Affar nostro - Il PostLe prime pagine di oggi - Il Post«Kyshawn George? A 15 anni sembrava un bimbo, ma talento e attitudine c’erano già»
Nel secondo trimestre dell'anno il PIL italiano è cresciuto più che in Germania, ma meno che in Francia e in Spagna - Il PostContromanoL'ordine di scuderiaAl Gran Premio d'Ungheria ha trionfato Oscar Piastri dopo un comando decisivo della McLaren a Lando Norris,analisi tecnica è stata la scelta giusta da fare?I due piloti della scuderia di Woking. ©Denes Erdos Pino Allievi23.07.2024 06:00La Formula 1 è tornata a dividere le schiere dei tifosi, ma anche degli addetti ai lavori: è stato giusto fermare la cavalcata di Lando Norris per far vincere - con un ordine dal box – Oscar Piastri? Io sostengo di sì, perché quanto è accaduto a Budapest non rientra in una preferenza accordata a un pilota piuttosto di un altro, come spesso è successo in passato, ma è stata una momentanea scelta strategica quella di fermare Norris quando si trovava al secondo posto, al fine di metterlo al riparo dal possibile attacco di Hamilton. Era evidente che in quel modo Norris sarebbe presumibilmente rimasto davanti, nel momento in cui Piastri avesse effettuato il suo pit stop. Così è stato, però la McLaren gli ha subito detto via radio che il compagno gli avrebbe restituito la leadership. Lineare? No, perché Norris poi ha cincischiato con le parole, mettendosi a tirare come un matto e commentando: «Come faccio a ridargli la posizione se non si avvicina?». Ma a tre passaggi dal termine, si è fatto diligentemente da parte e Piastri ha avuto via libera. Oscar Piastri ha vinto il suo primo GP ma non ha rubato niente. Anzi, ha meritato con una partenza perfetta con la quale si è portato subito al comando superando appunto Norris, il quale si è dimostrato come già altre volte fragile nel momento di maggiore stress, salvo poi recuperare ritmo e tornare protagonista. Però in queste gare che si giocano sui decimi di secondo, Norris ha commesso un errore mentre Piastri no. E la McLaren, che aveva la coscienza sporca nei suoi confronti, avendolo involontariamente penalizzato in altri GP con le strategie, lo ha voluto premiare e ricompensare con un successo prestigioso. Il primo. Ma chi è Oscar Piastri? Il cognome dice che ha origini italiane, toscane per l’esattezza, con i bisnonni che tentarono l’avventura dell’Australia sognando il benessere. Oscar non ha dovuto varcare gli oceani per lavorare bensì per coronare il sogno (costoso) di diventare pilota. Gli aiuti del padre (che è nel business delle preparazioni speciali di auto) sono stati determinanti all’inizio, poi è stato il talento a fargli bruciare le tappe portandolo in F1 all’inizio dello scorso anno. E lui dopo 35 Gran Premi ha ripagato la fiducia della McLaren. Le sue qualità? Intelligenza tattica, poche parole, classe cristallina, visione di gara lucidissima, allergia agli incidenti. Un talento puro, col carattere riservato e un po’ gelido di Räikkönen ma con la gentilezza discreta di Jannick Sinner, se vogliamo fare dei paragoni con altri sportivi acclamati.Comunque sia, Piastri ha sottratto 7 punti a Norris, il quale continua a dichiarare di credere nella rincorsa per il Mondiale piloti. Al momento ha uno svantaggio di 82 punti nei confronti di Max Verstappen, il quale a Budapest è stato protagonista al contrario, cioè in negativo. È andato fuori alla prima curva, ha commesso un paio di errorini navigando attorno al quarto posto e quando, nel finale, ha tentato il sorpasso a Hamilton si è esibito in una frenata disperata che lo ha portato di nuovo fuori pista, dopo aver urtato Lewis. Tra una prodezza e l’altra ha litigato via radio coi sui tecnici per una strategia secondo lui errata e per la macchina che non rispondeva come avrebbe voluto. Un Max polemico e nervoso, con la Red Bull che non è più la prima forza della F1 ma resta saldamente al comando del campionato. Siamo dinanzi a una svolta o si è trattato di un momento d’arresto su una pista indigesta? Difficile stabilirlo, però la nuova realtà dice che è la McLaren a dettare i tempi, sia pure in modo talvolta sguaiato, perché la squadra è giovane e non è ancora abituata a vincere. E la Ferrari? Sì, c’era ma non si è vista nelle posizioni nobili. Di Budapest resta solo il ricordo di qualche giro veloce di Leclerc (giunto 4. a 19’’6) con le gomme più dure. Troppo poco. Domenica si corre in Belgio: ci sarà uno squillo della rossa prima delle vacanze estive della F1? Sarebbe bello. E necessario.In questo articolo: F1
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