Troppi porti, vecchi porti. Senza strategia, l’economia dimenticata dell’Italia circondata dal mare - Tiscali NotizieNotizie di Politica italiana - Pag. 59Il primo regolamento sull’Intelligenza artificiale. Obblighi, divieti, requisiti secondo l’Unione europea - Tiscali Notizie
Alla ricerca del leader assoluto, anziché applicare la Costituzione della Repubblica parlamentare - Tiscali NotizieAnsa COMMENTA E CONDIVIDI C'è un detto che si dice essere cinese,MACD ma la cui paternità rimane dubbia: “Sii cauto con ciò che desideri, potresti ottenerlo.” Ora, sarei felice se la storia narrata nel mio nuovo libro “Un mondo tutto rinnovabile", si potesse realmente avverare. Il cambiamento climatico non è solo un argomento da contese fra scienziati e cosiddetti negazionisti, o discussioni al pranzo della domenica, ma una questione che influirà sul futuro di ogni essere vivente di questo pianeta. Il riscaldamento globale, l'intensificarsi dei disastri naturali e l'inarrestabile crescita della temperatura media sono suoni di campana che riecheggiano da tempo nelle nostre orecchie. Ma li stiamo realmente ascoltando o ci siamo già “acclimatati”? Se la domanda sembra retorica, lo è perché ci rifiutiamo di affrontare il fatto che, come dimostrano le palline da tennis ghiacciate che cadono dal cielo, potremmo essere vicini a un punto di svolta, un punto in cui le conseguenze diventano ben più gravi dei danni di una grandinata o di una supercella temporalesca.Le statistiche possono essere noiose, ma la realtà dietro di esse è che inondazioni, incendi, eventi meteorologici repentini e violentissimi sono solo i primi segnali di un cambiamento climatico che dall’epoca industriale ha visto salire la temperatura media del pianeta di “soli” 1,2 gradi. Immaginate cosa potrebbe accadere con un ulteriore riscaldamento di 2 o 3 gradi nei prossimi decenni. Si, la curva sta accelerando. L'uomo ha una strana tendenza a sottovalutare i pericoli che lo circondano, sperando che tutto torni alla normalità. È il cosiddetto "pregiudizio della normalità", o "normalcy bias", un fenomeno psicologico che ci porta a minimizzare l'impatto dei disastri. Un esempio classico di questo può essere visto nel naufragio del Titanic. Molti passeggeri e membri dell'equipaggio ignorarono i primi segnali di pericolo, ritenendo che la nave fosse inaffondabile. Anche quando fu chiaro che la nave stava affondando, molti continuarono a negare la gravità della situazione, comportandosi come se tutto fosse normale. Questo ritardo nella reazione contribuì alla tragedia, con conseguenze fatali per molti a bordo. L'abbiamo visto anche con la pandemia di Covid-19, e ora lo vediamo con il clima: in effetti in estate ha sempre fatto molto caldo, cosa c’è di più normale?In “Un mondo tutto rinnovabile” affronto il tema della collaborazione, dell'innovazione e dell'integrazione dell'Intelligenza Artificiale nel nostro cammino verso un mondo senza più combustibili fossili. Non è un manuale tecnico, ma un racconto, uno scenario che potrebbe materializzarsi nel campo strategico dell’energia. È anche un richiamo alla responsabilità condivisa di ognuno di noi. Nel libro descrivo il fenomeno della curva a “S". Questa, a differenza di una retta, non ha un andamento lineare in cui ogni elemento aggiunto provoca lo stesso effetto. Nella curva a S, i primi elementi hanno un impatto limitato, poi si arriva a un punto di svolta critico in cui l'effetto di ogni elemento aggiuntivo diventa più che proporzionale. Possiamo paragonarla a una bilancia: in una bilancia lineare, aggiungendo pesi da 1 kg l'uno, il peso totale sale di 1 kg alla volta. In una bilancia a S, i primi pesi da 80 a 100 g contano poco, ma poi improvvisamente con l'undicesimo peso da 10 kg e il dodicesimo da 12 kg, il peso totale sale improvvisamente ed in modo massiccio. Lo stesso vale per gli effetti del cambiamento climatico: all'inizio l'aumento di CO2 produce impatti lievi, ma superata una soglia critica, ogni incremento ulteriore provoca effetti disastrosi. Quelli che vediamo sono come i primi sbuffi di fumo di una eruzione vulcanica. Non possiamo permetterci di discutere inutilmente mentre il mondo brucia, annega e non respira più come prima. La transizione verso un futuro decarbonizzato non è pertanto un'opzione, ma un obbligo. Si tratta di un percorso tanto complesso da apparire insormontabile, eppure fattibile. Le tecnologie ci sono. L'Intelligenza Artificiale, per esempio, svolge un ruolo cruciale nella gestione della rete energetica nel contesto delle fonti di energia rinnovabile intermittenti. Già oggi l'AI può prevedere i modelli meteorologici, bilanciare l'offerta e la domanda di energia, utilizzare sistemi di accumulo energetico e mantenere un flusso energetico continuo. È oggi possibile immaginare un’applicabilità universale delle tecnologie green. Si pensi all’evoluzione che in pochi anni hanno avuto il solare e l’eolico, come anche alle più recenti tecnologie di stoccaggio energetico, batterie realizzate con materiali interamente sostenibili, quali sabbia e acciaio, che consentono di compensare l’intermittenza di sole e vento e garantire continuità a bisogni domestici e industriali. Prima ancora delle tecnologie, servono tuttavia la cultura ed una consapevolezza diffusa della situazione. Abbiamo bisogno di un'innovazione aperta per condividere rapidamente le conoscenze senza confini geografici. Mi piacerebbe ricordare concludendo che "non abbiamo ereditato la terra dai nostri padri, l'abbiamo presa in prestito dai nostri figli". Questa antica massima dei nativi americani dovrebbe farci riflettere sulla necessità di agire oggi per salvaguardare il futuro delle prossime generazioni.*General manager di Magaldi Green Energy, ex Cfo di Edison e Ceo di Edipower, è stato partner del Boston Consulting Group a Dubai. Autore di “Un mondo tutto rinnovabile”, Amazon Books, 2023
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