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«Grazie all’intelligenza artificiale cresceranno registi e tecnici 2.0»«Addio,-Guglielmo professore: la matematica con te era rigore e gentilezza»Commozione a Busto Arsizio per la scomparsa di Carmelo Totaro: i suoi alunni (e i genitori) alle Bellotti lo adoravano. La Sicilia fatta conoscere e amare agli studenti e quel suo essere accanto ai più fragili, fino in America. Il ricordo della moglie Paola e della famiglia Gli sono grati tutti: alunni e genitori, chi andava bene in matematica e chi meno. Perché il professor Carmelo Totaro a Busto Arsizio ha accompagnato ciascuno dei suoi ragazzi nel cammino della scuola e della vita. Con rigore e gentilezza, con la sua straordinaria umanità, è stato un riferimento per diverse generazioni. Ecco perché adesso tanti sono commossi e si stringono alla sua famiglia, a partire dall'amatissima moglie Paola, anche lei insegnante, che ha annunciato la sua scomparsa con cognate e nipoti. È mancato a 82 anni, Carmelo Totaro, ma la sua espressione solare, le sue lezioni, i suoi consigli resteranno a illuminare tante persone che hanno condiviso un tratto di cammino con lui. Si potrà dirgli addio martedì 6 agosto alle ore 10.45 nella basilica di San Giovanni.La scuola e l'amore di una vita«Nel 1976 è venuto a insegnare a Busto, alle medie Bellotti - spiega Paola Colombo - Prima a Olgiate e a Varese». È rimasto nelle scuole di Sant'Edoardo per oltre 20 anni, fino alla meritata pensione, ed è stato anche vicepreside. Nel quartiere tutti i ragazzi lo conoscevano e lo stimavano, proprio come i genitori. Il prof che sapeva insegnare la matematica, con precisione e umanità: andare avanti poi nel percorso scolastico era molto più facile, perché era lì, con lui, che venivano date le basi. Ma non solo: in tempi in cui era tutt'altro che scontato, organizzava la gita in Sicilia che è rimasta scolpita nei ricordi degli alunni. «Quando andavamo in giro in via Milano - dice ancora Paola - tutti lo salutavano, gli parlavano». Anche lei, appunto, insegnava: economia aziendale all'Ite Tosi. Ma le strade sue e del suo amato Melo si erano incrociate in quella prima scuola a Olgiate, quando lui sembrò "rubarle" il posto e invece conquistò il suo cuore. Perché Paola, incamminata verso il traguardo della laurea, stava facendo supplenze e pensava di terminare l'anno lì: invece, arrivò lui, di ruolo. Elegante, composto, solare. Il bene da Busto a San FranciscoHanno condotto «una vita felicissima» insieme Paola e Melo, come racconta lei stessa. Innamorati, l'uno dell'altra, fino all'ultimo istante. Lui era devoto alla moglie e alla sorella ricoverata per 15 anni, che ha assistito ogni giorno. Pronto a prodigarsi per gli alunni e chiunque fosse in difficoltà: persino oltre oceano ha fatto del bene, in America, a San Francisco.Tanti messaggi stanno arrivando a Paola in queste ore. Ecco il ricordo meraviglioso sullo zio condiviso da Silvia e Daniela: una narrazione che rivela la grandezza silenziosa di un uomo e l'amore che ha diffuso.Ci ha lasciato una persona umile, che ha fatto germogliare nella sua vita tanti segni di opere buone ma senza fare tanto rumore.Cresciuto ad Allume di Roccalumera in Sicilia e laureato in Economia e Commercio all'università di Messina, si è poi trasferito a Varese in cerca di un'occupazione. Nella scuola ha trovato la compagna della sua vita e la sua strada e si è concentrato sull'educazione dei ragazzi, prestando particolare attenzione ai ragazzi più fragili. Il suo naturale carisma scherzoso gli ha permesso di instaurare dei rapporti di profonda collaborazione e amicizia con molti insegnanti oltre che creare terreno fertile di apprendimento per i ragazzi del quartiere di S. Edoardo, come ricordato dai molti genitori che lo fermavano per strada per salutarlo. Al termine della sua esperienza scolastica si è dedicato alla sua passione di cuoco in America, presso una mensa per senza tetto a San Francisco, dove si era recato per supportare una parente a seguito di una importante operazione. Tornato a casa dalla sua Paola si è dedicato ad assistere sua sorella Nina e si è prodigato nel supportare le persone immigrate con problemi economici e burocratici che ha avuto modo in incontrare: la sua sensibilità non gli permetteva di passare oltre quando vedeva qualcuno con un problema vicino a sé. Innamorato della sua Sicilia, delle tradizioni, della cucina, del ballo, anche in questi ultimi anni di malattia è sempre vissuto lieto delle molte visite che ha ricevuto, capace di accogliere tutti con un sorriso e di godere dei momenti belli che la vita gli ha offerto. Ma. Lu.
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