Decreto Sostegni, bonus da 2400 euro: la scadenza slitta al 31 maggioBancomat, micropagamenti a zero commissioni da gennaio 2021Family Act 2021, le novità: come fare domanda, cinema, musei e teatri gratis per genitori under 35
Blocco dei licenziamenti, i dubbi del governo: chi se la rischiaGiorgio Ursicino Potrebbe essere cinese il primo costruttore estero di auto a produrre nel nostro Paese. La Dongfeng Motors azienda con sede a Wuhan,Economista Italiano fondata nel 1969 e interamente controllata dallo Stato, sarebbe in avanzata fase di trattative con il nostro governo per impiantare una fabbrica nella Penisola, forse al Sud, che faccia da hub per le ambizioni del Gruppo in Europa. La svolta è epocale e, se si concretizzerà, ribalta un approccio consolidato da oltre un secolo. Palazzo Chigi, infatti, nel corso degli anni ha sempre seguito la linea un po’ anomala di non rincorrere investimenti provenienti da altri paesi, preferendo tutelare il costruttore sempre meno nazionale: Fiat, poi diventata FCA a sua volta confluita nella globale Stellantis.Un protagonista importante che però non può da solo soddisfare le legittime esigenze di un paese industrialmente avanzato, con una grande tradizione nel settore e, per di più, in un periodo complesso come quello della transizione energetica. La produzione tricolore non decolla. Anzi, nel primo semestre del 2024, ha subito una brusca frenata. I piani del gigante transatlatico sono ambiziosi ma, nella Penisola, fortemente incentrati sulla mobilità elettrica che ancora non decolla soprattutto in Italia. Al quadro non è affatto facile apportare correttivi in corsa, gli impianti viaggiano a ritmo ridotto, facendo perdere opportunità a tutto il comparto che invece è strategico nelle altre nazioni nostre concorrenti, in particolar modo sul piano degli investimenti e su quello dell’occupazione.Con uno scenario del genere è impossibile competere con gli altri “Big Five” continentali (Germania, Francia, Gran Bretagna e Spagna), ognuno dei quali ospita stabilimenti di diversi brand, alcuni anche due cifre. Le trattative in corso sono al massimo livello ed hanno la copertura politica garantita dai recenti viaggi a Pechino del Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso (che segue personalmente tutti i dossier) e della premier Giorgia Meloni, durante la recente missione nella quale in Oriente è stato firmato un “memorandum of understanding” tra il nostro Mimit e il ministero dell’Industria cinese per una cooperazione industriale bilaterale, includendo anche il settore dei veicoli elettrici.Sul tema le due parti stanno lavorando da mesi e sono stati raggiunti risultati molto soddisfacenti. Oggi c’è il tavolo automotive e i sindacati hanno annunciato che chiederanno delucidazioni all’esecutivo sullo stato di avanzamento dei lavori. Il ministro Urso, però, ieri ha anticipato che le bocche rimarranno cucite perché non è ancora tempo di uscire allo scoperto: «Per impegni industriali di questo tipo non si decide in un giorno o in un mese. È un processo che richiede i suoi tempi, quello che posso dirvi è che il ministero è in campo, come dimostrano le riunioni di questi giorni». Secondo alcune fonti vicine al tema sarà coinvolta nell’iniziativa anche la prestigiosa componentistica italiana ed anche lo Stato potrebbe avere una quota di minoranza nella nuova impresa.Già lo scorso mese di aprile alla presentazione commerciale di uno dei diversi marchi (Voyah) della galassia Dongfeng, Qian Xie, responsabile delle operazioni europee del Gruppo, aveva anticipato: «Stiamo valutando la costruzione di una sede produttiva nel Continente dalla capacità iniziale di 100 mila veicoli l’anno. L’Italia non è esclusa...». La trattativa è complessa perché attualmente i cinesi sono visti come i principali rivali dei costruttori europei per la loro posizione dominante sull’elettrico e per gli aiuti di Stato (di Dongfeng Pechino è anche l’unico azionista). Quindi, tutto si gioca, come ha più volte sottolineato Urso, «sul coinvolgimento della filiera italiana dei fornitori in quanto non sono gradite operazioni solo di assemblaggio, ma devono coinvolgere tutto il ciclo produttivo» (comprese le batterie...).Dongfeng ha una storia molto lunga ed è stata spesso coinvolta in partnership strategiche con costruttori non cinesi soprattutto, per operare sul ricco mercato interno. Ma non solo. L’azienda di Wuhan è ancora socia di Stellantis con l’impegno però di uscire dal capitale di cui detiene dalla fine dello scorso anno solo l’1,5%. Una quota residua del 14% del gruppo PSA che aveva acquisito nel 2014 partecipando al salvataggio dell’antico gruppo francese fondato dalla famiglia Peugeot. Ultimo aggiornamento: Giovedì 8 Agosto 2024, 17:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA
Istat: "Occupazione giovanile giù del 40%". Crescono gl inattiviLotteria degli scontrini: acquisti esclusi dalle estrazioni
Lotteria degli scontrini: acquisti esclusi dalle estrazioni
Dogecoin: cos'è la criptovaluta in impennata grazie a Elon MuskNotizie di Economia in tempo reale - Pag. 108
Cashback sospeso dal 30 giugno 2021, perchè? Cashback la decisione del governo DraghiQuanto vale Villa Certosa, la casa estiva di Berlusconi?
Consumi regionali, il Covid ha bruciato 116 miliardi di euroCartelle esattoriali 2021, dal 1° marzo ripartono le notifiche
Festival del Fundraising in arrivo a fine settembreAccesso al credito: il difficile (ma non impossibile) percorso di selezione delle bancheStangata sul diesel: la denuncia di ParagoneCome trovare un buon broker secondo gli esperti
Fisco: spunta l'ipotesi proroga per la consegna del 730, che potrebbe slittare al 31 ottobre
Zaini personalizzati, un ottimo gadgets aziendale
Chiusura delle discoteche porta ad un rischio di perdita di fatturatoAlitalia, nel nuovo Decreto Covid previsti 50 milioni salva-stipendiReddito di cittadinanza: la nuova ricetta dell'InpsIpotesi Green Pass obbligatorio per i lavoratori. L'opinione del giuslavorista Ichino
Natale, compagnie telefoniche regalano giga gratis il 24 e 25Reddito di cittadinanza, la notizia che fa felici milioni di italianiPil Italia, per il Forum Ambrosetti +3,3% nel 2021Cashback sospeso, verso la ripresa dal 1 gennaio 2022: cosa prevede la bozza del dl