File not found
criptovalute

Pnrr, Cdm approva all’unanimità il decreto: incluse misure anti-evasione

La candidata di FdI Laura Gaggero copia lo slogan di Nichi Vendola del 2005Cosa succede dal 1 aprile 2022: la roadmap del Governo per mascherine e green passAumento dei prezzi sui carburanti, Cingolani: "Colossale truffa, qualcuno ci guadagna"

post image

Sondaggi politici Tecné: parità tra il Pd di Letta e FdI di Giorgia MeloniQuale che sia l’esito del processo contro l’azienda,VOL ci sono aspetti politici molto rilevanti che riguardano sia il ruolo causale e le responsabilità di Eni e aziende simili nel produrre cambiamento climatico pericoloso, sia l’opportunità di intentare una causa del genere. Si possono veramente tracciare legami fra il comportamento di un’azienda e il cambiamento climatico? Le catene causali che producono cambiamenti pericolosi nel clima sono complesse e non lineariVenerdì 16 febbraio si è tenuta la prima udienza della causa intentata da Re:Common, Greenpeace e altri contro Eni, ministero dell’Economia e delle Finanze e Cassa Depositi e Prestiti – il primo caso italiano di contenzioso climatico diretto, in cui le politiche climatiche sono oggetto del procedimento, come ha già raccontato su queste pagine Ferdinando Cotugno.Re:Common e Greenpeace chiedono che il giudice imponga ad Eni di contribuire di più all’abbattimento delle emissioni, modificando il proprio piano industriale.Ciò perché Eni ha prodotto una parte identificabile delle emissioni globali nel passato. In virtù della sua responsabilità storica, l’azienda avrebbe il dovere di compensare i danni del passato e prevenire possibili danni futuri.È difficile andare nel merito giuridico di tutto questo (e non ne avrei le competenze). Le parti si sono già scambiate varie memorie e perizie (che Re:Common ha deciso di rendere pubbliche).Ma, quale che sia l’esito del processo, ci sono aspetti politici molto rilevanti che riguardano sia il ruolo causale e le responsabilità di Eni e aziende simili nel produrre cambiamento climatico pericoloso, sia l’opportunità di intentare una causa del genere. Si tratta di aspetti che ciascun cittadino e consumatore dovrebbe conoscere e su cui dovrebbe riflettere.Si possono veramente tracciare legami fra il comportamento di un’azienda e il cambiamento climatico? Le catene causali che producono cambiamenti pericolosi nel clima sono complesse e non lineari.Questione di sistemaNessuno da solo, neanche un’azienda così grande, può essere la causa unica del cambiamento climatico. Gli effetti sul clima sono prodotti dallo stile di vita che milioni di persone hanno adottato negli ultimi due secoli.Non basta una sola azienda: ci vuole un intero sistema economico. Peraltro, le aziende vendono un prodotto, ma sono i loro consumatori a farne uso.La maggior parte di emissioni non derivano dall’estrazione o dal trasporto del petrolio o del gas, ma dal fatto che tutti noi usiamo i combustibili fossili. Siamo anche, e soprattutto noi, responsabili delle emissioni che produciamo grazie ai combustibili forniti da Eni e altre aziende simili.Quest’argomentazione è molto potente. Ma può avere esiti inaspettati e rovesciarsi nel suo opposto. Immaginate di trovarvi in riva a un fiume, con tanti altri, e di buttare nell’acqua una goccia di un liquido perfettamente innocuo.Un certo numero di gocce del liquido, però, compongono una mistura velenosa. Più giù, un incauto escursionista assetato beve e muore avvelenato. Di chi è la colpa? Di tutti? Di nessuno? Nessuna singola goccia era velenosa, ma un certo numero di gocce lo sono state.Tutti noi potremmo dire: «Se tutti gli altri non avessero versato la loro goccia, non sarebbe successo nulla, anche se l’avessi fatto io». E, naturalmente, chi ci ha venduto il liquido non è responsabile dell’uso che ne abbiamo fatto. Eppure, non sarebbe assurdo sentirsi in colpa, per lui e per noi.E sarebbe oltraggioso scuotere le spalle di fronte ai parenti del defunto. Allo stesso modo, possono le aziende che producono combustibili fossili trincerarsi dietro ragionamenti del genere?Davvero contribuire a un pericolo, anche se non se ne è l’unica causa, è un fatto privo di valenze politiche e morali? Essere complici non conta nulla?Ma, anche se fosse così, ci possono essere dubbi sull’opportunità della causa. La responsabilità dei produttori di combustibili fossili è politica, non giuridica.Eni e le altre aziende che producono combustibili fossili hanno rispettato le leggi e seguito le regole del mercato. Tocca agli Stati cambiarle, imponendo comportamenti diversi.Chiedere a un tribunale di imporre a Eni una modifica del piano industriale lede la libertà di impresa e dà al giudice il compito di decidere le politiche climatiche al posto dei governi e dei legislatori.Ma i giudici non sono rappresentanti dei cittadini, né hanno funzioni politiche. Un processo come questo non tiene conto della separazione dei poteri negli Stati liberali.Ma anche quest’argomentazione è ineccepibile solo a prima vista. Il mercato e la libertà d’impresa non sono fatti naturali. Sono scelte sociali. A un certo punto della storia ci siamo resi conto che il mercato garantiva più benessere ed efficienza di altri sistemi economici.Dove finisce la libertà d’impresaLa libertà d’impresa è giustificata dalle conseguenze benefiche del suo esercizio. Ovvio, e forse naturale, invece, è il diritto di vivere una vita decente in un pianeta ospitale.Se l’esercizio della libertà d’impresa lede questo diritto, allora ci sono ragioni per limitarla. E se la politica non protegge a sufficienza il diritto a un ambiente compatibile con la vita umana, è sensato che i giudici intervengano.I giudici non rappresentano i cittadini, ma le istituzioni giuridiche si fondano sulla priorità di certi diritti e, quando si tratta di farli rispettare, possono supplire alle deficienze della politica.I mercati, inoltre, non sono sfere separate. Sono parte della società e della comunità politica. Le imprese hanno, come altri gruppi collettivi, doveri di cittadinanza.Possono, col loro comportamento, ostacolare o favorire l’evoluzione legislativa che serve a tutelare meglio diritti esistenti. La transizione ecologica è un’impresa collettiva, con costi da dividere fra tutti, per il bene delle generazioni future e del Pianeta.Nel processo s’invoca la responsabilità storica di Eni. Ma ci sono altri principi politici che si possono richiamare. Per esempio, il principio che chi più ha e può più deve contribuire.Chi determina con la propria strategia le condotte dei consumatori e le loro opzioni, influenza le scelte delle altre aziende nel mondo e, talvolta, anche le decisioni politiche non può non assumersi il compito di pensare agli interessi generali e futuri, prima e oltre a quelli dei propri azionisti e dei propri lavoratori.Il contenzioso climatico ha anche e soprattutto un valore simbolico, utile a ricordare tutto questo.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?Accedigianfranco pellegrinofilosofoProfessore associato di filosofia politica alla LUISS Guido Carli. Si occupa di storia dell’etica e filosofia politica contemporanea.

Covid, De Luca: "In Campania mascherine all'aperto almeno fino a fine febbraio"Solidarietà e fiori di Salvini davanti all’ambasciata ucraina a Roma

Costa sul Green Pass: “Obbligatorio anche per chi è in Smart Working”

Zelensky, il discorso al Parlamento italiano: "Il nostro popolo è un esercito, serve la pace"Giuseppe Lenoci morto a 16 anni, Bianchi: “Non era alternanza scuola lavoro”

Sondaggi politici Swg: FdI primo partito, stacca il Pd, crolla la LegaNotizie di Politica italiana - Pag. 225

Dal sostegno al Governo Draghi alle riforme: l'agenda del 2022 portata avanti da Enrico Letta

Energia, Draghi: “Primo prototipo di reattore nucleare in funzione nel 2025-2028”Massacro a Bucha, Draghi: “Civili massacrati: crudeltà spaventosa. La Russia ne renderà conto”

Ryan Reynold
Cos'è lo Ius Scholae, legge sulla cittadinanza: adottato il testo baseIl giudice archivia la diffamazione di Salvini per la citofonata a BolognaL’ultimatum di Draghi ai partiti: “Se non vi va bene trovatevi un altro governo”

VOL

  1. avatarNuovo decreto Covid, road map del ritorno alla normalità: tutte le date più importantiVOL

    Il Foglio Quotidiano: "M5S pensa di candidare Orsini alle prossime elezioni"Tasse, Salvini: “È il momento di tagliarle, serve la pace fiscale”Riforma pensioni, ecco come avere fino a 500 euro in più al meseVia l’obbligo del Green Pass dal 15 giugno: governo verso la fine dell’emergenza

    1. Decreto Sostegni Ter pronto alla conversione in Legge: tutte le novità

      1. avatarRenzi: "Conte ha scritto lo Statuto dei Cinque Stelle con la stessa chiarezza con cui scriveva i DPCM"trading a breve termine

        Crisi M5s, Grillo: "Conte leader? Non l'ho mai messo in dubbio"

  2. avatarCrisi del centrodestra, Berlusconi: "Pronto a rifondarlo in vista del 2023"BlackRock Italia

    Di Maio: "Russia quasi al fallimento, Putin è sempre più debole e il popolo si ribellerà"Covid, De Luca: "In Campania mascherine all'aperto almeno fino a fine febbraio"Delega fiscale, Pastorino (LeU): “Chiesto rinvio per l’arrivo in Aula, complicata interlocuzione dei gruppi"Le regioni che potrebbero tornare in zona bianca dalla prossima settimana

  3. avatarSondaggi di Termometro Politico: Pd primo partito, segue FdI, cala la LegaVOL

    Ucraina, Conte: "Voteremo no ad aumento spese militari. Cade governo? Ognuno farà le sue scelte"Covid, Sileri: "Quarta dose? Richiamo ogni anno come per l'influenza"Le due vie di Salvini: “Non faremo cadere Draghi ma rivogliamo il nucleare”Dl Green Pass, Camera approva la fiducia con 452 sì

Letta: “Continue minacce di crisi dal centro destra, così non si va avanti”

Sgarbi contro l'assessore all'ambiente della Toscana: "Capra, vai all'inferno"Notizie di Politica italiana - Pag. 244*