Morto di Covid il conduttore radiofonico no vax Bob Enyart: "Il vaccino contiene feti abortiti"Caso Eitan, nonno materno agli arresti domiciliari in Israele dopo il rapimentoDaniel Macias morto per Covid due settimane dopo la moglie: i 5 figli restano orfani
Caso Saman, lo zio Danish in tribunale nega le accuse di omicidio e rifiuta l'estradizioneDopo 400 milioni di dollari in pandemia e 6 premi Oscar,Guglielmo la saga di Dune arriva nelle sale con una seconda parte più politica. Il regista canadese lavora sul legame tra fanatismo e colonialismo più di Lynch, viceversa attratto dall’aspetto mistico «Semplice. Senza fronzoli». È il consiglio che viene dato a Paul Atreides per affrontare il rito di passaggio dei Fremen, la cavalcata dei vermi della sabbia. È anche il consiglio che potrebbe essersi dato Denis Villeneuve incominciando questo secondo capitolo di Dune, la saga di Frank Herbert che sembrava impossibile da adattare (bene) per il grande schermo: il primo film, uscito nel 2021, ha finito per incassare più di 400 milioni di dollari – un risultato non male in tempi di Covid – e vincere sei premi Oscar. Dune parte II, in uscita il 28 febbraio, ha mantenuto la promessa: dalla fase che Villeneuve aveva definito «più contemplativa» in un’intervista con Total film, si passa all’azione. E la storia procede dritta, senza finire vittima delle proprie stesse illusioni – un rischio molto alto, con un testo ricco di visioni che anticipano il futuro.Viste le proporzioni dell’impresa, con un budget di 122 milioni di dollari, sembra un controsenso sostenere che Villeneuve sia rimasto sul semplice. Un cast di attori tra i più richiesti oggi, che va da Timothée Chalamet (Paul Atreides), a Zendaya (Chani, la donna Fremen di cui Paul si innamorerà), a Florence Pugh, a Anya Taylor-Joy, per non parlare di Javier Bardem, Léa Seydoux, Christopher Walken. Nuovi set costruiti, ma anche battaglie, persone che cavalcano vermi giganti attraverso il deserto.Eppure, il regista canadese ha mantenuto il suo centro. È l’adattamento più politico del romanzo che è, al suo cuore, un testo sui meccanismi del potere, sul controllo delle risorse e sui fanatismi, che più volte lo stesso Herbert ha indicato come un pericolo per la società. Un materiale vastissimoIl primo film si è concentrato soprattutto sulla costruzione del mondo di Dune: il testo di Herbert non è dei più accessibili. Ci sono i termini della lingua Fremen e c’è un ordine religioso – quello delle Bene Gesserit – che tiene le fila di tutto. Dopo una guerra tra esseri umani e macchine, l’universo è tornato a un sistema feudale.La famiglia Atreides riceve dall’Imperatore l’incarico di gestire Arrakis, il pianeta di sabbia, preziosissimo perché ricco di spezia, la sostanza che apre la mente e permette di viaggiare nello spazio. Fino a quel momento, Arrakis era in mano alla casa Harkonnen.Perversi e crudeli, a loro è legata un’estetica da Ventennio, contrapposta alle piante e all’aria del pianeta natale degli Atreides. Questo cambio di gestione è una trappola: gli Atreides vengono sterminati, ma l’erede Paul riesce a fuggire insieme alla madre. Sperduti nel deserto inospitale di Arrakis, si uniscono a una comunità di Fremen, gli abitanti nativi del pianeta.Ancora prima del logo della Warner Bros, all’inizio del secondo film compare la citazione: «Chi ha il potere sulla spezia ha il potere su tutto». La spezia è l’essenza di Dune, inteso come luogo: «Il mio pianeta, Arrakis, è così bello quando il sole è basso. A volte sopra la sabbia si vede la spezia nell’aria» dice Chani.Dà al panorama un particolare colore e consistenza: i sound editor hanno mischiato dei Rice Krispies sbriciolati alla sabbia per ottenere il tipo di suono esatto che poteva avere il piede di Paul calpestandola, come ha raccontato il regista al New York Times. È una lotta molto pratica quella per il controllo sulla spezia, che è una protagonista in pericolo, al pari dell’ambiente naturale di Arrakis, in cui solo i Fremen riescono a sopravvivere, perché hanno accettato di entrare in rapporto con un mondo ostile e non dominarlo.Il Messia Accanto alla preoccupazione ecologica, l’analisi di come nasce il fanatismo religioso è centrale nell’opera di Herbert. Su Paul incombe una profezia che lo vuole come lo Kwisatz Haderach, l’uomo che conosce il passato e il futuro. Villeneuve sottolinea più volte quanto sia un prodotto diretto del colonialismo: «Dai la speranza di un Messia in arrivo e avrai il controllo di un popolo per mille anni» dice Chani. Il misticismo che permea le pagine del romanzo è calcolato e diretto all’oppressione dei fedeli: all’idea della speranza che arriva con il salvatore si contrappone proprio la pragmaticità delle Bene Gesserit («Noi non speriamo. Noi pianifichiamo»), che costruiscono le proprie profezie autoavveranti per assicurarsi il dominio sulle popolazioni. Nel 2021 Elon Musk twittó una citazione errata di Dune (era di Carl Jung): «Il fanatismo è una funzione del dubbio represso» (è sbagliata anche la frase in sé: è un dubbio ipercompensato). Per il sito Inverse era il segno che non aveva capito l’opera di Herbert: non un incoraggiamento per «gli estremisti a creare un mercato di false idee», ma un testo con l’obiettivo di «fornire un’analisi e un commento contro chi raccoglie su di sé troppo potere in una sola volta».Non c’è in Dune una forma di potere che sia esercitata effettivamente per il bene di tutti: l’unica eccezione arriva dai Fremen, che con la loro gestione collettiva delle risorse, in un pianeta desertico dove è necessario riciclare la propria stessa acqua corporea, stanno costruendo un bacino idrico nascosto di cui nemmeno loro potranno usufruire, ma che renderà Arrakis un posto migliore per le generazioni successive. Il potere del deserto, su cui si chiudeva il primo film, si contrappone a quello politico, che Villeneuve mostra nelle cospirazioni delle Bene Gesserit, nelle conversazioni tra l’imperatore e la figlia, nello spettacolo della violenza in casa Harkonnen. Quando il potere tocca inevitabilmente finirà per corrompere, e toglierà ogni sfumatura: per gli Harkonnen, dove l’assenza di bene è totale, Villeneuve sceglie dei colori contrastanti, il nero e il bianco gesso.Un terzo capitoloDividere il primo romanzo della saga in due parti è stata probabilmente la mossa vincente di Villeneuve: i registi suoi predecessori, Alejandro Jodorowsky e David Lynch, avevano progetti troppo ambiziosi. Il primo non riuscirà mai a passare alla fase di produzione: dovevano essere coinvolti, tra gli altri, Salvador Dalì, Mick Jagger, i Pink Floyd. Mastodontico e troppo costoso, il Dune di Jodorowsky rimarrà tra i più grandi film mai realizzati. Il titolo di Lynch uscirà nelle sale, ma sarà considerato un insuccesso: non ha aiutato la riduzione obbligata in fase di montaggio da quattro ore a due.Villeneuve ha dalla sua una mentalità più schematica: un blocco preparatorio, uno sul conflitto e uno (forse) sull’accettazione di un destino sanguinario. Ha calibrato la stessa presenza dei vari comprimari per non distrarre lo spettatore dagli aspetti principali della storia. Dopo l’uscita del primo film, ad esempio, era stato criticato il poco spazio lasciato alla Chani di Zendaya. Ora Chani è addirittura protagonista della mossa più audace di Villeneuve. Il regista canadese si è discostato dalla figura originale dei libri, dandole un tono di ribellione inedito. E in grado di rispettare lo spirito di oggi, in confronto a quella che era in fondo un personaggio femminile scritto da un uomo negli anni Sessanta.Come questa decisione influenzerà il resto della storia, spetta alla terza parte, di cui si parla da un pezzo. Dune: Messiah dovrebbe essere il completamento della trilogia: Villeneuve conta di farlo, secondo Variety c’è già una sceneggiatura, ma prima il regista ha bisogno di prendersi una pausa. Sono quasi dieci anni che è su Arrakis.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediAnna ManiscalcoLaureata in Giurisprudenza e diplomata in cinema. Frequenta la Scuola di giornalismo Walter Tobagi di Milano
Rapimento Eitan, la zia paterna: "Il nonno che lo ha rapito è stato condannato per maltrattamenti"Scozia, poliziotta bacia un detenuto nella sua cella: scoppia lo scandalo
Bambino violentato a scuola dai compagni: "Sei una prostituta"
Afghanistan, i Talebani: "Non permetteremo agli afghani di partire, le donne restino in casa"Uccide le tre figlie piccole, il marito la perdona: "Anche lei è una vittima di questa tragedia"
Sarah Everard, poliziotto condannato all’ergastolo per averla rapita, violentata ed uccisaUSA, Birmingham: uomo viene cacciato da un concerto e si schianta con l’auto contro il locale, arrestato
Violenza di gruppo in India, 15enne stuprata per giorni da decine di uomini: 29 arrestiAfghanistan, protesta contro l'istruzione vietata alle bambine: "Non vado a scuola senza mia sorella
Oceano Pacifico settentrionale, terremoto di magnitudo 5.6 registrato al largo del MessicoUSA, il giallo della famiglia Murdaugh: madre e figlio uccisi; agguato al padreConosce un 24enne e si fidanza con lui, lei ha 61 anni: “Vita sessuale fantastica”Afghanistan, intercettati cinque missili diretti contro l’aeroporto di Kabul
Strangola una 90enne nel bagno di un casinò di Tolosa per rubare la sua vincita da 600 euro
Regno Unito, mamma scatta foto alla figlia il primo giorno di scuola per 10 anni
Covid, l'ex pilota spagnolo Jorge Lis è morto a 46 anni: "Mi sarei dovuto vaccinare"USA, Connecticut: aereo si schianta contro un edificio industriale, dandogli fuocoContagi Covid in crescita nel Regno Unito: ipotesi lockdown light prima di NataleRapimento Eitan, la zia Gali: "Abbiamo agito per il bene di Eitan"
"Antidoto al vaccino Pfizer": l'articolo satirico diventato virale nelle chat dei no vaxVariante Mu, cos'è la nuova mutazione colombiana che potrebbe essere resistente ai vacciniCina, focolaio in una scuola elementare: studenti messi in isolamentoVariante Delta in Vietnam, Ho Chi Minh in lockdown dal 23 agosto: vaccinato il 6% della popolazione