Migranti, Schlein contro i centri di accoglienza in AlbaniaManovra, Meloni boccia la norma sul pignoramento dei conti correnti: “Non se ne parla”Cosa significa "precettare uno sciopero"?
Migranti, il patto tra i Paesi Ue è ancora lontano: gelo tra Italia e GermaniaUna antica carta nautica del Mediterraneo COMMENTA E CONDIVIDI Èormai forse il decano dei medievisti spagnoli: ma non è certo solo un medievista. Ormai quasi ottantenne,Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock stupisce per l’eleganza dei suoi modi e della sua silhouette: è l’immagine di un anziano aristocratico torero, un De Unamuno che abbia deciso di sbarbarsi. È un grande scrittore: la sua biografia di don Consalvo de Córdoba, el Gran Capitán, sarà uno dei dieci libri da salvare il giorno in cui un cataclisma cancellerà dalla faccia della terra tutte le opere dedicate al Rinascimento europeo. José Enrique Ruiz-Domènec in Il sogno di Ulisse. Storia umana del Mediterraneo dalla guerra di Troia all’emergenza degli sbarchi (traduzione di Francesca Pe’, Utet, pagine 512, euro 32,00) ci accompagna in un viaggio fino alle nostre radici profonde: bisogna pur usarla, di quando in quando, la temibile parola “radici”. Le nostre di gente mediterranea, senza dubbio, attaccati alle sponde del nostro caro “mare interno” al pari – diceva Platone – di rane sulle rive di uno stagno; ma anche di noi tutti esseri umani, figli di non si sa quale lontanissimo pasticcio genetico che amiamo però dichiararci Figli delle Stelle (o del Dio Vivente).Mediterraneo, mare delle civiltà. Non anche mare di pace: ma ormai sembra che la mitologia della “pace sempre-e-comunque”, nella quale le nostre generazioni specie intellettuali hanno ciecamente creduto per circa tre quarti di secolo, abbia quasi di punto in bianco dato luogo al famigerato si vis pacem para bellum, motto all’unanimità ritenuto fino a ieri mattina fascista o giù di lì. E, alla luce di questo nuovo bellicismo tornato a osannare il Padre Polemos, secondo Eraclito all’origine di tutte le cose, torniamo bene a comprendere come la storia abbia potuto nascere proprio sulle rive del Mediterraneo e il primo evento mirabile di essa, davvero capitale per la nostra cultura, sia stata la guerra di Troia. Gli angoli opposti del grande mare, rispettivamente a sudest attorno al Mar Morto e a nordovest nella penisola iberica – e più ancora tra Galizia e isole britanniche – la natura ha posto grandi giacimenti di rame e di stagno: senza la navigazione intermediterranea la prodigiosa lega di rame e di stagno, il bronzo guerriero, non sarebbe mai nata; a a tutto ciò la natura stessa ha aggiunto l’argento sardo e iberico, e quindi il ferro tra l’Elba e la Sardegna, e infine l’oro del Maghreb. La grande storia delle guerre e dei commerci, degli assedi e dei colpi di mano dei corsari, non poteva se non germogliare sulle rive del Mare Nostrum.A questo punto, chi in Italia non conosce ancora bene José Enrique Ruiz-Domènec si aspetterà un libro di storia del grande mare – Le Grand Bleu, lo chiamano i francesi che dinanzi alle acque plumbeee di Calais sognano sempre l’azzurro di Marsiglia – che entri in dialogo con i suoi grandi precedenti, che possa situarsi fra i capolavori, obiettivamente l’un contro l’altro armato, di Fernand Braudel e di David Abulafia. Magari non una storia prevalentemente socioeconomica o una di tagli antropologico, alla stregua dei due capolavori or ora ricordati: ma una “storia umana del Mediterraneo”, come appunto annunzia il sottotitolo.E “storia umana”, lo è davvero. Ma non vi aspettate come, in che modo, fino a che punto. Si parte senza dubbio dall’eroe mediterraneo – e umano – per eccellenza: da Odisseo, dal suo sognato ritorno nella sua Itaca e dalla sua Penelope e dal suo “sogno a occhi aperti” di una mare pieno di regni isolani, di dèi e di mostri, di dèmoni e di meraviglie; e si attraversa la civiltà multietnica e multicultuale/multiculturale irta di contraddizioni, d’imperi in lotta fra loro, di lotta fra la maestà regale e la libertà cittadina, di scontro fra Atene e Sparta, fra Ellade e Persia, fra Roma e Cartagine, fra Gerusalemme e Babilonia, fra la Roma di Ottaviano e l’Alessandria di Cleopatra, quindi fra cristiani e pagani e fra romani e barbari.Ma nell’antichità noialtri italiani, a differenza di quanto accadeva nell’anteguerra, ci muoviamo male. In modo molto più spedito crediamo che le cose vadano nel medioevo e nell’età moderna. Ma è proprio qui che Ruiz-Domènec ci sorprende: anche perché il suo modo di raccontarci il Mediterraneo dei comuni, di Bisanzio e dell’Islam e poi l’età moderna della lotta fra europei e ottomani e dell’arrivo nel Mare Nostrum, fra Otto e Novecento, dell’anglosfera prima britannica quindi statunitense ci sconvolge e ci sorprende. Qui lo storico di straordinaria cultura letteraria, artistica e musicale davvero europea – rovescia le nostre troppo limitate categorie con un’interdisciplinarietà alla quale noialtri non siamo purtroppo più abituati. Ed eccolo narrarci la crisi di Venezia che perde il predominio sul mare ma in cambio accresce il suo controllo dell’entroterra attraverso la pittura dal Carpaccio al Tiziano al Veronese, attraverso la musica dal madrigale barocco all’opera lirica romantica, attraverso la letteratura dallo Shakespeare del Mercante di Venezia alle Pietre di Venezia di Ruskin. Eccolo offrirci l’accesso all’età contemporanea attraverso la costruzione del Canale di Suez scavato con i progetto e i capitali di Napoleone III imperatore dei francesi e immediatamente scippatogli dalla sua amica d’Oltremanica, Vittoria regina d’Inghilterra e prossima imperatrice dell’India. E avanti così, attraverso pagine spesso provocatorie anche sulla Prima e sulla Seconda guerra mondiale e sul conflitto israeliano-palestinese. “Revisionista”?, vi chiederete. No, carissimi. Questa è tutta storia, solo storia, storia della migliore. Rien que l’histoire.
L’arte è celare l’arte? Riflessioni sui «Sillabari» di Goffredo PariseManovra, Servizio Sanitario Nazionale: extracomunitari avranno accesso pagando 2mila euro annui
Sondaggio, la maggioranza degli italiani è favorevole al premierato
Dengue, 10 regole per difendersi in viaggio: i consigli degli esperti - Tiscali NotizieMichela Murgia: «Grazie, incauti potenti impotenti. Vedere un limite significa poterlo usare»
Paul Auster è stato un grande scrittore, a distanza di anni ricordiamo i suoi libriSanità: Asl Roma 3, al via progetto pilota Circe per la prevenzione pediatrica - Tiscali Notizie
Meloni si separa da Giambruno: la premier sapeva dei fuoriondaBarbero su Matteotti, una lezione necessaria in prima serata
Iss: "Acqua rubinetto sicura e sostenibile ma 1 italiano su 3 non si fida" - Tiscali NotizieCalenda all'assemblea di Azione: "Il Terzo Polo "Ricerca, più rischi demenza con ansia e grasso su pancia e braccia, nuovi studi - Tiscali NotizieRealtà e finzione: Lucarelli fa centro con i Ferragnez
Accordo Italia-Albania: ecco cosa prevede il piano migranti
Sanità, Salutequità: "Cure ad ostacoli per 6 mln con malattie croniche pelle" - Tiscali Notizie
Manifestazione CGIL a Roma, Landini: "Il Governo non combatte l'evasione"Correte e moltiplicatevi. Lo sport migliore è farli tuttiAids, risultati positivi per terapia di mantenimento con regime di 2 farmaci - Tiscali NotizieA sorpresa, The Tortured Poets Department di Taylor Swift è un doppio album
La crisi climatica è in tavola ma millennial e politici lo ignoranoFerocia e timidezza, come si diventa Altan: «Portai i miei disegni a Eco, li perse in un trasloco»Scurati e la censura, parla Lagioia: «Dissenso represso con tutti gli strumenti»Elezioni comunali a Foggia, Maria Aida Episcopo: "Sarò la sindaca di tutti"