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Figlio in panchina, il padre minaccia un dirigente: "Ti taglio la testa e la metto in valigia"Il casoMinacce a scuola,VOL «ancora più vicini ai docenti»Dopo quanto accaduto alla Commercio di Bellinzona il 3 giugno, il DECS e la Polizia cantonale stanno rafforzando ulteriormente le attività di formazione per gli insegnanti - Emanuele Berger: «Verifichiamo anche il grado di prontezza degli istituti» - L’inchiesta è tuttora in corso e quindi non possono scattare le «sanzioni» scolastiche© Keystone/Elia Bianchi Alan Del Don10.08.2024 06:00«Sul piano delle procedure e delle infrastrutture atte a gestire eventuali attacchi violenti nelle scuole, il DECS - in collaborazione con la Polizia cantonale - sta avanzando con la valutazione del grado di prontezza degli istituti scolastici cantonali avviata lo scorso mese di maggio, che ha come obiettivo di identificare eventuali misure di miglioramento. A metà luglio è stato inoltre rinnovato e formalizzato il mandato del Gruppo strategico per la gestione degli eventi critici nelle scuole, incaricato tra le altre cose di riflettere sulle strategie da attuare nelle scuole e di coordinare le iniziative di formazione e aggiornamento». Lunga introduzione, ma doverosa, perché l’argomento è di quelli delicati. Soprattutto dopo quanto successo lo scorso 3 giugno alla Scuola cantonale di Commercio (SCC) di Bellinzona, quando un allievo di 15 anni ha intimorito, in aula, la docente di francese mostrandole il calcio di una pistola poi rivelatasi finta. A parlare è il direttore della Divisione della scuola Emanuele Berger, che il Corriere del Ticino ha nuovamente interpellato, a distanza di due mesi e qualche giorno dal grave fatto che aveva scosso il Ticino intero, dopo averlo già intervistato il 6 giugno.Sospensione od espulsione?L’inchiesta a carico del giovane e dell’amico di 16 anni (che si è liberato dell’arma all’esterno dell’istituto cittadino dopo che gli era stata consegnata dal quasi coetaneo) è tuttora in corso, ci ha comunicato l’altroieri la Magistratura dei minorenni, e pertanto non vengono rilasciate dichiarazioni. Di conseguenza non sono ancora state adottate delle «sanzioni», a livello scolastico, nei confronti dei ragazzi, in particolare per l’autore materiale dell’inqualificabile gesto. Si parla, in questo caso, di sospensione o addirittura di espulsione dalla scuola, un provvedimento quest’ultimo che raramente viene messo in atto alle nostre latitudini. Le ipotesi di reato nei confronti del quindicenne, ricordiamo, sono di minaccia e infrazione alla Legge federale sulle armi, mentre il sedicenne deve rispondere di infrazione alla Legge federale sulle armi. La direzione attende«Il Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport rimane in attesa degli esiti dell’inchiesta penale. Una volta chiariti fatti e responsabilità potranno essere prese decisioni di competenza dipartimentale», osserva Emanuele Berger da noi interpellato. La stessa direzione della SCC, peraltro, da quello che ci risulta, aspetta la conclusione delle indagini coordinate dalla magistrata Fabiola Gnesa e le decisioni dei vertici del DECS. Il 15.enne temeva un’ulteriore insufficienza (con il rischio dunque di bocciare l’anno) e ha deciso di mettere paura all’insegnante di francese, durante i colloqui individuali, presentandosi con una Glock fasulla nei pantaloni. Un atto premeditato per il quale il ragazzo si è subito scusato ma che ha messo in allerta la Commercio, portando all’evacuazione del complesso e al celere intervento dei reparti speciali della Polizia cantonale. Il minorenne è stato fermato poco dopo.L’incontro di dicembreAl di là di come si concluderà la delicata inchiesta, chiediamo al direttore della Divisione della scuola se alla luce di quanto successo alla Commercio si è proceduto ad adeguare/correggere il grado di prontezza e di reazione della scuola a simili gravi fattispecie. «In seguito agli eventi dello scorso mese di giugno il DECS, in collaborazione con la Polizia cantonale, sta lavorando in vista di un ulteriore rafforzamento delle attività di formazione destinate alle direzioni e al Corpo docente. Dopo i fatti accaduti alla SCC nel 2018 erano già state promosse attività di formazione a tale scopo. L’ultimo momento formativo si era tenuto durante il mese di dicembre 2023 e aveva coinvolto 160 quadri scolastici del settore medio e di quello post-obbligatorio», sottolinea Emanuele Berger. Il precedente del 2018Il precedente, appunto. Il caso ha voluto che a finire sotto i riflettori fosse nuovamente la SCC. Il 10 maggio 2018, giorno dell’Ascensione, scattano le manette ai polsi di un 19.enne del Bellinzonese. Gli inquirenti ritengono che volesse compiere una strage. Il giovane viene condannato il 3 luglio 2020 a 7 anni e mezzo sospesi a favore di un trattamento stazionario.In questo articolo: BellinzonaBellinzonamycityBellinzoneseScuolaGiovaniViolenzaEvacuazione
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