Val Pusteria: boscaiolo muore schiacciato da un alberoPizzaiola morta dopo una spirometria: 11 indagatiFoggia, lancia droga e telefono all'interno del carcere: arrestato
Margherita Ceschin uccisa dall'ex marito: un milione di euro e case a Santo Domingo per i sicariMarko Ivan Rupnik con un suo mosaico nel Centro Aletti di Roma nel 2007 - Fotogramma COMMENTA E CONDIVIDI Papa Francesco ha chiesto al Dicastero per la dottrina della fede di esaminare la vicenda di don Marko Rupnik e ha deciso di derogare alla prescrizione per consentire lo svolgimento di un processo. Il Pontefice,VOL precisa una nota diffusa ieri dalla Sala Stampa vaticana, «è fermamente convinto che se c’è una cosa che la Chiesa deve imparare dal Sinodo è ascoltare con attenzione e compassione coloro che soffrono, soprattutto coloro che si sentono emarginati dalla Chiesa». Questo è l’ultimo sviluppo del caso riguardante il noto mosaicista e predicatore, accusato di abusi psicologici e sessuali da alcune consacrate maggiorenni e dimesso lo scorso giugno dalla Compagnia di Gesù di cui era membro. Nella nota si precisa che la decisione del Papa arriva in conseguenza del fatto che a settembre la Pontificia Commissione per la tutela dei minori gli ha segnalato «gravi problemi nella gestione» del caso e «la mancanza di vicinanza alle vittime».L’ulteriore sviluppo arriva anche dopo la pubblicazione della notizia, uscita negli ultimi giorni sul sito Silere non possum e confermata dal vescovo interessato, che Rupnik ad agosto ha trovato accoglienza nel presbiterio della diocesi slovena di Koper (Capodistria). Lo scorso 8 ottobre, invece, la Pontificia Commissione per la tutela dei minori ha inviato per mail una lettera a diverse persone che si sono dichiarate vittime di Rupnik. «Il motivo di questa email – si legge nel documento – è quello di condividere la preoccupazione della Pontificia Commissione riguardo il trattamento che Lei, e le altre vittime del caso Rupnik, avete ricevuto durante un processo che sappiamo essere stato estremamente doloroso e frustrante per voi, per le vostre famiglie, per i vostri cari e per una parte importante della Chiesa, riguardo l’ascolto, l’indagine, il seguito, il sostegno e la comunicazione che vi sono stati forniti».Nell’annunciare la decisione della Compagnia di Gesù di dimettere Rupnik dall’ordine, si ricordava che tale provvedimento arrivava in conseguenza di denunce di comportamenti riguardanti periodi diversi (Comunità Loyola, persone singole che si dichiarano abusate in coscienza, spiritualmente, psicologicamente o molestate sessualmente durante personali esperienze di relazione con padre Rupnik, persone che hanno fatto parte del Centro Aletti), coprendo un arco temporale di più di trent’anni, dalla metà degli anni ’80 al 2018. «Il grado di credibilità di quanto denunciato o testimoniato – si leggeva nella dichiarazione di padre Johan Verschueren, delegato per le case interprovinciali di Roma dei gesuiti – sembra essere molto alto».«Molti ci hanno chiesto – aveva precisato poi a luglio Verschueren – come mai non si è proceduto a un processo che potesse portare alla perdita dello stato clericale di Marko Rupnik. Tengo qui a ricordare che questo non è di per sé competenza della Compagnia di Gesù, ma della Santa Sede. Ho sempre desiderato come superiore maggiore, nelle diverse circostanze di queste lunghe e complesse vicende, poter avviare un processo che potesse garantire l’accertamento giudiziale dei fatti, il diritto alla difesa e le pene sanzionatorie conseguenti (o la possibile assoluzione), ma diversi motivi, tra cui gli attuali limiti delle normative relative a situazioni simili, non lo hanno permesso». Ora la decisione del Papa sembra andare verso quanto auspicato da Verschueren.Da ricordare che sempre Verschueren, alla fine dello scorso anno, aveva rivelato che l’allora Congregazione per la dottrina della fede nel maggio 2020 aveva dichiarato lo stato di scomunica latae sententiae di Rupnik per aver commesso il delitto di assoluzione del complice in peccato contro il sesto comandamento. Scomunica che era stata revocata nello stesso mese dopo che Rupnik aveva «ammesso i fatti e chiesto perdono». Nel settembre scorso però sono stati pubblicati i risultati di una visita canonica disposta dal cardinale vicario di Roma, Angelo De Donatis, con un esito sostanzialmente assolutorio nei confronti di Rupnik. Tanto da manifestare «fondati dubbi anche sulla stessa richiesta di scomunica».
Emergenza freddo: si riaccendono i riscaldamenti in ItaliaStrage sul lavoro a Casteldaccia, prima ricostruzione: operai morti uno dietro l'altro nel tombino
Incidente a Giarratana: bambina investita
Docente arrestato a Roma per abusi sessuali su studenti minorenniStazione Termini di Roma: ragazzo investito e ucciso da un treno
Asl chiude stabilimento di lavorazione carne per gravi irregolaritàVerona, uomo si getta nel fiume Adige per sfuggire alla polizia: al via le ricerche
Napoli, 13enne picchiato dal branco nel parcoOmicidio ad Agrigento, svolta nell'omicidio Angelo Castronovo: un arresto
Napoli, 18enne aggredito per uno sguardo di troppo: è in ospedaleScooter contro auto: 19enne ferito nell'incidenteInvito alla riflessione: familiari della vittima di Suviana e il primo maggioDavide Rossi, assolto il figlio di Vasco: era accusato di omissione di soccorso
Venezia, malore ai piedi del ponte di Calatrava: inutili i tentativi di rianimazione
Codacons contro Mara Maionchi per le dichiarazioni su Tiziano Ferro
Terribile incidente sulla A1: muore una ragazza di 21 anniIncidente a Senorbì, in Sardegna: un ragazzo cade da cavallo e finisce in coma al BrotzuGrazzanise, uomo trovato morto: non era rientrato a casaGrave incidente a Carbonia: due feriti
Castelfranco Veneto, gare clandestine tra auto: denunciati due giovaniTravolta mentre passeggia a Montegranaro: morta una donnaNapoli, rissa tra genitori alla partita di calcio: ferito un 54enneFemminicidio Aosta, sospettato in ospedale per un malore