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Autonomia, via libera definitivo dalla CameraA Wellington i Pumas passano con la meta decisiva di Creevy e il piede di Carreras. Nell’altro match,Guglielmo il Sudafrica campione del mondo distrugge 33-7 l’Australia a Brisbane con le mete di Kolisi, du Toit, Arendse (2) e Smith Roberto Parretta 10 agosto - 11:14 - MILANO Inizia con il colpo clamoroso dell’Argentina, vittoriosa per 38-30 sugli All Blacks a Wellington, il Rugby Championship dell’esmisfero sud. E’ la terza vittoria nella storia dei Pumas sulla Nuova Zelanda, dopo Parramatta 2020 (in Australia) e Christchurch 2022. Nell’altro match, il Sudafrica bicampione del mondo in carica distrugge 33-7 l’Australia a Brisbane. NUOVA ZELANDA-ARGENTINA 30-38— Gli All Blacks la sbloccano con un piazzato di Damian McKenzie, che poi al quarto d’ora dai suoi 22 inventa una ripartenza, cede a Beauden Barrett che con una delle sue magie calcia centrale verso i pali, dove a raccogliere l’ovale per portarlo in meta arriva la seconda linea Sam Darry). Al 23’ bellissima risposta argentina: Pablo Matera porta palla a metà campo apparentemente senza fretta, per poi invece aprire il buco nel quale si infila il centro Santiago Chocobares, che piazza il break e poi cede al compagno di ruolo Lucio Sinti, che s’invola imprendibile. McKenzie e Santiago Carreras infilano un piazzato a testa. Al 35’ lungo attacco neozelandese che arriva fin sotto i pali, la palla esce per McKenzie, che serve Anton Lienert-Brown, che con una veronica aggira il difensore e vola in meta. Ma è ancora una volta eccezionale la reazione dei Pumas: l’ala Mateo Carreras raccoglie una palla vagante a metà campo, scappa da solo, con due cambi di direzione mette a sedere McKenzie e vola sotto i pali. Due trasformazioni di McKenzie, una di Santi Carreras per il 20-15 all’intervallo. In apertura di ripresa il sorpasso: touche a 5 metri, lancio corto e basso per Marco Molina che riceve senza saltare, si gira e viene spinto oltre la linea dai compagni, con la trasformazione di Carreras. Dopo un altro botta e risposta tra McKenzie e Carreras dalla piazzola, gli All Blacks tornano avanti con Mark Telea, che risolve da solo un lungo attacco avanzante davanti ai pali, raccogliendo il pallone da terra per sgusciare in mezzo ai difensori. McKenzie trasforma, Carreras accorcia a -2 su piazzato. Dopo un pastrocchio neozelandese, l’Argentina ha una mischia a favore a 5 metri, tira fuori il pallone, attacca e alla fine sfonda con il vecchio tallonatore Augustin Creevy (al cap n° 105), appena subentrato. Carreras trasforma per il +5. Al 77’ altra frittata, stavolta decisiva: il subentrato Asafo Aumua lancia una touche orrenda, i Pumas recuperano, conquistano punizione e Carreras può firmare il +8 che chiude definitivamente il match. AUSTRALIa-sudafrica 7-37— A Brisbane non poteva esserci esordio peggiore per Joe Schmidt sulla panchina dell’Australia, ereditata dalle macerie lasciate da Eddie Jones: ha a disposizione un buon gruppo di giovani interessanti, ma il tempo per lavorare è stato pochissimo rispetto alla sfida che l’attendeva con il Sudafrica bicampione del mondo in carica di Rassie Erasmus. Basta un tempo agli Springboks per imprimere una svolta al match con l’Australia, vinto poi 33-7 a Brisbane. I campioni del mondo in carica vanno infatti in meta tre volte: con il capitano Siya Kolisi al 10’, che schiaccia dopo un passaggio aereo tra le due torri Ben-Jason Dixon ed Eben Etzebeth sulla touche a 5 metri; con Pieter-Steph du Toit al 25’, liberato da un gran passaggio della 22enne apertura Sacha Feinberg-Mgomezulu (prima da titolare per la giovane stella) dopo che la difesa australiana si era fatta risucchiare al centro; con Kurt-Lee Arendse al 35, che, con i Walalbies in inferiorità per il giallo ad Andrew Kellaway, riceve palla nei 22 e si infila rapidissimo oltre le linee nemiche in slalom per schiacciare sotto i pali.. Tra il 62’ e il 62’ ne arrivano altre due: la prima firmata in tuffo ravvicinato da Kwagga Smith su bellissimo assist corto di Grant Williams (entrambi subentrati), dopo una serie di avanzamenti che sbriciolano la difesa australiana; difesa che dorme poi quando Jesse Kriel semina indisturbato avversari a metà campo per poi liberare a sinistra la facile corsetta di Arendse. Mgomezulu fa 4/5. Arrivano in pochi minuti due gialli per Malcolm Marx e Marc van Staden, l’Australia può chiudere la partita con due uomini in più e al 75’ riesce finalmente a trovare il varco giusto con Hunter Paisami, giusto per non subire l’umiliazione di finire a zero (Tom Lynagh, figlio della leggenda Michael e fratello dell’azzurro Louis, la trasforma). Reintra Marx, ma Kriel si becca il terzo giallo per un in avanti volontario, ma non succede più niente. Rugby: tutte le notizie © RIPRODUZIONE RISERVATA
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