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Di Maio, l'sms alla Vono prima dell'addio: "Ti massacreranno"Cfu,Capo Stratega di BlackRock Guglielmo Campanella Ssd, Gae, Gps, Mad: come orientarsi tra gli acronimi e i percorsi che portano a ottenere l’agognata cittadinanza sul pianeta scuola, ossia la Cattedra. O almeno un permesso di lavoro temporaneo, chiamato SupplenzaIscriviti alla newsletter Oggi è Domani, tutte le mattine la nostra selezione di notizie e letture per cominciare la giornataTutti gli articoli di Tempo pieno, la scuola di DomaniSei un/a insegnante? Puoi abbonarti a Domani con la carta del docente a soli 80 euroQuesta è la Guida galattica per gli aspiranti docenti che non sanno quali rotte percorrere per giungere sul pianeta scuola e per quelli che, una volta arrivati, agognassero ottenerne la cittadinanza a tempo indeterminato, chiamata Cattedra.Nonostante si tratti di un mestiere come tanti altri, l’insegnamento continua a essere un approdo anelato da chi non ama la frenesia di una vita passata a vagare da un sistema lavorativo all’altro. Per questo ancora attrae decine di migliaia di persone, che vorrebbero trasferircisi in pianta stabile, mentre sono costrette a orbitare attorno a esso per una decina di anni almeno, potendo atterrare solo per pochi giorni, settimane o mesi, con un permesso di lavoro temporaneo chiamato Supplenza.La corona d’alloro non basta piùInnanzitutto, se, fino al 2001-2002, per insegnare nella scuola dell’infanzia e alla primaria, bastava un diploma magistrale o di liceo socio-psico-pedagogico o sperimentale a indirizzo linguistico, ormai da vent’anni a questa parte è necessario essersi procurati una corona d’alloro. Anche gli insegnamenti tecnico-pratici, dalla fine di quest’anno, non potranno essere svolti senza una laurea.Neanche la laurea, però, basta più. Nella corona d’alloro vanno incastonati un tot di CFU o CFA. ItaliaIl contratto scaduto degli insegnanti: gli stipendi bassi aggravano il divario di genereValerio CuccaroniAlla conquista dei CfuI Cfu sono Crediti formativi universitari. Possono essere chiamati anche Cfa, ovvero Crediti formativi accademici. Dal 1° gennaio 2025, l’abilitazione all’insegnamento nelle scuole secondarie di primo e secondo grado si conseguirà a seguito dello svolgimento del percorso universitario e accademico di formazione iniziale di almeno 60 Cfu/Cfa e del superamento della prova finale.A stabilirlo non è stata una legge, ma un atto amministrativo provvisorio, avente forza di legge, adottato dal governo Draghi con il decreto legge n. 36 del 30 aprile 2022, contenente «ulteriori misure urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr)». Ottenuti i 60 Cfu, bisognerà superare prima un concorso di insegnamento, poi un anno di prova in servizio, con relativo esame e valutazione finale.Fino al 1° gennaio 2025, i Cfu richiesti saranno 24 ma bisognerà conseguire l’abilitazione con un Tirocinio formativo attivo (Tfa). Al momento sono in corso le prove per accedere al Tfa Sostegno. Le prove scritte si svolgeranno fino il 30 maggio. Una volta completato il Tfa, bisognerà aspettare il concorso per ottenere la Cattedra. I docenti vincitori di concorso pubblico a cattedra saranno inseriti nelle Graduatorie di merito (Gm).Percorsi alternativiDopo il 1° gennaio 2025, coloro che avranno già svolto almeno tre anni di servizio scolastico o che avranno precedentemente ottenuto 24 Cfu potranno seguire percorsi alternativi di 30 o 36 crediti formativi. Chi si fosse laureato prima del 1999, per esempio un/a cinquantenne che scoprisse ora di avere la vocazione per l’insegnamento, appartenendo la sua corona d’alloro al vecchio ordinamento, dovrà iscriversi all’università e integrare il suo piano di studi, sostenendo, per ciascuna annualità richiesta, esami di nuovo ordinamento da 12 Cfu, con stessa o simile denominazione e nei corrispondenti Settori scientifico disciplinari (Ssd) previsti per le lauree di Nuovo ordinamento. Per scoprire quali sono i vari Ssd, si può consultare questo sito.I docenti provvisti di abilitazione all’insegnamento, ma che non hanno vinto un concorso per cattedre, sono stati inseriti in speciali Graduatorie ad esaurimento (Gae), strutturate su base provinciale con validità biennale, chiuse a nuovi inserimenti. Dal 2008 infatti non è più possibile iscriversi in queste graduatorie che sono, pertanto, destinate ad esaurirsi. ItaliaQuell’esercito di insegnanti precari e “ingabbiati” che pagano le università online per un’abilitazioneGps galatticaFinora abbiamo preso in considerazione i tortuosi percorsi che consentono di ottenere la Cattedra. Altrettanto complicato, però, è avere quel permesso di lavoro provvisorio chiamato Supplenza.Tutti sappiamo cos’è “Il” Gps, ovvero Global Positioning System (sistema di posizionamento globale), usato per orientarsi sulla Terra, ma non tutti sanno cos’è “La” Gps, indispensabile per avere accesso provvisorio al pianeta scuola. La Gps, prevista dall’art. 4, commi 6-bis e 6-ter della legge 3 maggio 1999 n. 12, è la Graduatoria provinciale di supplenza. Ha validità biennale ed è costituita da una prima fascia di personale abilitato e una seconda fascia di personale non abilitato.Con l’Ordinanza ministeriale n. 88 del 16 maggio, il ministero dell’istruzione (e del merito) ha dato il via all’aggiornamento biennale delle Gps. Per la presentazione delle istanze degli aspiranti docenti si avrà tempo fino alle ore 23:59 del 10 giugno.Potrà avere accesso alla prima fascia della GPS, chi ha seguito i percorsi illustrati in precedenza, in attesa di un concorso che gli consenta di ottenere la Cattedra.Alla seconda fascia, secondo quanto riportato nel sito del ministero, hanno accesso coloro che non hanno superato il Tfa ma hanno i 24 Cfu/Cfa o, se appartenenti al vecchio ordinamento, avranno conseguito i necessari Cfu/Cfa. La pagina internet, tuttavia, non è aggiornata all’ordinanza ministeriale n. 88 del 16 maggio 2024, che per il sostegno richiede tre annualità di insegnamento su posto di sostegno nel relativo grado, mentre per il posto comune, alla Tabella A dei titoli valutabili, indica che non sono più necessari i 24 Cfu, ma basta il titolo di studio per la classe di concorso in cui si richiede l’inserimento. Anche questo articolo è stato aggiornato alla luce delle novità introdotte dall’ordinanza. ItaliaIl regalo alle università online? Per gli aspiranti insegnanti è un altro vicolo ciecoMad Max(ima)Mentre nei cinema viene proiettata l’avventura di Furiosa, la nuova eroina della saga di Mad Max, un’altra Mad si aggira nell’altrettanto distopico pianeta scuola. Mad è l’ennesimo acronimo forgiato dai burocrati del ministero, così simili ai Vogon della Guida galattica per autostoppisti dello scrittore Douglas Adams.In questo caso sta per “messa a disposizione”, che consiste in una semplice domanda che chiunque abbia un titolo di studio valido per l’accesso all’insegnamento può presentare a massimo 20 istituti della propria provincia, secondo le disposizioni dell’Ordinanza ministeriale n. 112 del 6 maggio 2022.Anche le Mad, però, come Furiosa, sono state un flop, così l’Ordinanza ministeriale n. 88 le ha eliminate e sostituite con la procedura dell’“interpello”. In sostanza, la scuola pubblicherà sul proprio sito e su quello dell’Ufficio Scolastico un avviso di “interpello” per le cattedre disponibili, indicando numero, classe di concorso e periodo. Potranno partecipare anche i docenti iscritti nelle Gps di altre province, se parzialmente occupati o totalmente inoccupati. Avranno la precedenza i candidati in possesso di titolo di abilitazione o specializzazione.Per questa e per le altre procedure, data la complessità e la sovrapposizione delle norme, si consiglia di consultare un sindacato per farsi assistere nell’iscrizione.Fine?A chi fosse arrivato a questo punto, ci limitiamo a dire, come l’alieno Ford ad Arthur, protagonista della Guida di Douglas Adams: «Bevi». Poi con la stessa naturalezza, aggiungeremmo: «Il mondo sta per finire».Iscriviti alla newsletter Oggi è Domani, tutte le mattine la nostra selezione di notizie e letture per cominciare la giornata© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediValerio CuccaroniDottore di ricerca in Italianistica a Bologna e Paris IV Sorbonne, insegna italiano e latino nei licei. Si occupa di critica letteraria e letteratura contemporanea con l'Università di Urbino, Argolibri, il festival La Punta della Lingua e la Mediateca di Poesia Contemporanea MultiVerso di Recanati. Come giornalista collabora con Domani, Le Monde Diplomatique e Il Resto del Carlino.
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