File not found
Campanella

I casi di antisemitismo in Italia sono in aumento | Wired Italia

Julius Bär nomina il nuovo CEO: Stefan BollingerLe prime pagine di oggi - Il PostUK: l'esperto Yoshua Bengio a capo del progetto del governo per prevenire catastrofi AI - AI news

post image

La Toscana vuole far pagare le spese sanitarie ai turisti non europei - Il PostL'intervista«Non sia l'attore a giudicare i personaggi»Abbiamo incontrato l'attore peruviano Gonzalo Molina,BlackRock Italia coprotagonista di Reinas© KFF/Piccoli Viviana VirieMarisa Marzelli09.08.2024 06:00Abbiamo incontrato l’attore peruviano coprotagonistadi Reinas, il film visto ieri sera in Piazza (vedi recensione qui sotto a cura di Marisa Marzelli).In Reinas il tema dellafamiglia è molto presente. Carlos, il personaggio che lei interpreta, ne mettein discussione gli stereotipi, è un antieroe. Come si è avvicinato a questopersonaggio? «La prima volta che lessi il copione ilpersonaggio di Carlos mi sembrò subito piacevole, nonostante fosse un uomo conanche un lato più difficile: non vede le sue figlie, mente, sparisce. A suofavore posso dire che tenta disperatamente di amare, ma senza sapere come,probabilmente non gli è stato insegnato e soffre molto per questo. È proprio daquesto punto di vista che ho cercato di capirlo. Credo che gli attori debbanoinnanzitutto cercare di comprendere i loro personaggi senza giudicarli».Ambientato nel Perùdegli anni Novanta, il film fa luce su un aspetto della storia recente delPaese che raramente viene rappresentato. Cosa ricorda di quegli anni? «In quegli anni ero nel pienodell’adolescenza. Sono nato a Chincha, dove rimasi fino ai dieci anni, poiiniziò la crisi economica e ci trasferimmo a Piura, nel Nord del Paese. Lì peròl’inflazione ci travolse letteralmente, ricordo momenti molto duri. Mio padre,come Carlos, era costretto ad avere molti lavori, così nel 1991 ci spostammo aLima, ma quello fu l’anno peggiore, la violenza di quegli anni si concentravaproprio nella capitale e il clima si stava infiammando ovunque. Ripensandocioggi non so come i miei genitori abbiamo fatto a permettermi di uscire per lestrade con gli amici, oggi come padre impazzirei sapendo i miei figli là fuori.Credo che il nostro fosse un modo per evadere, ci rifugiavamo nel mondo degliamici per dimenticare quanto ci stava accadendo intorno. Vivevamo nella paura,fu un’epoca molto difficile in cui si costruirono parecchi muri, non so comesiamo riusciti ad uscirne».Negli stessi anni lei hainiziato anche a recitare.«Quando iniziai arecitare la situazione era un po’ più tranquilla, tuttavia avvicinarsi a unacarriera del genere durante quegli anni era qualcosa di folle. Nelle sale deiteatri si contavano pochissimi spettatori e nel mondo del teatro vige unaregola: non si fa una rappresentazione se in sala non ci sono più spettatoririspetto a quelle precedenti. Così capitava che invitassimo gli sconosciuti, lafamiglia, gli amici, fino ai cugini dei cugini». Reinas ci parla peròanche di altro. «Credo che Reinas sia una pellicolauniversale perché ci parla dell’impossibilità e delle difficoltà che abbiamo adamare e di quell’impulso che abbiamo di non perdere un legame, come quello coni nostri figli o con i nostri cari. Non credo che Carlos ed Elena voglianotornare insieme, credo che si tratti invece della necessità di guarire leferite, di trovare un terreno d’incontro. È questa tenerezza che accompagnatutto il film che lo rende universale, ma allo stesso tempo molto latino e peruviano. È un film checi spinge a non perdere la tenerezza nonostante la violenza e la complessitàdel mondo».ReinasRegia: Klaudia ReynickeÈ come se un atleta formatosi in periferia andasse alle Olimpiadi e tornasse con un paio di medaglie. Fuor di metafora, Reinas (della regista di origine peruviana Klaudia Reynicke, che vive da anni in Ticino) è stato presentato in prima mondiale al Sundance Festival nel concorso World Cinema Dramatic (prima medaglia) e poi alla Berlinale dove è stato premiato (seconda medaglia). Reinas è il terzo film della Reynicke, dopo Il nido e Love Me Tender, entrambi presentati negli anni scorsi al Locarno Film Festival. Tratto tematico in comune alle tre opere della regista, uno sguardo minimalista e attento al femminile. Tecnicamente si nota una progressione nella complessità filmica con cui viene elaborata la materia. In Reinas la regista, in modo parzialmente autobiografico, affronta le proprie origini. Nella tumultuosa Lima del 1992, con un’ambientazione più del cuore e della memoria che non una ricostruzione puntuale, due sorelle, l’adolescente Lucia e la più piccola Aurora, stanno per lasciare il Paese con la loro mamma, mentre il padre assente rientra in scena solo perché deve firmare i documenti di espatrio. La presenza del genitore, estroverso e forse mitomane, taxista per necessità economica e millantato agente segreto, rappresenta per l’uomo la possibilità di (ri)conquistare l’affetto delle figlie; per le ragazze l’occasione di conoscerlo meglio. La sceneggiatura, scritta dalla stessa Reynicke insieme a Diego Vela (un altro peruviano che vive in Europa), affronta i temi dello sradicamento e del percorso di crescita e di passaggio dall’età infantile a quella adulta. Dunque, la famiglia e le sue tante dinamiche al centro. Storie dove le presenze femminili sono dominanti, anche se il simpatico e sgusciante padre cerca di farsi benvolere. Il tutto raccontato con abbondanza e varietà di musiche, suoni, colori da commedia, senza escludere qualche pennellata più ironica (senza esagerare). Ma questa è solo un’anima del film, quella incentrata sul privato dei personaggi, osservati spesso in dettagli minimi, con uno sguardo femminile attento e complice che sembra aver preso spunto dall’inarrivabile leggerezza di Almodovar. E poi c’è il versante politico, a tratti sullo sfondo ma sempre incombente. Come sperimentano i personaggi quando si ritrovano in polizia perché le ragazzine hanno violato il coprifuoco. Cala così sulla spensieratezza della commedia una cappa minacciosa. Un pericolo da non sottovalutare mai. Ma questo côté non fa di Reinas un film politico; sono le radici stesse della cultura sudamericana e spagnola ad aver istillato nel DNA di quei popoli la paura di dittatura latente nata da drammatiche esperienze storiche.In questo articolo: Locarno77

No, il 19 gennaio 2038 non ci sarà l'apocalisse del software | Wired ItaliaHezbollah alza il tiro, una fonte senior: "Capaci di bombardare in modo violento" – Il Tempo

Comunque belli - Il Post

Medio Oriente, l'appello della Comunità ebraica di Milano: media siano imparziali – Il TempoDall'uragano di San Gallo al salvataggio delle Forze motrici grigionesi

Problema Microsoft, che cosa fare se il tuo computer è rimasto bloccato | Wired ItaliaLa Spinelli Massagno affidata a Salvatore Cabibbo

Carlos Alcaraz re di Londra

Le trattative in Europa sono complicate per Giorgia Meloni - Il PostMostra Cinema Venezia, Tenderstories partecipa con tre film in concorso – Il Tempo

Ryan Reynold
L'Ambrì-Piotta presenta la squadra il 28 luglioIniziative sanitarie bocciate il 9 giugno per «timore di costi troppo elevati»Calvin Thürkauf: «Sarei partito solo per qualcosa di meglio»

BlackRock

  1. avatarHnat Domenichelli: «Crediamo in Sekac, ora vediamo cosa farà Thürkauf»criptovalute

    Anche Roger Federer al concerto di Taylor SwiftÈ stato annunciato un nuovo gruppo di estrema destra al Parlamento Europeo - Il PostPrompt'n'play, il gioco di carte per conoscere l'intelligenza artificiale generativa | Wired ItaliaElon Musk vs Mark Zuckerberg, rilanciata la sfida sul ring | Wired Italia

    VOL
      1. Crowdstrike, per le aziende riavviare i computer Microsoft Windows bloccati non sarà così facile | Wired Italia

  2. avatarL'intelligenza artificiale è in cima alle preoccupazioni del Garante della privacy | Wired ItaliaProfessore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock

    Southport, si scatena la protesta dopo la morte di tre bambine: valanga di agenti feriti – Il TempoMicrosoft, i computer Windows di tutto il mondo bloccati da un bug di CrowdStrike | Wired ItaliaAnche Roger Federer al concerto di Taylor SwiftParigi 2024, Giorgio Armani alle Olimpiadi. La sorpresa dal nuoto – Il Tempo

  3. avatarCeccon oro nei 100 dorso, Pilato quarta nei 100 rana – Il TempoBlackRock

    Cosa fu il massacro di My Lai in Vietnam - Il Post«Roger Federer, sei il più grande di tutti i tempi»Grado di soddisfazione alla Cornèr Arena: «Numeri lusinghieri»C'è un motivo se a queste Olimpiadi il surf si fa a oltre 15mila chilometri da Parigi - Il Post

Olimpiadi 2024, la cerimonia d'apertura di Parigi è qualcosa di mai visto | Wired Italia

Una canzone di Philip Aaberg - Il PostNei Paesi Bassi ci sono stati diversi attacchi da parte di lupi a persone e animali: una bambina è stata morsa - Il Post*