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Papa Ratzinger, ecco il piano sicurezza per i funerali del 5 gennaioFrancesca Napoli COMMENTA E CONDIVIDI Politiche migratorie inefficaci,analisi tecnica pericolose, erosive del diritto d'asilo. «I processi di semplificazione in atto nel tentativo di contenere le migrazioni, non solo sono destinati a fallire nel tempo, ma rendono gli spostamenti e i viaggi dei migranti ancora più mortali e difficili. Sono 8.541 le persone che hanno perso la vita lungo le rotte migratorie di tutto il mondo nel corso del 2023, anno in cui sono stati registrati più morti in assoluto: 3.105 le persone morte e disperse nel mar Mediterraneo, più di 29 mila in totale le vittime dal 2014 secondo dati Oim». Numeri inequivocabili, quelli contenuti del XXIIl Rapporto annuale del Centro Astalli (scaricabile dal sito del Servizio dei Gesuiti ai rifugiati), presentato oggi a Roma nella Curia Generalizia della Compagnia di Gesù dal presidente del Centro Astalli, padre Camillo Ripamonti. Alla presentazione sono intervenuti monsignor Enrico Trevisi, vescovo di Trieste, la città tappa d'arrivo in Europa della "rotta balcanica", e Nathalie Tocci, direttrice dell'Istituto Affari Internazionali, che ha ribadito come le ricette europee di esternalizzare le frontiere ai governi nordafricani, inefficaci all'inizio negli anni '90, ancora vengono riproposte. Normative e procedure che da anni falliscono l'obiettivo del contenimento degli arrivi, ma espongono i migranti a viaggi sempre più pericolosi, rendendo di fatto sempre meno esigibile il diritto di asilo.Francesca NapoliPadre Ripamonti cita il cosiddetto Decreto Cutro: «Con il pretesto della lotta ai trafficanti, ha in realtà messo in atto una politica dissuasiva e punitiva delle partenze, culminato nell'accordo per la deportazione in Albania. All'inizio di ottobre, una nuova decretazione d'urgenza è intervenuta attuando modifiche sull'accoglienza dei minori non accompagnati». E nel 2023 «abbiamo assistito a un progressivo impoverimento dell'accoglienza (riduzione dei servizi nei Cas, capitolati sempre più scarni) con ripercussioni importanti sulle persone».«Le risposte politiche a queste tragedie - evidenzia infatti il Rapporto 2024 - hanno visto l'inasprimento del contrasto all'attività delle navi umanitarie, la realizzazione di accordi economici per dissuadere gli arrivi, l'aumento de i rimpatri e la cooperazione con regimi antidemocratici». Non solo: «L'emanazione di regole di accesso più rigide per i richiedenti asilo in Europa, compresi i minori, mette una seria ipoteca sul rispetto dei diritti di persone già duramente provate da situazioni caratterizzate da persecuzioni e violenze subite nei Paesi di origine e in quelli di transito». Per il Servizio dei Gesuiti per i rifugiati, dunque, «l'esternalizzazione delle frontiere è una strategia onerosa», che «unita alla pratica dei respingimenti e delle espulsioni illegali, con metodi brutali e coercitivi lungo le rotte europee», ha come conseguenza che «centinaia di migliaia di persone rimangono imprigionate in terre di mezzo, e vedono aumentare il carico dei traumi a cui sono sottoposti».Francesca NapoliChi riesce ad arrivare porta nel corpo e nella psiche i segni di viaggi impossibili. «Lo stato generale di fragilità - si legge nel Rapporto - trova riscontro nelle quasi 10mila visite mediche, di base e specialistiche svolte presso il SaMiFo, il centro della Asl Roma 1 con cui da anni Astalli collabora, un aumento del 15% a fronte di un'utenza aumentata solo dell'1,6%». Poi c'è l'erosione, nei fatti, di quel diritto d'asilo solennemente dichiarato nelle Convenzioni internazionali e nella stessa Costituzione all'articolo 10: «Con il passare degli anni l’iter burocratico che affrontano i migranti forzati per il rilascio del permesso di soggiorno sta diventando sempre più lungo e farraginoso», si legge nel Rapporto del Centro Astalli: «Vite instabili si scontrano con i cambiamenti delle normative e delle prassi dei singoli uffici, che rendono ogni questione burocratica un potenziale labirinto senza uscita. Ad attese lunghe, - anche 12 mesi per il rilascio di un documento temporaneo, idoneo ad esempio all’accesso a servizi pubblici e alla ricerca di lavoro - si sommano gli ostacoli amministrativi che ne derivano, come l’impossibilità dell’ottenimento dello Spid, dell’apertura di conti bancari, dell’attivazione di tirocini e contratti lavorativi». Nel 2023 il Centro Astalli, «grazie al sostegno dell’Elemosineria Vaticana, ha erogato contributi per il pagamento delle tasse necessarie al rilascio del permesso di soggiorno e titolo di viaggio per 463 rifugiati, perlopiù nuclei familiari originari dell’Afghanistan. Nel momento in cui le persone iniziano, con difficoltà, il loro percorso in Italia viene loro chiesto un pagamento non irrilevante».Richiedenti asilo, ma anche coloro cui è stato riconosciuto il diritto, sono sempre più esclusi dal circuito di accoglienza. Al Centro Astalli lo vedono concretamente dalla crescita di richieste di servizi di bassa soglia: «Più di 67mila pasti distribuiti a Roma con un incremento di circa il 45% rispetto all’anno precedente, quando erano 46 mila; oltre 12mila le colazioni distribuite a Palermo (con un incremento di circa il 30%). In tutte le sedi sono state quasi 1.200 le persone accolte. Oltre 1.000 gli studenti della scuola di italiano. Circa 2.500 le persone visitate da medici volontari in 3 sedi della Rete (Roma, Catania e Palermo), a cui vanno aggiunti altri 2.300 destinatari che a Roma presso il SaMiFo, hanno effettuato circa 10mila visite specialistiche». Il 2023 dunque «ha visto un aumento di rifugiati portatori di bisogni socio-sanitari, espressione di una popolazione più marginalizzata, provata e sofferente».Francesco Malavolta«Sempre, ma in particolare con l’avvicinarsi di eventi elettorali, il fenomeno migratorio rischia di subire semplificazioni o, peggio, l’utilizzo ai fini di propaganda», spiega padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli: «Tanto da assistere - dichiara - a un arretramento nel diritto d’asilo. Da pochi giorni il Parlamento Europeo ha approvato il nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo. Il giorno prima della votazione, con gli altri uffici del JRS Europe anche il Centro Astalli ha espresso contrarietà rispetto a questo Patto che sancisce un arretramento rispetto al diritto di asilo, perché - come hanno dimostrato fatti e situazioni nel 2023 - non è attraverso l’esternalizzazione, i respingimenti, la mancanza di una vera politica di soccorso in mare e le procedure accelerate alla frontiera che si affronta il fenomeno migratorio». Secondo padre Ripamonti «non si affronta quello che è considerato il problema migratorio rimuovendo le persone dal suolo europeo, ma rimuovendo le cause delle migrazioni forzate». Invece «stiamo riempendo di ostacoli i percorsi migratori delle persone che si mettono in viaggio, in fuga da guerre conclamate, da aree di crisi, da zone trasformate dai cambiamenti climatici o semplicemente - se così possiamo dire - da quella ingiustizia globale che ha aperto sempre più negli anni la forbice delle disuguaglianze».
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