File not found
Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock

Migranti, sbarchi 2020: tutti i dati da inizio anno

M5s, l'indiscrezione: altri due big usciranno dal MovimentoGregoretti, parla Salvini: "Senatori leghisti votino sì al processo"Sondaggi politici: Lega prima, FdI prende i voti persi da M5s

post image

Maratona Mentana 26 gennaio: ospiti e orariIl 16 febbraio c’è la prima udienza della causa di Greenpeace e ReCommon contro Eni: l’obiettivo è spingere il giudice a riconoscere le responsabilità climatiche storiche dell’azienda e fargli cambiare il piano industriale per renderlo coerente con l’accordo di Parigi. Le parti hanno presentato i loro consulenti. Eni ha scelto un docente di sistemi energetici e un economista liberista. Greenpeace e ReCommon puntano sulla scienza dell’attribuzioneLa causa civile di due delle più importanti ong ambientaliste italiane (Greenpeace e ReCommon) contro Eni ha qualcosa di paradossale. Pur discutendo dei destini ultimi dell'umanità,analisi tecnica cause e responsabilità della crisi climatica, nella pratica è lenta e tediosa come ogni processo civile.Ci vorranno due anni per una prima sentenza, per un giudizio definitivo potremmo aspettare la fine del decennio. Domani c’è la prima udienza, le due parti sono nella fase dello scambio delle memorie istruttorie, si discute di questioni procedurali, se ammettere o non ammettere testimoni.La notizia più rilevante è chi sono i consulenti scelti da Eni per difendere le sue ragioni climatiche: Carlo Stagnaro, economista e direttore ricerche del think tank liberista Istituto Bruno Leoni, e Stefano Consonni, docente di Sistemi per l’energia e l’ambiente al Politecnico di Milano. Colpisce che siano un esperto di economia e uno di energia, e che non ci sia un climatologo tra le persone scelte da Eni.Più variegata la rosa di Greenpeace e ReCommon, c’è Nicola Armaroli, esperto di energia e direttore di ricerca del Cnr, Rita Fioravanzo, psicoterapeuta specializzata in ansia climatica, ma soprattutto due esperti di clima come Richard Heede e Marco Grasso. Nel 2023, in uno studio congiunto, avevano stimato il danno morale globale dell’industria petrolifera in 209 miliardi di dollari all’anno.In controluce si legge chiara la strategia: con Stagnaro e Consonni, Eni vuole parlare di energia ed economia. Greenpeace e ReCommon invece vogliono parlare di energia, clima e impatti umani. Sarà il giudice a dover decidere se accettare le richieste delle due ong, cioè il riconoscimento della responsabilità storica dell’azienda e la modifica del suo piano industriale per essere coerente con l’accordo di Parigi.Consulenti a confrontoSpiega Alessandro Gariglio, avvocato di Greenpeace: «Abbiamo chiamato i massimi esperti di “climate attribution”, la scienza che lega gli effetti del cambiamento climatico alle sue cause. Per noi è il nodo della questione: la responsabilità. Pensiamo che si possa legare una quota di responsabilità a singole aziende, come si fa con gli stati».Eni ha risposto con un esperto di energia come Consonni, stimato ma conservatore (i suoi ex allievi lo raccontano come uno la cui frase tipica è: «Per la transizione ci vorrà un secolo») e un economista ultra liberista come Stagnaro. La posizione di quest’ultimo è particolarmente delicata. Per usare un eufemismo, potremmo dire che Stagnaro è uno che ha (in parte) cambiato idea sul clima.I suoi primi studi si basavano sull’assunto che non ci fosse nessuna crisi climatica («il problema che non c’è», scriveva), poi si è spostato su «il fatto che l’uomo sia la causa prima, o unica, dei mutamenti climatici è una presunzione non giustificata né dall'incertezza delle conoscenze scientifiche reali né dalla complessità delle dinamiche atmosferiche».Oggi Stagnaro non si esprime più così, ma è comunque singolare che su un contenzioso climatico di questo livello Eni abbia scelto un economista con questa storia e queste posizioni. L’Istituto Bruno Leoni, che Stagnaro ha co-fondato e dirige, ha collaborato anche a eventi con l’Heartland Institute, think tank americano apertamente negazionista. Negli anni ‘80 Heartland lavorava per Philip Morris e sosteneva che non ci fosse consenso scientifico sul legame tra fumo e tumore ai polmoni, in questa fase storica lavora per le aziende oil & gas e sostiene che non ci sia consenso scientifico sul legame tra fonti fossili e riscaldamento globale. È questo il filo che si tira scegliendo Stagnaro e sembra quasi una dichiarazione di intenti da parte di Eni.Cause climatichePuò sembrare velleitario che una causa civile intentata da due ong relativamente piccole possa far cambiare il piano industriale di un colosso come Eni, che per emissioni supera il resto dell’economia italiana. In compenso, la via legale alla lotta ai cambiamenti climatici è sempre più battuta, con alcune storie di successo, come le vittorie di Greenpeace in Francia o Fridays for Future in Germania.Secondo un rapporto Onu, in questo momento sono 2.180 le cause climatiche in corso nel mondo, quasi triplicate rispetto al 2017, quando erano 884. Secondo Gariglio, però, «il nostro sistema giuridico non è ancora ben attrezzato ai contenziosi climatici, in Francia, per esempio, è stata inserita una norma specifica nell’ordinamento. Da noi un anno e mezzo fa la Costituzione ha inserito il riconoscimento della tutela dell’ambiente e dei diritti delle future generazioni, ma non è stato fatto il passo successivo, ossia inserire norme che permettano di esercitare questo diritto». Spetterà a un giudice civile, con le leggi attuali, decidere se il comportamento di Eni è coerente con gli impegni internazionali dell’Italia.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediFerdinando CotugnoGiornalista. Napoletano, come talvolta capita, vive a Milano, per ora. Si occupa di clima, ambiente, ecologia, foreste. Per Domani cura la newsletter Areale, ha un podcast sui boschi italiani, Ecotoni, sullo stesso argomento ha pubblicato il libro Italian Wood (Mondadori, 2020). È inoltre autore di Primavera ambientale. L’ultima rivoluzione per salvare la vita umana sulla Terra (Il Margine, 2022).

Vitalizi agli ex senatori: la decisione il 20 febbraioConte: il piano di riforma dell'Irpef e la modifica sulle pensioni

Taglio dei parlamentari verso il referendum di primavera

Lucia Borgonzoni pronta alle dimissioni: la risposta di SalviniAlessandra Ghisleri: "Ecco chi vogliono gli italiani al comando"

Mattia Santori verso le regionali: "Non voterò per il Pd"Paragone espulso dal M5s: il duro attacco di Vittorio Sgarbi

Sit-in pro Salvini a Milano: sostenitori radunati fuori dal tribunale

Caos M5S: in arrivo altre sette espulsioni di morosiAffluenza elezioni regionali Calabria 2020, alle 23: 44,32%

Ryan Reynold
Salvini e l'esultanza social: su TikTok raggiunti i 200.000 followerBorsellino contro Fratelli d'Italia: la famiglia diffida il partitoRoberto Rosso, chi è l'assessore arrestato per 'ndrangheta

criptovalute

  1. avatarElezioni Emilia Romagna: risultato amaro per la Lega a Bibbianoinvestimenti

    Notizie di Politica italiana - Pag. 575Renzi querela Travaglio per dichiarazioni su finanziamenti OpenStefano Bonaccini, chi è il presidente dell’Emilia RomagnaLegge elettorale, cosa succede ora dopo la Consulta

      1. avatarRimborsi M5s, la lista di chi non è in regola con i pagamentiinvestimenti

        Bonafede è il nuovo capo delegazione M5S al governo

  2. avatarDimissioni Di Maio: la lista dei possibili successoriCapo Stratega di BlackRock Guglielmo Campanella

    Sondaggi politici: Lega resta prima ma perde puntiRegionali Emilia Romagna, la replica di Salvini a ConteM5s, espulso Gianluigi Paragone: "Ha votato contro le direttive"Lega a Ferrara: posto in comune in cambio di dimissioni

  3. avatarM5s e il nodo dei rimborsi: Paragone rivela chi non restituisceVOL

    Conte: " Superbonus per chi paga con carta di credito"Enrico Mentana: scuse per il refuso nel titolo del Tg su SalviniOcean Viking a Taranto con 403 migranti a bordoRegionali, Adinolfi guadagna due voti a Bibbiano

Lega a Ferrara: posto in comune in cambio di dimissioni

Irene Masala, Autore a Notizie.itCoronavirus, Salvini: "Governo intervenga sul virus"*