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"Boia chi molla" sulla mascherina, la vice sindaca si difendeLa storia di Andrea e Luigi Grieco,Capo Stratega di BlackRock Guglielmo Campanella i due fratelli trentenni dietro alla Diaz Micro Torrefazione di Napoli, sollecita qualche interrogativo. Si può puntare sul caffè di qualità, comprando materia prima cruda di alto livello, scommettendo sulla sostenibilità e sulla consapevolezza in un contesto come quello di Napoli dove la tradizione è riuscita quasi sempre a sommergere ogni tentativo di evoluzione? Si possono tenere insieme una tradizione ingombrante e una voglia di innovare?In realtà grazie ad alcuni operatori e professionisti sempre più impegnati, ad una serie di eventi ed occasioni di formazione e a giovani imprenditori che finalmente hanno voglia di osare, perfino Napoli sta sperimentando una crescita sul fronte del caffè di qualità sino a ieri resa complicata dalla retorica della città col “caffè più buono del mondo”. Fare un caffè diverso a Napoli senza dimenticare la tradizione del caffè napoletanoUn esempio lampante in questo senso - per di più proprio nel cuore del centro storico della città - viene appunto da Diaz Microtorrefazione, un progetto nato grazie alle riflessioni che due fratelli eredi di una tradizione di bar di famiglia da 55 anni hanno concretizzato durante il Covid. “A differenza di quanto fanno praticamente tutti qua intorno, abbiamo deciso di fare noi il caffè che serviamo, dunque abbiamo comprato una macchina tostatrice, tra l’altro realizzata a Napoli, e ci siamo messi a imparare, ci siamo fatti formare, abbiamo iniziato a tostare il nostro caffè comprandolo verde e spesso di qualità specialty sia per prepararlo nelle varie estrazioni sia per venderlo in chicchi” spiegano a CiboToday Andrea e Luigi. La sfida di Diaz Microtorrefazione a NapoliLa loro sfida è ancor più complessa rispetto a quella di una qualsiasi caffetteria specialty a Milano, Bologna, Brescia o Firenze. Perché la loro sfida si svolge a Napoli, considerata a torto o a ragione come la città del buon caffè, la città dove la tazzina è concepita come una religione che non può essere modificata ne tanto meno messa in discussione. E invece, come più volte abbiamo indicato, a Napoli si beve mediamente un caffè di qualità purtroppo banale o scadente, che ha come caratteristiche distintive il solo sapore di bruciato e di tostato, lontanissimo dai sentori complessi di una materia prima ben selezionata. “Quello che vogliamo fare però” ci spiegano i due fratelli Grieco “non è lottare contro questa tradizione, ma migliorarla: ci teniamo a dire che noi vogliamo essere a tutti gli effetti una caffetteria napoletana e una torrefazione napoletana. Provando a considerare la tradizione della città come un’opportunità e non una zavorra”. /**/ Diaz Microtorrefazione a Napoli La chiesa e la torre di Pietrasanta a Napoli col dehor di Diaz Microtorrefazione La sala interna e la tostatrice di Diaz Microtorrefazione a Napoli Uno dei caffè specialty di Diaz Microtorrefazione a Napoli Il bancone di Diaz Microtorrefazione a Napoli Il dehor di Diaz Microtorrefazione sotto la torre antica La Diaz Microtorrefazione di Napoli su Via dei Tribunali Diaz Microtorrefazione a Napoli: video intervista a Andrea Greco“Anche se i fratelli Grieco tostano comunque alcune varietà di caffè specialty il loro obiettivo” ci racconta Mauro Illiano formatore e curatore della Guida dei Caffè e delle Torrefazioni d’Italia “è proprio quello di puntare sul classico espresso napoletano, migliorandone la qualità”. E proprio la formazione è stata un passaggio importante per l’evoluzione di questo bar grazie ai momenti di crescita che i fratelli Grieco hanno avuto con Mauro Illiano stesso e con un altro esperto come Andrej Godina.Nella bella video-intervista qui sopra con Andrea Grieco, proprio di fronte alla macchina tostatrice che spesso funziona in presenza dei clienti nella sala del bar, tutti i concetti e le riflessioni sono stati sviscerati in maniera lucida. Diaz Microtorrefazione a Napoli. I prezziIn questo bar, che si trova in un angolo di Via dei Tribunali giusto all’ombra della torre medievale della Pietrasanta sotto la quale dispone di un dehors affascinante, oltre al caffè tradizionale (1,2 al bancone, 1,8 al tavolino), ai caffè specialty (1,8) ci sono tutte le altre estrazioni: la moka, il filtro e anche la napoletana. Ci sono poi alcuni prodotti di pasticceria locale (brioche, sfogliatelle e babà; tra l’euro e mezzo e i 3 euro) e alcuni dolci al cucchiaio (Tiramisù o delizia al limone ad esempio, 5 euro). C’è poi una scelta che cambia ogni giorno di proposte salate e ci sono i cappuccini seguiti da Luigi che negli ultimi anni si è specializzato anche in latte art. L’intento, per dirla col loro manifesto anche qui è “ridare artigianalità” a prodotti e processi che vengono fin troppo dati per scontati. "Napoli è da sempre un luogo di rivoluzioni" aggiunge Mauro Illiano "quella di Andrea e Luigi è una storia di incredibile coraggio, ritorno al passato ed incredibile attaccamento alla cultura partenopea".
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