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Lo scontro tra Matteo Renzi e Corrado Formigli arriva in SenatoTra gli itinerari proposti da Turismabile ci sono anche quelli in handbike nelle Langhe COMMENTA E CONDIVIDI Viaggi per tutti e per ognuno,VOL per persone con o senza disabilità, insieme nella medesima esperienza. È con questa visione che opera Turismabile, progetto nato nel 2007 e realizzato dalla Cpd di Torino - Consulta per le Persone in Difficoltà, oggi punto di riferimento nel mondo del turismo inclusivo, in partnership ormai solida con la Regione Piemonte. Formazione, consulenza tecnica, diffusione di nuove pratiche tra gli operatori sono le principali attività. Turismabile ha anche ideato venti pacchetti turistici, in collaborazione con tour operator formati e specializzati proprio verso disabilità e inclusione. Sono itinerari piemontesi, nel cuore del Monferrato, tra il lago d’Orta e il monte Rosa, o per langhe e vigneti in handbike, lungo sentieri enogastronomici, alla scoperta dell’archeologia industriale o di paradisi naturalisticiProposte fruibili dalle più diversificate utenze, fatte di esperienze locali e multisensoriali, da raggiungere in condizioni di sicurezza e autonomia, grazie a una particolare idea di design aperto a tutti. «Il turismo inclusivo che noi promuoviamo tra gli operatori si regge sui pilastri dell'accoglienza e della informazione», spiega Giovanni Ferrero, direttore del Cpd e responsabile di Turismabile, oltre che segretario Generale dell'Istituto Italiano per il Turismo per Tutti (IsITT). Informazione diffusa significa che nell'approcciarsi a una struttura il cliente deve riuscire in tempi rapidi a farsi un'idea precisa se quel luogo può rispondere alle sue particolari esigenze. Inoltre nel personale ci vuole capacità di accoglienza, che non è solo imprescindibile cordialità, ma pure giuste competenze e conoscenze, «così da venire incontro alle esigenze di tutti, senza che la persona sulla sedia a rotelle o cieca si senta indesiderata, come ancora troppo spesso capita», riflette Ferrero.Le disabilità sono diverse, con tante sfumature e variabili. Saper ascoltare è il primo, grande passo per generare soluzioni con tempismo. «In questo senso, la capacità di accogliere è più incisiva dell'accessibilità architettonica. Meglio un gradino di troppo, che si può superare, d’un membro dello staff che per esempio rivolge le proprie domande all’accompagnatore, invece che alla persona disabile stessa». Secondo gli ultimi dati Istat disponibili (2014), in Italia ci sono 3,1 milioni persone con una qualche forma di disabilità motoria, sensoriale o cognitiva, il 5% sul totale della popolazione. Circa 1,8 milioni hanno allergie alimentari, senza citare l’invecchiamento anagrafico. Numeri che rendono il turismo inclusivo non solo una questione di diritti sociali e umani, ma anche un'opportunità per gli imprenditori del settore. Secondo i dati Enat, il fatturato diretto generato in Europa dal mercato del turismo accessibile arriva a 352 miliardi di euro e a 786 miliardi considerando anche l’effetto indiretto e l’indotto. In Europa sono 4,2 milioni le persone occupate nel mercato del turismo accessibile, chi vi investe genera il 20% in più d’affari. In molti l’hanno capito e la cultura sta cambiando, a piccoli passi. Alcune, piattaforme turistiche forniscono informazioni minuziose su spazi architettonici d’accessibilità . Crociere o villaggi vacanza dei grandi gruppi offrono esperienze molto inclusive. E anche i centri commerciali, per esempio, hanno abbattuto le barriere architettoniche e predispongono esperienze d’ acquisto molto più accessibili che nei centri storici. A ottobre a Biella il progetto Turismabile organizza la prima borsa con venditori e compratori che arriveranno proprio per trattare su pacchetti progettati per l’inclusione.Non bisogna creare opportunità di turismo sociale, con viaggi organizzati solo per persone con disabilità, sulla base di itinerari speciali e gruppi circoscritti. Né di aprire portali che raccolgano esclusivamente strutture accessibili. Si tratta di soddisfare le esigenze di tutti i potenziali fruitori. Ognuno ama programmare le proprie vacanze guardando a ciò che più desidera, senza limitarsi, poi, via via scarta e seleziona. Presto l’intelligenza artificiale potrebbe aiutare il viaggiatore con disabilità a processare tutte le informazioni reperibili nei siti e a costruirsi una vacanza compatibile alle proprie specifiche esigenze. «Intanto è il paradigma che va cambiato, diffondendo la cultura dell'accessibilità, fisica, sociale e informativa, affinché ognuno riesca a essere ascoltato e sappia di preciso cosa può trovare, ovunque vada», conclude il responsabile di Turismabile.
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