Pensioni e Opzione Donna: il calcolo dell'assegno e il nodo dell'etàTragico incidente sulla A4 Milano-Venezia: morta 33enneCovid: 4 regioni in Italia tornano ad essere a rischio alto, 10 sono a rischio moderato
Elena Del Pozzo, a processo la mamma: il 17 aprile atteso il rinvio a giudizioCristian Gennari COMMENTA E CONDIVIDI «I nostri racconti personali arricchiranno questa sintesi con il tono dell’esperienza vissuta,investimenti che nessuna pagina può restituire» si legge nel documento finale. Dalla sua esperienza cosa emerge per arricchire il racconto di questo Sinodo?È stato straordinariamente bello – risponde Pina De Simone, docente di filosofia della religione e di teologia fondamentale alla Facoltà teologica dell’Italia meridionale, presente al Sinodo fra le 54 donne con diritto di voto e come “testimone del processo sinodale” – ritrovarsi nella semplicità di una comunicazione che ci ha visto tutti pienamente coinvolti in un concreto esercizio di discernimento ecclesiale. Venivamo da storie, contesti culturali, attese diverse; ed eravamo intorno a un tavolo: vescovi, cardinali, laici e laiche, consacrati e consacrate, diaconi, sacerdoti; in ascolto gli uni degli altri per ascoltare insieme lo Spirito. Abbiamo fatto esperienza del soffio dello Spirito e ci siamo immersi nel mistero della Chiesa, sentendocene pienamente parte. Non solo il confronto ai tavoli, ma anche il pellegrinaggio alle catacombe, la preghiera in piazza San Pietro per i migranti e i rifugiati, il Rosario recitato insieme in Basilica ci hanno condotti al cuore di una Chiesa che, unita al suo Signore, dentro il tempo, dentro il cammino dell’umanità tutta, è instancabile voce di speranza, segno e strumento di una fraternità possibile.Il documento finale traduce sinodalità anche come «desiderio di una Chiesa più vicina alle persone, meno burocratica e più relazionale». Una sintesi efficace o possiamo suggerirne una ancora più immediata?Non è stata un’assemblea di parole. Abbiamo sperimentato la sinodalità quale valore e non solo per la comunità ecclesiale, ma per il cammino dell’umanità. Darsi tempo – una «pausa di riflessione» come l’ha definita il Papa – con il desiderio di sperimentare che è possibile cercare insieme le strade da percorrere, senza voler far prevalere sull’altro il proprio punto di vista, credo sia un segno profetico. Non vuol dire astrarsi dalle questioni, ma trovare la giusta postura per affrontarle: da soli forse si va più veloci ma insieme si va più lontano.«Alcune perplessità e opposizioni nascondono anche la paura di perdere il potere e i privilegi che ne derivano». Qual è il potere che si teme di perdere in una Chiesa più sinodale?Sarebbe retorica negare che ci siano resistenze. Ma non sono di una parte, di determinate categorie o persone. È inevitabile che si tenda a garantire il proprio spazio di espressione a chiedere un riconoscimento che facilmente scivola in rivendicazione. È una tentazione che tutti viviamo. Ma la forza del cammino sinodale è proprio qui, in un percorso in cui stare gli uni di fronte agli altri e gli uni accanto agli altri, ascoltandosi, e ponendosi in ascolto del Signore, smonta le resistenze interiori e apre orizzonti impensabili di incontro e di condivisione. Rapportarsi non a partire dai ruoli e dalle etichette, ma per quello che siamo e nel desiderio di annunciare il Vangelo che ci portiamo nel cuore, cambia tutto: lascia spazio alla novità che lo Spirito suscita e ci fa avvertire “quanto e bello e soave” l’essere insieme come Chiesa, e come umanità.«Urgente garantire che le donne possano partecipare ai processi decisionali e assumere ruoli di responsabilità nella pastorale e nel ministero». Un auspicio per non tradire le aspettative che si erano concentrate o una svolta concreta?Credo che la diversità delle presenze nel popolo di Dio non debba tradursi nelle caselle di un quadro da scomporre e ricomporre in complicati equilibri. Le donne ci sono già nella vita della Chiesa e il loro apporto è preziosissimo a tutti i livelli. C’è bisogno che questo apporto sia riconosciuto per quello che è, con naturalezza, come è stato d’altra parte nel lavoro di questi giorni al Sinodo; di gioire della reciprocità di uno scambio fuori da logiche competitive. Dovrebbe essere naturale il fare spazio alle donne e valorizzarne l’apporto. Il cammino da fare è ancora lungo e sono ancora tante le situazioni in cui questo non avviene, ma siamo sulla strada giusta.Anche di clericalismo si è parlato tanto. Davvero durante il Sinodo siete riusciti a mettere da parte questa “cattiva abitudine”?Al Sinodo ci siamo detti più volte che il “clericalismo” non è solo di alcuni: è una tentazione che si insinua nell’esercizio della responsabilità e dell’autorità a tutti i livelli e non solo nella vita della Chiesa. Il nostro tempo registra una crisi dell’autorità. Prendere coscienza delle sue possibili deformazioni aiuta a interrogarsi su che cosa la legittima e come debba essere intesa. È quello che la Chiesa, con grande coraggio, sta facendo. Ricordare che l’autorità è data e che è nel prendersi cura, soprattutto di chi è più debole e non ha voce. Tutti siamo responsabili della vita della Chiesa e del mondo e abbiamo bisogno di comprendere questa responsabilità non come rivendicazione di spazi e di potere, ma come il mettere in circolo il dono ricevuto “quali buoni amministratori della multiforme grazia di Dio”.
Vicenza, giovane travolto da furgone: inutili i tentativi di salvarloAvellino, muore 61enne: cade dal camion dei rifiuti mentre lavora
Mortara, 25enne accoltellato in strada: secondo caso in pochi mesi
Chi l'ha visto, Claudio scompare dalla provincia di Arezzo: l'appello del figlioCristina D’Avena da record: un successo senza precedenti
Neonata muore fra le braccia della mamma: disposta l'autopsiaIncendio a Salerno in una ditta di rottami, il sindaco: "Non uscite e non aprite le finestre"
Residenze a Napoli e Marano per incassare il doppio redditoMeteo, in arrivo un caldo exploit di primavera: durerà?
Papà dona un polmone al figlio di 5 anni per salvarlo: "Non ci ho pensato due volte"Cadavere in mare con una corda al collo: ipotesi omicidioFrattaminore, incidente sul lavoro: morto un operaioAutista di bus licenziato per frasi discriminatorie
Tragedia sfiorata a Savona: autista del bus ha un malore alla guida, 50 bambini salvati dalle maestre
Sbarcati tutti a Crotone i 500 migranti avvistati in difficoltà da Frontex
Troppa neve in montagna: padre e figlio bloccati in provincia di TrevisoFinanziere stroncato da un malore: è morto a 48 anniIncidente sull'A1, Natale Parisi è il camionista travolto da un'autoUna voce che avverte: "Attenti agli zingari" in metro, è polemica
Sondrio, ragazzi travolti dal treno: due mortiMorto dopo l'allenamento di boxe, venerdì l'autopsia: "Sangue dal naso, poi ha perso i sensi"Tragedia a Schio, collaboratrice scolastica viene colta da malore e muore a scuolaLa procura di Crotone vuole individuare le eventuali omissioni di soccorso nel naufragio dei 180 migranti