Odessa città chiave: perché è così importante per le truppe di PutinGuerra in Ucraina, da Kiev è fuggita la metà della popolazione: l'annuncio del sindacoGuerra in Ucraina, quali sono le aziende che hanno scelto di restare in Russia
Capuozzo e “quelli che dal divano spingono gli ucraini a fare gli eroi”Ciò che appare un vantaggio,analisi tecnica alla fine si dimostra una grande iattura da tutti i punti di vista (anche per i produttori)Uno dei ritornelli nelle manifestazioni degli agricoltori delle ultime settimane è che senza l’agricoltura non ci sarebbe cibo. Il che è oggettivamente vero, ma la domanda successiva da fare è: «Quale agricoltura?». Perché se c’è una cosa della quale siamo sicuri è che mai come in questo periodo storico l’uomo occidentale abbia goduto di una disponibilità di cibo come quella che constatiamo ogni giorno, nei negozi, nei supermercati e nei centri commerciali. Questa abbondanza e questa varietà sono il risultato della tanto vituperata globalizzazione; prima, quando la dieta degli italiani dipendeva prevalentemente dai prodotti locali c’erano meno quantità e meno assortimento. E allora l’agricoltura che ci dà da mangiare non è necessariamente quella italiana, anzi più della metà della carne che consumiamo è d’importazione, così come circa il 15 per cento dei prodotti ortofrutticoli, il 25 per cento di latte e latticini, per non parlare dei cereali, per i quali tocchiamo picchi di oltre il 60 per cento. Insomma, la retorica del chilometro zero è di fatto inapplicabile, ma soprattutto non è per nulla conveniente. Eppure, spesso ci viene detto che dobbiamo acquistare prodotti a chilometro zero perché sono più buoni, perché il chilometro zero fa bene alla nostra economia e all’ambiente, riduce i rischi per la salute legati all’alimentazione e fornisce maggiore varietà a una dieta che rischia di globalizzarsi e quindi di appiattirsi. Ma le cose non stanno per nulla così, anzi, proprio tutto il contrario.Ridurre la CO2Partiamo dal primo teorema: consumare prodotti a chilometro zero fa bene all’ambiente. Secondo questa vulgata, i mercati dei contadini avrebbero il pregio di ridurre l’emissione di CO2, perché per portare il cibo dal produttore al consumatore si fa meno strada e ci sono meno intermediari e quindi, si inquina di meno. Il ragionamento sottinteso non è solo ambientale, ma anche economico: se viene da lontano, i costi di trasporto si sommano al prezzo del prodotto, ergo il consumatore pagherà di più. A ciò si aggiunge il solito mito della qualità italiana. Ci sono però degli aspetti che fanno sorgere più di un dubbio. Innanzitutto, le condizioni di produzione non sono uguali nel mondo: i salari dei lavoratori hanno livelli diversi, il clima può variare anche di parecchio, così come la fertilità del terreno e il prezzo relativo dei fattori di produzione. In più bisogna considerare che c’è sempre un costo-opportunità per l’utilizzo di qualsiasi risorsa.È evidente che il prezzo dei prodotti di chi produce per il mercato del chilometro zero dovrà in qualche modo tenere conto anche di queste opportunità alternative che l’agricoltore tralascia. Quindi, non è detto che ciò che è prodotto vicino costi di meno. FattiUna pasticceria sostenibile è un miraggio. Ma i giovani la immaginanoSe ciò che è locale fosse automaticamente a buon mercato, del resto, non ci sarebbe bisogno di alcuna ideologia politica a sostegno. Se il negozio sotto casa vendesse sempre prodotti più a buon mercato degli altri, per il solo fatto di essere sotto casa, la gente ci andrebbe da sola, senza bisogno che glielo spieghi la Coldiretti.Nemico gdo?Il nemico numero uno è la grande distribuzione. Insomma, il chilometro zero è nemico delle economie di scala, il che equivale a dire che è nemico della scienza economica. La grande distribuzione, infatti, forte dei processi di industrializzazione del settore alimentare, ha contribuito a far crescere la produttività in agricoltura.La rivoluzione dei trasporti e l’ottimizzazione della logistica hanno permesso lo sviluppo di una competizione che non avviene più soltanto a livello locale e fra prodotti simili, ma fra territori diversi. E una regola universale è che un’offerta più ampia non significa prodotti più scadenti, ma proprio l’esatto contrario. Ad esempio, finché ogni vino era consumato solo nella zona di produzione o poco oltre, la qualità tendeva a essere molto bassa. Invece è proprio il fatto di avere a che fare con bacini di domanda più vasti che ha cambiato il vino e molti altri prodotti agroalimentari. È stata la competizione globale che ha indotto le imprese a investire in ricerca e innovazione.Paradosso vitivinicoloNel settore vitivinicolo il paradosso è che tutto questo ha portato a riscoprire e a valorizzare vitigni autoctoni misconosciuti, o per anni male utilizzati; in Italia lo constatiamo quasi ogni giorno, gran parte della produzione enologica nel Mezzogiorno, ad esempio, ha fatto lo straordinario salto di qualità degli ultimi trent’anni solo grazie alla sfida lanciata dai mercati globali. Un mondo a chilometro zero è un mondo nel quale la varietà dell’offerta è minore, non maggiore. L’idea che sta dietro questa mitologia è che tutto il processo di industrializzazione nel settore alimentare sia stato un grande imbroglio che ci ha tolto molto, senza darci nulla.Secondo questa idea, la produzione di massa non ha meriti: ci ha tolto il senso delle cose genuine, dei sapori originali, dei legami sociali che si possono instaurare acquistando una melanzana o un pezzo di formaggio. Ma la vera truffa è il chilometro zero; è la pretesa di dividere il mondo in buoni (noi) e cattivi (tutti gli altri).Noi mangiamo meglio di cento anni fa, ci interessiamo di più di quel che mangiamo, il costo dei consumi alimentari in rapporto al nostro reddito è inferiore e non certo per merito del chilometro zero, ma per merito degli scambi, della ricerca applicata alla produzione e anche per merito di quell’istituzione fondamentale della società moderna che è il tanto vituperato supermercato.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediAlberto Grandi
Guerra in Ucraina, udita un'esplosione nell'area della centrale nucleare di ZaporizhzhiaUcraina, Zelensky ai soldati russi: "Vi offro la chance di sopravvivere, arrendetevi"
Wang Yi: “L’amicizia fra la Cina e la Russia è solida come una roccia”
Ucraina, la teoria no vax: "Putin ha scatenato la guerra per salvarci da un nuovo virus"Arriva la crisi, ecco come le sanzioni stanno colpendo i cittadini russi
Guerra Russia-Ucraina: chi è il fantasma di Kiev e perché è diventato un mitoIl battaglione Azov, l’imbarazzante braccio armato dei nazisti ucraini
India, inviato missile contro il Pakistan, ma si tratta di un errorePolonia, il dramma dei bimbi ucraini: casi di scomparsa e tratta di esseri umani
Trump, guasto al motore dell’aereo privato: atterraggio d’emergenza New OrleansRussia, la denuncia: primo attacco dell'Ucraina con missili UsaTajani chiarisce: La posizione di Borrell sulle armi non è la nostra"Kharkiv, ospedale psichiatrico bombardato: "Dentro 330 pazienti, non sappiamo quante vittime"
Notizie di Esteri in tempo reale - Pag. 518
Gli Houthi attaccano nave greca: "Colpita da tre missili nel Mar Rosso"
George Floyd: la famiglia chiede la riforma della polizia, legge approvata ma bloccataMaxim Khanyghin, soldato di leva russo morto in Ucraina. La madre: “Non mi hanno dato il suo corpo”New York, sparatoria contro senzatetto: cinque feriti e due mortiGuerra in Ucraina, anche i grandi brand della moda chiudono in Russia: tra questi Prada e Zara
Terremoto Isole Tonga, scossa di magnitudo 6.6Germania: stato di emergenza dichiarato per l'alluvioneUcraina, CIA: "Putin non ha una via d'uscita da questa guerra"Natalia, 28enne tornata in Ucraina da Avellino per salvare il suo cane