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Davos, Conte "Serve l'Europa del popolo. Nel 2019 Pil a +1,5%"Economia>Affiliate EXPO 2020,investimenti gli organizzatori raccontanto la terza edizioneAffiliate EXPO 2020, gli organizzatori raccontanto la terza edizioneAdriano De Arcangelis, Mattia Scattolin e Daniele Butturini presentano a Notizie.it Affiliate EXPO 2020, il più grande evento dedicato alle affiliazioni online in Italia.di Lisa Pendezza Pubblicato il 19 Novembre 2019 alle 18:51| Aggiornato il 17 Settembre 2020 alle 14:53 Condividi su Facebook Condividi su Twitter © Riproduzione riservataintervistamarketing#speakup-player{ margin: 0 !important; max-width: none !important;min-height: 85px !important; padding-bottom: 25px !important; padding-top: 10px!important;}#speakup-player:empty::after{ align-items: center; background-color:#fff; border-radius: 0.5rem; box-shadow: 0 12px 24px rgba(0, 0, 0, 0.12);font-family: sans-serif; content: 'Loading...'; display: flex !important;font-size: 13px; font-weight: bold; line-height: 1; justify-content: center;min-height: 50px; text-transform: uppercase;}#speakup-player:empty{ display:block;}Argomenti trattatiAffiliate EXPO 2020: Adriano De ArcangelisIntervista a Mattia ScattolinIntervista a Daniele ButturiniL’Affiliate EXPO – il più grande evento dedicato alle affiliazioni online in Italia – è giunto alla sua terza edizione, che si terrà a Roma dal 27 al 29 marzo 2020. All’interno dell’area espositiva del Mercure Roma West, i partecipanti potranno partecipare a speech, workshop e speed meeting, ma anche aperitivi e gare di go kart. Gli organizzatori Adriano De Arcangelis, Mattia Scattolin e Daniele Butturini hanno raccontato a Notizie.it l’importanza della SEO, quali sono i requisiti per avere successo nel mondo dell’affiliate e in che direzioni si sta evolvendo il marketing digitale.Affiliate EXPO 2020: Adriano De ArcangelisPerché ha deciso di creare Affiliate EXPO 2020, un evento dedicato al marketing digitale?Quando ho iniziato a fare affiliate marketing nel 2001 le risorse disponibili in italiano erano inesistenti e di conseguenza anche le persone che si occupavano di affiliate marketing, o più in generale di guadagno online, erano pochissime e difficilmente reperibili. Non c’erano i social, non c’era YouTube, solo pochissimi forum. Nonostante la situazione apparentemente avversa non mi rassegnai e già dal 2003 iniziai a viaggiare per il mondo per conoscere persone appassionate di questa materia come lo ero io. Da questa voglia di interagire, condividere e fare networking molti anni dopo è nato l’Affiliate Expo, un evento capace di riunire gli addetti del settore in un solo luogo per tre giorni l’anno. Era un’idea che avevo da una vita ma solo con il prezioso aiuto di Mattia Scattolin e Daniele Butturini tutto questo è divenuto realtà.Come ha imparato a muovere i primi passi nel mondo del web e della SEO?Come detto prima, non c’erano molte informazioni e la mia scuola è stato il web. Ho sperimentato tantissimo, ho creato migliaia di siti. Mai come in questo caso il “passa la cera, togli la cera” mi ha insegnato a dominare sempre più il mezzo… o come piace definirla a me: la grande opportunità di libertà.Intervista a Mattia ScattolinChe importanza hanno oggi la SEO e l’affiliate marketing per le aziende?Oggi la SEO è un canale che può essere sfruttato dalle aziende per la vendita dei propri prodotti/servizi poiché permette di intercettare delle ricerche specifiche offrendo quindi la possibilità di soddisfare dei bisogni. Si tratta di inbound marketing e può essere sfruttato anche per il brand positioning oltre che per la vendita diretta, se si studia un piano editoriale che vada ad approfondire argomenti di rilievo per il mercato di riferimento.Quali sono i requisiti fondamentali di un buon affiliato? Qualche consiglio per chi vuole intraprendere questa strada partendo da zero.I requisiti fondamentali per un buon affiliato, al di là delle competenze tecniche, sono la perseveranza e la fantasia. Un consiglio che mi sento di dare a chi è all’inizio o a chi deve ancora iniziare è: studia e sporcati le mani fin da subito, non aspettare l’occasione giusta o di finire il corso che stai facendo. Vale più un grammo di pratica che una tonnellata di teoria.Intervista a Daniele ButturiniQuanto è cambiato l’affiliate marketing rispetto alle origini e in che direzione si sta evolvendo?Il marketing in generale è un processo in continua evoluzione. Quasi si potrebbe dire che dalla sua invenzione a oggi è cambiato così tanto da sembrare tutt’altra cosa rispetto alle origini. La storia ci insegna una cosa molto importante: ciò che funziona oggi potrebbe essere ciò che non funzionava ieri e non è detto che funzioni anche domani. Il messaggio di volta in volta trasmesso e veicolato deve sempre catturare l’attenzione dei riceventi, il che è impossibile con tecniche comunicative incapaci di stare al passo con la naturale e velocissima evoluzione del marketing e, soprattutto, delle abitudini dei consumatori finali. L’affiliate marketing vive un’evoluzione a “10x” rispetto al marketing tradizionale e questo per via di Internet, l’acceleratore del cambiamento per antonomasia. Personalmente, ho iniziato a occuparmi di affiliate marketing in età molto precoce. All’epoca avevo solamente tredici anni e oggi, dopo dieci anni di attività in questo mondo, posso affermare di aver visto e vissuto moltissimi cambiamenti.L’affiliate marketing è nato nel momento in cui, da un parte, la massa ha cominciato ad approdare su Internet e, dall’altra, quando i primi webmaster della storia hanno intuito che c’erano persone, o meglio aziende, disposte a pagare affinché i propri prodotti e/o servizi venissero resi noti alla massa, la quale entrava così in contatto con quegli stessi prodotti e/o servizi.Un esempio che mi piace portare per spiegare il cambiamento dell’Affiliate Marketing dalle sue origini a oggi è il primo banner della storia di Internet. Questo banner aveva un CR (Conversion Rate o Tasso di Conversione) del 44%. Significa che 4 persone su 10 vi cliccavano. Probabilmente oggi il CR di questo stesso banner sarebbe molto vicino allo 0% e ho buone ragioni di credere che quei pochi eventuali click sarebbero semplicemente frutto di un casuale errore da parte degli internauti.Un cambiamento significativo che ho vissuto in prima persona è quello che definirei il passaggio da traffic driven a performance driven. Con traffic driven mi riferisco al fatto che originariamente le aziende, quelle che volevano farsi pubblicità su Internet, letteralmente acquistavano traffico, ovvero pagavano per ogni impression/click sui propri banner pubblicitari. Questo sistema è possibile e sostenibile in un mondo privo, o quasi, di concorrenza come era quello di allora. Oggi, se adottato come strategia unica ed esclusiva, implicherebbe dei costi insostenibili per un’azienda. Ciò non vuol dire che il traffico per impression/click non esiste più, anzi. Esso non solo continua a esistere ma continua pure a funzionare. Google Ads ne è un ottimo esempio, ma è probabilmente una delle pochissime realtà che mi sento di poter considerare valide per questa tipologia di traffico. Si è passati poi al performance driven.Oggi è più comune che le aziende paghino e una commissione dopo aver raggiunto una perfomance concreta, come ad esempio il download di un’app, l’acquisto del prodotto/servizio, l’iscrizione a una newsletter, etc. Se, per ipotesi, originariamente le aziende pagavano 0,20€ per ogni semplice click sul loro banner, oggi pagano una commissione maggiore, magari pari al 20% di ogni vendita, download o azione che ci si era prefissati di ottenere, ma solo dopo che l’azione è stata compiuta (questi numeri sono puramente esemplificativi: prezzi e percentuali dipendono sempre dagli accordi presi).Guardando al futuro, quindi, credo vedremo un’espansione della strategia performance driven. Lo credo perché questa tipologia di affiliate marketing è win-win in tutti i sensi. Da un lato, le aziende possono pagare il raggiungimento di risultati concreti; dall’altro, gli affiliati, ovvero i proprietari di siti web, o pagine social, o database di email possono ricevere commissioni più alte per il raggiungimento di questi obiettivi.Il marketing tradizionale, quindi, è ormai superato?Non è possibile dare una risposta aut aut a questa domanda: sì o no. Il marketing tradizionale funziona e continuerà a funzionare per tantissime realtà, magari “meno digitali” rispetto a un e-commerce o a un’app. D’altra parte, una buona strategia di marketing tradizionale può portare ottimi risultati anche alle realtà squisitamente online. L’errore in cui spesso le aziende incorrono è quello di pensare che, avendo un negozio fisico, l’internet marketing non sia interessante per loro. Oggigiorno un’azienda non può non avere una presenza online, non può permettersi di non essere raggiungibile dalle centinaia, e forse migliaia, di persone che quotidianamente cercano nel web prodotti e servizi simili. Oggi, quando abbiamo bisogno di un prodotto o servizio, non chiediamo consigli al vicino di casa o all’amico, quantomeno non come prima cosa. Oggi chiediamo a Google.Tornando alla domanda principale, mi sentirei di dire che no, il marketing tradizionale non è del tutto superato, ma questa non deve tradursi in una scusa per tutte quelle aziende che decidono di non investire online. Nel 2019 il marketing online è coessenziale a qualsiasi business.Articoli correlatiinEconomiaAeroporti bloccati e voli cancellati in tutto il mondo: guasti tecnici mettono a rischio le vacanze estiveinEconomiaLe novità per la pensione di vecchiaia dal 2027inEconomiaAnalisi dei crolli in Borsa: cause e conseguenzeinEconomiaSocial card "Dedicata a te": aumento dell'importo e nuove modalità di distribuzioneinEconomiaA novembre l’edizione nr. 7 del Mese dell’educazione finanziariainEconomiaAntitrust avvia istruttoria su 6 influencer: chi sono?

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