell’innovazione è rimasta per anni inesplorata, per poi essere silenziata dal clamoroso boom dei display, culminato nel 2007 nel lancio del primo iPhone che ha reso popolare e alla portata di tutti quello che i suoi predecessori, dall’iPAQ di Hp e fino al Blackberry, avevano fino ad allora riservato solo al mondo dei professionisti: il telefono poteva diventare un piccolo computer.Questa prima rivoluzione ha reso subito evidente una cosa: la tecnologia stava diventando più importante del suo stesso utilizzo. A raccontare la visione di Weiser è la biografia, The Philosopher of Palo Alto: Mark Weiser, Xerox Parc, and the Original Internet of Things edita dall’University of Chicago Press e scritta da John Tinnell, docente all’Università di Denver in Colorado. Tinnel racconta che Weiser e i suoi colleghi immaginavano la presenza di dispositivi chiamati “pad” o “tab” come punti di accesso alla rete. «È ironico vedere come questi accessi sarebbero diventati quello che abbiamo oggi, ma per loro c’era un’enfasi sull’idea che questi dispositivi fossero punti di connessione con l’ambiente attorno a noi e non solo schermi da guardare».La nostra dipendenza dagli schermi, insomma, preoccupava Weiser molto prima dell’arrivo degli smartphone. Tinnell esplora la vita e l’eredità di un informatico che aveva profondi dubbi sul ruolo della tecnologia nelle nostre vite. Weiser iniziò il college come studente di filosofia prima di diventare programmatore, poi professore di informatica, quindi visionario del Parc. Il pensiero di Platone, Heidegger o Cartesio hanno influenzato la visione e il desiderio di Weiser di usare la tecnologia per elevare la condizione umana. Weiser, però, non visse abbastanza per vedere il computing ubiquo realizzarsi sotto forma di IoT: morì di cancro nel 1999 a 46 anni.Anche le sue teorie visionarie furono sorpassate da una tecnologia più commerciale, che ha visto negli ultimi anni il suo sviluppo soprattutto negli smartphone: un mondo accessibile ventiquattr’ore al giorno, da qualunque luogo e sempre nelle nostre tasche. Un mondo attraente e capace di allontanarci dalla realtà, chiudendo le nostre vite dentro un display. Lo dimostrano anche recenti statistiche. Secondo un rapporto di Save the children, sempre più italiani trascorrono buona parte delle loro giornate a consultare il proprio telefono e l’allarme è soprattutto per i più piccoli: per chi ha tra i 6 e i 10 anni si è passati dal 18,4% del biennio 2018-2019 al 30,2% nel 2021-22. Cifre che diventano ancora più rilevanti quando si passa alla fascia di età appena successiva: il 78,3% dei ragazzini tra gli 11 e i 13 anni usa Internet tutti i giorni e lo fa soprattutto attraverso uno smartphone. Colpa dei social network, delle app di messaggistica istantanea e di intrattenimento e ai giochi online.Se è vero che negli ultimi 10-15 anni c’è stato un netto aumento del tasso di dipendenza da smartphone, a preoccupare è soprattutto il distacco dalla realtà che sempre più spesso non viene vissuta ma “fruita” o, ancora meglio, mediata da uno schermo. Un pericolo che Weiser aveva annunciato, rimanendo inascoltato. La speranza è che oggi la connettività pervasiva portata dall’Internet delle cose inizi davvero a diventare “per tutti” e che riesca a riportare la tecnologia nella realtà e non viceversa.Scrive Tinnel che Weiser sarebbe stato molto preoccupato anche dall’arrivo dell’Intelligenza artificiale: «Negli anni 90 discuteva di questo, ed era preoccupato che avere un chatbot a portata di mano avrebbe portato a deferire al dispositivo le nostre scelte. Avrebbe causato un cambiamento fondamentale nel modo in cui prendiamo decisioni e reagiamo al nostro mondo; ci saremmo affidati all’AI invece di essere al comando delle nostre vite». Uno scenario che quarant’anni fa era futuristico e oggi è improvvisamente una minaccia con cui confrontarsi davvero.
Accusato di aver molestato l'ex moglie: assolto per aver subito traumi nell'infanziaSparatoria Fidene, Campiti aveva scritto tutti i dettagli su un foglio
Pesticidi negli alimenti: la frutta è la più colpita
Incidente nel foggiano: morti due ragazzi di 18 anniTrema il mercato europeo: annunciata la riduzione del Programma d'Acquisto d'Attività dal 2023
Frana sulla Strada Statale 36, i massi crollano dalla montagna: bloccato l’accesso a una galleriaCovid, l'analisi dello pneumologo Biasi: "In questi giorni ci sono casi un po' più gravi"
Non ha i soldi per il busto ma senza non può camminare: la colletta dell'ospedaleSovraffollamento dei pronto soccorso in Toscana: cosa sta succedendo
Terremoto nelle Marche, continua lo sciame sismico: scosse di magnitudo 3.7 e 4.0Tentato suicidio da parte di una ragazza, un carabiniere fuori servizio la salvaCentauro muore dopo lo scontro della sua moto con un tre ruoteIl Foro di Napoli piange l'avvocato Marrazzo
Friuli Venezia Giulia, tanti incidenti nella notte: nessuna vittima
Pericolo Listeria: ritirati 3 lotti di salmone affumicato
Addio a Desy, scomparsa a 22 anni per un grave maleClochard ritrovato morto a Latina, era disperso da 11 giorniClochard ritrovato morto a Latina, era disperso da 11 giorniRapina alle poste al Vomero: dipendente colpita al volto
"Dovete mettervi d'accordo con gli amici di Casale per gli appalti"Incendio in una dimora storica del '600: ingenti i danniPadre non accetta la relazione della figlia e la chiude in casa: arrestatoChi l'ha visto, Alessia viene travolta sul Gran Raccordo Anulare. L'appello della mamma e della sorella