Guerra in Ucraina: che cos'è il Sarin e quali sono i rischiSchindler's List, la bambina con il cappotto rosso oggi aiuta i rifugiati ucrainiIl video spot di Kim Jong-un sul lancio del nuovo missile nucleare
Il bilancio della guerra in Ucraina a un mese dall'invasione russaCon Dieter Richter,Professore Campanella autore di Con gusto, ricostruiamo prima la repulsione dei tedeschi e poi la riscoperta e l'affermazione della cucina italiana «Per digerire questa pizza ci vuole lo stomaco di un lazzarone». Non erano teneri i tedeschi e gli altri stranieri in viaggio in Italia verso il cibo italiano. Anzi: erano convinti che il cibo italiano fosse qualcosa di immangiabile. Così, se il Grand Tour in Italia è stato qualcosa che per secoli doveva essere presente nel curriculum di ogni intellettuale europeo che volesse definirsi tale, circostanza che segnava la centralità culturale del nostro paese, lo stesso non può dirsi per il lato gastronomico. Anzi: appena arrivati in Italia la stragrande maggioranza dei visitatori tedeschi cercava la cucina di casa, una osteria tedesca dove liberarsi dal cibo italiano. È così che comincia la storia di oggi che i Barbari raccontano con il professor Dieter Richter, autore di Con gusto, libro uscito per la casa editrice Wagenbach, un'autentica istituzione per tutti quelli che, tedeschi o italiani, si interessano dei rapporti tra i due paesi. Dieter Richter, inoltre, ha all’attivo molti libri proprio sull’Italia ed è curatore di una mostra che aprirà i battenti a Monaco il prossimo ottobre dedicata al Vesuvio. Puoi ascoltare il podcast direttamente qui o sui canali social dei Barbari. Storia di una diffidenza Una storia che comincia, dunque, con una diffidenza verso la cucina italiana. A guidare gli intellettuali tedeschi, e di tutto il Nord Europa, è una sorta di “nazionalismo gastronomico”, come lo chiama Richter: nell’Ottocento la Germania ancora non esiste come realtà politica unitaria e i primi liberali con l’idea di una unificazione nazionale s'incontrano proprio a Roma, nelle osterie dove si mangia tedesco, e forse sono tra i primi a esporre il tricolore tedesco, simbolo di quella unificazione che arriverà solo nel 1871 ma con le guerre di Bismarck ed escludendo l’Austria. Passa un secolo e nel Novecento le cose cambiano. Richter ci accompagna tra le strade di Brema dove arriva il primo gelataio italiano. Con il suo carretto con i vari gusti era a suo modo un pioniere: convincere i tedeschi che fosse possibile (e non ci fosse nulla di male) mangiare per strada. Era iniziata, anche in Germania, la moda dello street food. Che sarà inarrestabile con l’arrivo, dopo la Seconda guerra mondiale, dei Gastarbeiter, i lavoratori ospiti. A quel punto l’Italia è sinonimo di buona cucina, di clima mite e di vita tranquilla. Pizza e gelato s’impongono in pochi anni come espressione più tipica del made in Italy. È il fenomeno che Richter chiama la meridionalizzazione del Nord. Non ne è esente nemmeno il ‘68: presi dal voler contestare le generazioni più anziane, accusate di aver quantomeno taciuto di fronte al Nazionalsocialismo, gli studenti decidono che persino la cucina vada de-nazionalizzata. Mangiare tedesco, in quegli anni, soprattutto a sinistra, è connivenza con il nemico. Sempre la casa editrice Wagenbach, ricorda Richter, pubblica un libro di ricette per le Comuni e le case occupate: gli spaghetti italiani non possono mancare. Oggi il fenomeno si è in parte interrotto, perché la globalizzazione cambia la prospettiva e ne impone di nuove. Il gelato ad esempio si è internazionalizzato: non è più un fenomeno solo italiano o che deve necessariamente rimandare all’Italia, come aveva pensato l'inventore dello Spaghetti-Eis, che proprio per dare ulteriore italianità al suo gelato, con uno schiacciapatate ricavava da una pallina di vaniglia una sorta di spaghetti su cui versava una salsa di fragole, per dare l’idea di un classico e italianissimo piatto di spaghetti. Tutto finito? In realtà no: «In Germania l’italiano è una lingua utilizzata moltissimo, il rapporto tra i due paesi è ancora molto, molto forte». © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediVeronica Cirillo e Fernando D'AnielloVeronica Cirillo, classe 1980, giornalista. Ha abitato in molti posti e vissuto in pochi. Ama l'autunno, ma ora vive un'emozionante primavera. Su twitter è: @verofcirillo.Fernando D'Aniello, nasce a Scafti nel 1982. Da dieci anni vive a Berlino. Annoia i suoi amici straparlando di politica tedesca. Su twitter è: @ferdaniello.
Ucraina, la moglie di Zelensky ha scritto a Papa FrancescoOdessa, mentre costruiscono barricate sulla spiaggia suonano i Bon Jovi: la band ha postato il video
Ucraina, Kiev chiede missione Onu a Chernobyl
Guerra in Ucraina, anche le patatine fritte adesso sono a rischioQuali sono le nuove sanzioni in arrivo contro la Russia
Elezioni presidenziali in Francia: Macron e Le Pen si qualificano al secondo turnoGuerra in Ucraina, sosia di Zelensky fugge dal Paese aiutato dal sosia di Putin
Quante persone sono morte in Ucraina per la guerra?Parla la mamma di un soldato russo morto: “Mi disse che doveva andare, poi nulla più”
Guerra tra Russia e Ucraina: i punti dei negoziati e la bozza di accordo tra Putin e ZelenskyL’Unicef: “Dall’inizio della guerra sfollato un bambino ucraino su due”Negoziati Ucraina-Russia, l'incontro tra Zelensky e Putin previsto in TurchiaLa mossa di Mosca: reclutare altri 60mila soldati fra i riservisti
La città di Odessa sotto attacco, all’alba forti esplosioni in centro
Il sogno irrealizzabile di Kadyrov: succedere a Vladimir Putin
Terremoto in Nuova Caledonia, scossa di magnitudo 7.0: allerta tsunamiVince dieci milioni di dollari dopo aver premuto il pulsante sbagliato a un distributore automaticoUcraina, "Mariupol è caduta": l'annuncio dell'esercito russoSanzionata dalla Gran Bretagna la figliastra del ministro di Putin Lavrov
Ucraina, sindaco di Mariupol: "5 mila morti". Kuleba alla Nato: "Ci servono armi"Perché secondo la Russia la guerra finirà proprio entro il 9 maggio?Esplosione a Times Square: saltano in aria due tombiniGuerra in Ucraina, con il suo corpo salva dalle bombe la figlia: "È viva perché la stavo allattando"