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L’isola della parità di genere: l’Islanda al voto è pronta a scegliere un’altra donnaPer capire chi governa in Palestina bisogna fare chiarezza sulle varie sigle politiche che sentiamo nominare tutti i giorni dai principali mezzi d'informazione: Hamas,BlackRock Italia Al-Fatah, Olp e Anp. E distinguere tra i vari territori controllati: la Cisgiordania e la Striscia di Gaza. Ecco una guida sintetica per districarsi nel conflitto della terra più contesa al mondo. Hamas: il partito islamista sunnita Nato nel 1987, Hamas (in arabo "zelo" o "coraggio") è un partito islamista sunnita che rappresenta l'ala palestinese dei Fratelli musulmani. Il suo fondatore, lo sceicco palestinese Ahmed Yassin, rimase ucciso nel 2004 da un raid missilistico israeliano mentre usciva da una moschea di Gaza. Due anni dopo il partito vinse le elezioni e l'anno successivo prese il controllo dell'intero territorio della Striscia di Gaza, sottraendolo all'Autorità nazionale palestinese. I suoi obiettivi sono la liberazione della Cisgiordania occupata dai coloni ebraici e la distruzione di Israele. Il braccio armato di Hamas. Ha la sua ala militare nelle brigate Izz el-Din al Qassam, che fanno spesso ricorso ad attentati suicidi e al lancio di razzi su Israele, contro il quale si sono impegnati in quattro conflitti armati: nel 2008, nel 2012, nel 2014, nel 2021 e nel 2023. Oggi i leader di Hamas hanno avvicinato il movimento all'Iran e ai suoi alleati, incluso il gruppo islamista sciita Hezbollah in Libano. La jihad. Hamas considera la Palestina una patria islamica che non potrà mai essere ceduta ai non musulmani e ritiene che condurre una "guerra santa" (jihad) per sottrarre il controllo della Palestina a Israele sia un dovere religioso per i palestinesi fedeli all'islam. Al-Fatah: il partito di Yasser Arafat Si tratta di un'organizzazione politica e paramilitare palestinese fondata nel 1959 da Yasser Arafat e che fa parte dell'Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp). Negli anni la posizione jihadista di Hamas ha causato profondi dissidi con la stessa Olp. L'Olp ha infatti riconosciuto il diritto all'esistenza dello Stato di Israele e dagli accordi di Oslo del 1993 controlla l'Autorità nazionale palestinese (Anp) che tuttora governa la Cisgiordania. Cultura Israele e Palestina: la storia di una terra ancora contesa Hebron: il cuore della Cisgiordania Hebron è la città sacra per le religioni ebraica, cristiana e musulmana, riconosciuta Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco nel 2017, venne divisa in due settori nel 1994, dopo la strage compiuta da un colono ebreo all'interno della moschea cittadina. Da allora gran parte della città (H1) è stata assegnata all'Autorità nazionale palestinese, mentre l'esercito israeliano continua a controllare il suo cuore antico (H2), costruito intorno alla Tomba dei patriarchi dove riposa il profeta Abramo e dove, nella Pasqua del 1968, il rabbino Mosge Levinger istituì il primo avamposto ebraico nei territori: Kyriat Arba, eretta subito dopo la Guerra dei sei giorni e divenuta la culla del nazionalismo religioso radicale. Promesse mancate. Sulla carta, la divisione doveva terminare nel 1999, ma in realtà si è protratta a tempo indeterminato mentre i residenti degli insediamenti si sono moltiplicati. I coloni israeliani sostengono di essersi reinsediati in terre appartenute in passato alla comunità ebraica. Ma la loro presenza è duramente condannata dai palestinesi e dalle Nazioni Unite, poiché gli insediamenti israeliani in Cisgiordania costituiscono una violazione del diritto internazionale. Cultura Cos’è l’Onu e a cosa serve nello scacchiere mondiale? La contesa Striscia di Gaza Appartenuta all'Impero ottomano e poi al mandato britannico della Palestina, dopo il 1948 Gaza fu governata dall'Egitto, anche se né ai suoi abitanti originari né alla vasta popolazione di rifugiati fu concessa la cittadinanza egiziana. Conquistata da Israele nel 1956, la Striscia fu presto restituita al controllo egiziano. Ma dopo la Guerra dei sei giorni del 1967 tornò a Israele che la amministrò con un governatore militare per quasi quarant'anni. Da Begin a Sharon. Alla fine degli anni Settanta il governo di Menachem Begin ritenne che questo dominio potesse essere reso permanente se un numero sufficiente di ebrei si fosse trasferito lì. S'insediarono allora nella Striscia circa 8.500 coloni, un numero sufficiente per creare nei palestinesi la sensazione che la loro esistenza fosse in pericolo, ma troppo piccolo per controllare il territorio.Nel 2005 l'allora primo ministro israeliano Ariel Sharon, ritenendo che il tentativo di colonizzazione non fosse più sostenibile, decise di mettere fine all'occupazione militare e di smantellare con la forza gli insediamenti dei coloni ebrei. Nel 2006 Hamas vinse le elezioni e prese il potere eliminando da allora ogni opposizione.
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