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Tredicenne in coma a Lecce dopo una caduta dal monopattinoQuesto è un nuovo numero di La Deutsche Vita,àdellamobilitàBlackRock la newsletter di Domani sulla Germania. Per iscriverti alla newsletter in arrivo ogni lunedì pomeriggio clicca qui. Buona lettura. Questa settimana parliamo dell’aumento del salario minimo a 12 euro l’ora e dell’appassionato dibattito al Bundestag tra Olaf Scholz e Friedrich Merz. È stato anche il primo fine settimana in cui era attivo l’abbonamento ferroviario mensile a 9 euro e i punk hanno conquistato Sylt. Liebe Lesende, La settimana scorsa è stato approvato l'innalzamento del salario minimo a 12 euro l'ora a partire da ottobre. La misura era parte del programma elettorale della Spd e il fatto di averla portata a casa entro i primi 12 mesi di governo è un grande successo per Olaf Scholz. In Germania il salario minimo esiste dal 2015 e all'epoca era stato fissato a 8,50 l'ora: oggi la misura ha sollevato critiche da parte delle associazioni datoriali, ma ha incontrato il favore del Dgb, l'organizzazione dei sindacati. In un comunicato, si sottolinea però anche l'opposizione all'innalzamento della soglia di retribuzione sotto alla quale un impiego è considerato un "minijob", quella categoria di occupazioni che prevedono meno ore di lavoro e anche meno garanzie per il dipendente. Sono stati introdotti con la riforma dello stato sociale operata dal governo socialdemocratico a inizio anni 2000 e ancora oggi chi li difende li considera un baluardo contro il lavoro nero grazie al peso minore sul datore di lavoro. Secondo i sindacati, invece, la pandemia ha mostrato i limiti che comporta questo genere di impiego, che ha lasciato tanti senza garanzie sociali da un giorno all'altro dopo il loro licenziamento. Sindacati e Linke promettono ancora battaglia sul tema delle tutele sociali per i minijobber. Il primo fine settimana del nuovo abbonamento mensile a mezzi pubblici e treni a 9 euro è coinciso con le vacanze di Pentecoste e le stazioni sono state prese d'assalto, producendo grossi ritardi e traffico in tilt. I sostenitori dell'iniziativa leggono il grande seguito della tariffa agevolata, che durerà fino a settembre, come dimostrazione che la gran parte della popolazione sarebbe disposta a cambiare le proprie abitudini se il servizio fosse meno costoso e più affidabile. Un effetto collaterale del nuovo abbonamento è stata la piccola ondata di indignazione che ha travolto Sylt, un'isola nel mare del Nord considerata un luogo di vacanza esclusivo e ora preso d'assalto anche dalle masse. Sui social l'ironia a proposito dei villeggianti borghesi spaventati dalla classe media che si riversa sulle spiagge a insidiarli correva già da settimane. A renderla reale ha pensato un gruppo di punk, che, arrivato a Sylt, ha organizzato un pool party in una fontana con un gonfiabile. "Però non torno, non è l'isola che fa per me" ha assicurato uno di loro, intervistato da Focus. Dopo il caos del weekend, però, le responsabilità sono rimbalzate dalle ferrovie alla politica, e c'è chi dedica la propria prima pagina agli "effetti controproducenti" che lo scontro tra l'agevolazione e un sistema in difficoltà già da anni possono avere sulla transizione energetica nella mobilità. La settimana scorsa il cancelliere Olaf Scholz ha recuperato un po' di quella capacità di avere la risposta pronta che gli aveva fatto guadagnare punti con l'elettorato durante la campagna elettorale estiva. Il fraseggio tagliente di Scholz lo aiuta a controbilanciare una fiducia in sé stesso che lo fa spesso passare per saccente. Un'oratoria fuori dal comune ha accomunato tutti i cancellieri socialdemocratici che lo hanno preceduto. Finora però a Scholz era mancato un vero avversario che nell'ultimo dibattito parlamentare ha potuto trovare nel capo dell'opposizione, Friedrich Merz, «forte nella retorica, sottile nell'intesa della democrazia», come lo etichetta lo Spiegel, che ha pubblicato una lunga analisi del dibattito tra i due. Dopo un attacco forte da parte del conservatore, che aveva rimproverato a Scholz le sue dichiarazioni vaghe, Scholz ha ribattuto andando dritto al punto: «È arrogante e inadeguato quando in Germania si discute cosa debba decidere l'Ucraina». Mentre c'è chi nella lista delle risposte a tono del cancelliere vede un modo brillante di portare in superficie la capacità di Scholz di far proprie quantità immense di nozioni e porre un freno ai sondaggi in discesa del suo partito, altri commentatori hanno sottolineato l'inusuale passione che il cancelliere ha messo nella schermaglia retorica. Restano sul tavolo però anche le critiche di chi lo vede come freno alla possibilità di fornire all'Ucraina armi sempre più pesanti: una circostanza che il cancelliere per Jochen Bittner della Zeit motiva con ragioni kafkiane. Lo Spiegel ha anche aggiunto un ulteriore tassello alla vicenda del paragone con «figure di tempi lontani che per fortuna sono passati» che Scholz ha utilizzato durante le contestazioni degli attivisti climatici al suo discorso la settimana scorsa. In un'intervista a uno degli attivisti trattenuti, Moritz Riedacher dice che non sperava che Scholz chiedesse scusa, ma che almeno chiarisse cosa intendesse esplicitamente "in modo che tutti gli attivisti climatici sanno qual è la situazione". Lo Spiegel pubblica un lungo approfondimento dedicato a Michael Roth, il presidente socialdemocratico della commissione Esteri del Bundestag. Roth negli ultimi mesi è diventato famoso per il suo ruolo e la sua grande esperienza sull'Ucraina: è uno dei pochi politici che da sempre critica la linea dei filorussa del suo partito e non ha paura di presentare le sue critiche con chiarezza. Con la guerra la sua popolarità è ulteriormente aumentata, è stato spesso ospite di talk show e ha moltiplicato gli interventi sui social, dove era già molto attivo. Adesso Roth ha deciso di mettersi in malattia per quattro settimane: la spossatezza mentale che l'aveva colpito già durante la campagna elettorale non gli permette più di lavorare. Su consiglio della sua dottoressa ha quindi deciso di sganciarsi da tutti i social network e lasciare temporaneamente il lavoro per riprendersi totalmente. Una decisione non facile, considerato che lo stigma relativo al disagio psicologico resta ancora molto forte anche nella politica tedesca. Il mese del pride della comunità Lgbt+ non è iniziato nel più semplice dei modi. Il quotidiano conservatore Welt ha pubblicato il due giugno un editoriale di Rieke Hümpel, Uwe Steinhoff, Antje Galuschka, Alexander Korte e Marie Vollbrecht in cui si segnalava come i canali della tv pubblica "indottrinassero" i bambini. Gli autori, un gruppo di medici e biologi, segnalano il rischio di "un'agenda pericolosa". L'iniziativa fa riferimento ad alcune trasmissioni come la Sendung mit der Maus, una sorta di Come è fatto che si occupa di spiegare ai bambini l'origine di ciò che hanno intorno, che hanno trattato temi come omo- e transessualità. L'articolo ha provocato un ampio dibattito, soprattutto sui social: la direzione di Welt ha poi pubblicato un secondo testo, una lettera ai dipendenti di Mathias Döpfner, amministratore delegato di Axel Springer, l'editore di Welt, che definisce il primo contributo intollerante e carico di risentimento, ma invita a discuterne più che "vietare le opinioni". © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediLisa Di Giuseppe Scrivo di politica, economia ed esteri (soprattutto Germania). Ho lavorato per Reuters, La7, Corriere della Sera e Public Policy. Su Twitter sono @sallisbeth
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