File not found
Capo Stratega di BlackRock Guglielmo Campanella

Politica, si è spento a 91 anni l'ex ministro Luigi Berlinguer. Valditara: "Ha lasciato una traccia importante"

Ragazza scomparsa a Busto Arsizio, la mamma: “Ho paura, doveva incontrare un ragazzo”Notizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 207Morta dopo aver mangiato una pizza: l'ipotesi dell'avvelenamento

post image

Pichetto Fratin: "All'Italia serve un deposito per le scorie nucleari"Nel trentennale di Mani pulite,Economista Italiano il magistrato del pool milanese è stato rinviato a giudizio a Brescia. La vicenda giudiziaria nasce dal passaggio dei verbali in cui Amara racconta dell’esistenza della presunta Loggia Ungheria, coperti da segreto istruttorio. I documenti sono stati dati da Storari a Davigo, il quale poi li avrebbe portati alla conoscenza dell’ufficio di presidenza del Csm Esattamente trent’anni dopo Mani pulite, il magistrato del pool di Milano ed ex consigliere del Csm oggi in pensione, Piercamillo Davigo, è stato rinviato a giudizio. L’ipotesi di reato è rivelazione di segreto d’ufficio e il processo è solo uno dei tanti rivoli d’indagine che hanno avuto origine dalle dichiarazioni dell’ex consulente esterno di Eni, Piero Amara, terremotando la procura milanese. Il processo all’ex magistrato inizierà a Brescia il 20 aprile e l’accusa è di aver illegalmente divulgato i verbali di interrogatorio di Amara. I documenti coperti da segreto gli erano stati consegnati in formato word dal pm Paolo Storari, anche lui indagato per lo stesso reato in un processo parallelo in rito abbreviato con decisione sul rinvio a giudizio fissata per il 7 marzo. Storari, infatti, aveva chiesto consiglio a Davigo e gli aveva dato i verbali, che contenevano il racconto sull’esistenza della presunta loggia Ungheria. Il magistrato milanese, infatti, era in disaccordo con i colleghi dell’ufficio nella gestione dell’inchiesta e, informando un componente del Csm, riteneva di agire in «autotutela» di fronte a quella che lui riteneva un’inerzia della sua procura, che tardava a iscrivere le notizie di reato.  Davigo a sua volta avrebbe violato «i doveri inerenti alle proprie funzioni» e abusato «della sua qualità di componente del Csm», perchè «pur avendo l'obbligo giuridico ed istituzionale di impedirne l'ulteriore diffusione» avrebbe rivelato il contenuto ad altre persone, tra cui tra cui i membri dell’ufficio di presidenza del Csm, il procuratore generale di Cassazione Giovanni Salvi e anche il presidente della commissione Antimafia, Nicola Morra. La verità di Davigo Il dottor Sottile non era presente in aula perchè impegnato a Pisa a un convengo per il trentennale di Mani pulite, ma è deciso a far valere la sua verità in dibattimento: «Il dottor Davigo si difenderà fortemente», ha detto il suo legale. Soprattutto, è deciso a farlo in modo pubblico. La settimana scorsa aveva chiesto, senza successo, che l’udienza preliminare durante la quale si è fatto interrogare per oltre tre ore si svolgesse a porte aperte. Ora, invece, ha scelto il rito ordinario e dunque le udienze saranno pubbliche. La linea difensiva è sempre la stessa: ribadire la correttezza del suo operato e, come hanno sottolineato i suoi difensori, evidenziare la «la contraddizione del capo d'imputazione». Secondo l’avvocato Francesco Borsai,infatti, «lascia perplessi come come Davigo abbia potuto compiere il reato di rivelazione di segreto d'ufficio mostrando i verbali secretati dell'avvocato Piero Amara al vicepresidente del Csm David Ermini». Il punto sempre sostenuto da Davigo è appunto che il segreto istruttorio non sia opponibile ai membri del Consiglio. Questo nuovo capitolo è solo l’ennesimo dello scontro che ha messo gli uni contro gli altri i magistrati della procura di Milano e i membri del Csm. La storia è complicata e affonda in una vicenda come quella dell’esistenza della loggia Ungheria, che ha ancora moltissimi punti oscuri e in cui si accavallano versioni discordanti. Da una parte Storari e Davigo, convinti di aver agito nei limiti della legalità e contro l’inerzia della procura di Milano; dall’altra i vertici dell’ufficio guidato da Francesco Greco (il pm più giovane del pool di Mani pulite) con i suoi sostituti, che invece difendono la gestione del pentito e la tempistica dell’apertura del fascicolo, infine avvenuta. Sempre a Brescia, però, pende un’indagine parallela a carico dei sostituti Fabio De Pasquale, Laura Pedio e Sergio Spadaro, indagati per omissione d’atti d’ufficio per il mancato deposito di un video nel processo Eni, in cui Amara era teste chiave e nell’ambito del quale ha reso gli interrogatori sulla loggia. Il filone romano Un terzo polo, invece, sono i riverberi romani della vicenda: come si sono mossi i consiglieri del Csm messi al corrente dei verbali da Davigo e in che modo la esistenza dei verbali è stata resa pubblica. Nei procedimenti contro Storari e Davigo, infatti, si è costituito parte civile il consigliere del Csm Sebastiano Ardita. I verbali che contenevano anche il suo nome tra i presunti affiliati alla loggia sono stati trafugati dallo studio di Davigo e poi inviati ad alcune testate giornalistiche e al consigliere del Csm Nino Di Matteo. Lui ne ha dato pubblica notizia durante un plenum del Csm, citando le informazioni considerate diffamatorie contenute nei confronti di Ardita ma «senza le condotte illecite compiute dai due imputati, Ardita non avrebbe subìto la massiva infamante divulgazione di quelle informazioni riservate», ha detto l’avvocato Fabio Repici, che difende Ardita.  L’intreccio è fitto e ancora ingarbugliato: non esiste verità processuale sull’esistenza o meno della presunta loggia; non si sa ancora con certezza quante persone fossero al corrente dell’esistenza dei verbali segreti e non è chiaro nemmeno se l’iniziativa di Davigo sia servita a far muovere i vertici del Csm perchè Milano procedesse alle iscrizioni delle notizie di reato. Molte inchieste, tuttavia, sono in corso in tutta Italia, in base alla competenza e a seconda dei vari filoni: sicuramente a Roma, Milano, Perugia, Brescia e Firenze. La coincidenza storica del rinvio a giudizio di Davigo nello stesso giorno in cui venne arrestato Mario Chiesa, tuttavia, chiama un parallelismo. Nel 1992 a Milano nasceva il mito del pool di magistrati che con l’inchiesta Mani pulite hanno contribuito al crollo della prima repubblica. Nel 2022 un’altra inchiesta milanese sta contribuendo ad allargare la crisi della magistratura, ma ha anche messo in crisi la procura di Milano e uno contro l’altro i magistrati che trent’anni fa lavoravano fianco a fianco. La posizione di Storari Nell’avviso di conclusione delle indagini del 6 ottobre scorso, la procura di Brescia ha scritto che Storari ha agito «al di fuori di ogni procedura formale, per lamentare presunti contrasti», e che tale comportamento sia avvenuto «in assenza di una ragione d'ufficio che autorizzasse il disvelamento del contenuto di atti coperti dal segreto investigativo e senza investire i competenti organi istituzionali deputati alla vigilanza sull'attività degli uffici giudiziari». Al termine dell’udienza, il pm ha chiesto la condanna a sei mesi di carcere per rivelazione di segreto d’ufficio. Storari, invece, ha sostenuto di aver agito per autotutelarsi, vista l’inerzia dell’ufficio di procura nel procedere alle iscrizioni ma sul rinvio a giudizio si deciderà nella prossima udienza, il 7 marzo. © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediGiulia Merlo Mi occupo di giustizia e di politica. Vengo dal quotidiano il Dubbio, ho lavorato alla Stampa.it e al Fatto Quotidiano. Prima ho fatto l’avvocato.

Il papà di Indi: "Ci impediscono di portarla a casa anche se è italiana"Papa Francesco contro la povertà materiale e spirituale

Previsioni meteo del 22 novembre 2023 in Italia

Notizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 202Milano, perseguita la ex e tenta di comprare acido

Due cugine finiscono in ospedale per aver mangiato funghi velenosiFilippo Turetta alla polizia: "Ho pensato di farla finita, mi è mancato il coraggio"

Milano, lite tra vicini: donna ferisce anziano con un cacciavite

Giulia Tramontano, difesa Impagnatiello confida nella perizia psichiatricaNotizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 207

Ryan Reynold
Palermo, uomo spara a un gatto e lo fa sbranare dai propri caniAriano Irpino, coniugi intossicati dopo aver mangiato una pizza: morta la donnaSuperenalotto, clochard vince 37mila euro

Campanella

  1. avatarTorino, inciampa sui rattoppi del marciapiede e muore: la denuncia del figlioCampanella

    Strage di Alessandria: la lettera dal Fisco ricevuta dal killerPapa Francesco, la dura condanna del Pontefice alla guerra: "È una sconfitta. Servono due Stati"Notizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 194Milano, investiti fratello e sorella: incidente fra auto e scooter

    1. Potenza, celebrata la prima messa nella chiesa dove fu uccisa Elisa Claps: "Irrispettoso"

      1. avatarMilano, studentessa aggredita a scuola con un coltelloETF

        Padova, madre e figlio si uccidono volontariamente con monossido di carbonio

  2. avatarFemminicidio di Giulia Cecchettin, la storia: tutti i dettagli dell'omicidiotrading a breve termine

    Giulia Cecchettin, il consigliere Valdegamberi: "Sua sorella è una satanista"Teramo, 30enne arrestato con accusa di violenza sessuale e violenza privataMilano, lite tra vicini: donna ferisce anziano con un cacciaviteRagazzo scomparso a Orta di Atella, è morto investito da un treno

    VOL
  3. avatarPrevisioni meteo: le ultime piogge e l'arrivo dell'estate di San MartinoCapo Stratega di BlackRock Guglielmo Campanella

    Doppio infanticidio, 27enne non risponde al gipTaxi, l'Antitrust: "Nelle grandi città italiane troppi disservizi, servono più licenze"Notizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 193Lamezia Terme, auto sbanda e finisce contro due pattuglie: tre carabinieri feriti, due gravi

Gina Lollobrigida, Andrea Piazzolla condannato per circonvenzione di incapace

Cagliari: padre prende a testate prof per aver rimproverato il figlioAllerta meteo arancione e gialla per mercoledì 8 novembre 2023*