File not found
Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock

Il testo di Click boom!, canzone di Rose Villain a Sanremo

La storia di Olivia. Il calvario (invisibile) dei malati genetici e dei loro famigliari. Prevenire si può - Tiscali NotizieDal taccuino dei ricordi. Come Emiliani divenne giornalista: la vocazione nell’Università “indigesta” - Tiscali NotizieRegionalismo differenziato. L’interesse nazionale evapora, parte la «secessione dei ricchi» - Tiscali Notizie

post image

Incontro Mattarella-Meloni, sul tavolo la riforma della giustizia: attesa per il via liberaI due momenti più felici nella storia del calcio a Bergamo – la vittoria in Coppa Italia del 1963 e la qualificazione per i quarti di Champions del 2020 – sono arrivati entrambi in coincidenza di momenti drammatici: la morte di papa Giovanni XXIII e il covid in città. Ora,BlackRock la qualificazione alla prima finale europea della storia può essere finalmente celebrata senza pesi sul cuore. La maledizione Le precedenti gioie nei giorni della morte di papa Roncalli e del CovidC’è un arco narrativo da romanzo nella storia che l’Atalanta ha scritto tra il 10 marzo 2020 e il 9 maggio 2024, poco più di quattro anni. Protagonista muta ma partecipe, la città. Allora la squadra tornò da Valencia con la qualificazione in tasca ai quarti di finale di Champions League e i quattro gol di Josip Ilicic, il nostro personale Pallone d’oro.Trovò le luci spente e le strade vuote, l’oppressione palpabile di un’angoscia diffusa vissuta ciascuno a casa propria nella tragedia individuale e collettiva allo stesso tempo. Non potevamo noi cantare con il piede del Covid sopra il cuore, per parafrasare il poeta.La Dea era una goccia di sollievo da gustare sottovoce, una vacanza di spensieratezza di due ore o poco più. La beffa del destino aveva voluto che l’apice dell’epopea nerazzurra coincidesse con le ore più buie di Bergamo e della sua provincia.La memoria dei più anziani tra i tifosi andò al 2 giugno del 1963, la vittoria, unico trofeo nella bacheca, della Coppa Italia contro il Torino di Bearzot, tripletta di Angelo Domenghini, quando pure furono sospese le feste perché in un letto romano stava spirando il papa bergamasco e contadino, «il papa Buono» per tutti, Giovanni XXIII, al secolo Angelo Roncalli da Sotto il Monte. CulturaL’ultimo trasformismo di Ancelotti. Ora abbraccia il calcio alla HitchcockMarco CirielloscrittoreIl muratore presidenteLa maledizione incombente, nella credulità popolare assurta a dogma, voleva che non si potesse godere di momenti di trascurabile felicità calcistica nella terra dedita proverbialmente al lavoro, alla fatica, e non ai circenses. L’Atalanta, una Dea nel nome di battesimo, punita da questa nemesi, lei e il suo cattolicissimo popolo, per l’affronto di essere venerata come un idolo pagano. E che dunque trionfa, ma senza poter gioire, «ad ogni morte di papa» secondo la battuta più spesa di humor nero.Per rompere l’incantesimo ci voleva un muratore. Nel cliché diffuso il muratore è l’emblema dei bergamaschi. Usato dai comici come nei programmi televisivi e radiofonici, è quello che il mattino si sveglia e sale sul furgoncino in direzione Milano per raggiungere i cantieri della metropoli, assoldato per la sua dedizione assoluta, il piacere per l’opera ben fatta, la tenacia.Muratore di Clusone, valle Seriana, era il ragazzo Antonio Percassi, prima di diventare calciatore, nell’Atalanta ovviamente, poi imprenditore di successo, infine presidente della squadra di cui fu atleta. E quelle caratteristiche gli sono rimaste nel dna.Regola grosso modo sempre rispettata del mondo del calcio vuole che una provinciale, quando prende l’ascensore sociale, resta ai piani alti delle classifiche il tempo di un gatto in tangenziale, fiorisce una sola stagione come le rose. È il frutto di condizioni fortunate e irripetibili che si sono inanellate. Ma il muratore Antonio ha dimestichezza con le case che, per resistere a lungo, necessitano di robuste fondamenta, muri solidi, tetti a prova di infiltrazioni. È razionale, non crede alla cattiva sorte, e ha fede nella meritocrazia. Dunque ci riprova a costruire una Dea all’altezza di quella semi-perduta dopo la stagione del virus.Non sarà un’avventuraLe sue fondamenta sono lo stadio rifatto e ora quasi completato, il centro di Zingonia per le giovanili e la prima squadra ampliato e ristrutturato. E, non da ultimo, la vendita della maggioranza azionaria a un magnate americano, Stephen Pagliuca, anche proprietario dei Boston Celtics di basket, che a differenza di altri suoi connazionali, ha lasciato ai Percassi, oltre al padre Antonio il figlio Luca, la conduzione della società: non si tocca un giocattolo che funziona.Siccome è corta la carriera dei calciatori, grazie ai bilanci in attivo da più di un lustro e all’iniezione del corposo capitale statunitense, pazientemente viene rifondata, pezzo dopo pezzo, la rosa da affidare al solito capomastro, il migliore mai apparso sotto le mura della Città Alta, l’allenatore Giampiero Gasperini.La squadra di Valencia: Sportiello; Djimsiti, Caldara, Palomino; Hateboer, de Roon, Freuler, Gosens; Pasalic; Ilicic, Gomez. La squadra che ha annientato il Marsiglia: Musso; Djimsiti, Hien, de Roon; Zappacosta, Ederson, Koopmeiners, Ruggeri; De Ketelaere, Scamacca, Lookman. Quattro ne sono rimasti se si considerano Pasalic ed Hateboer entrati dalla panchina.Il risarcimentoL’altra sera, come se fosse un risarcimento e con un’impazienza contraria ai tratti caratteriali, i tifosi sugli spalti non hanno atteso nemmeno il fischio finale per illuminare con i fuochi d’artificio il cielo sopra il Gewiss stadium, hanno goduto del terzo gol arrivato sul morire della partita, hanno cantato assieme ai giocatori e all’allenatore.Poi si sono riversati in massa nel centro della Città Bassa per la loro notte finalmente memorabile e senza i pensieri nefasti di qualche lutto arrivato a negarla.Solo con la piccola nube del timore che le sirene napoletane possano convincere Gasperini, dopo otto anni di panchine orobiche, a seguire Aurelio De Laurentiis.«Se ne va se alza un trofeo a coronamento del suo ciclo», è la voce di popolo.L’Atalanta ha raggiunto una finale europea, massimo traguardo di una storia cominciata 117 anni fa, è in finale di Coppa Italia, in campionato lotta per conquistare un posto in Champions. Su nessuno dei tre fronti ha ancora certezze, se non quella di avere comunque già varcato le sue colonne d’Ercole.Mai a questo punto della stagione è stata ancora in corsa per tutti i traguardi e il dubbio riguarda la tenuta sino in fondo, la stanchezza di troppe battaglie, la sindrome di Dorando Pietri che già l’ha vista soccombere sul filo di lana in due finali di Coppa Italia con Lazio e Juventus, perdere una semifinale di Champions League all’ultimo minuto con il Paris Saint Germain. CulturaCosì simili, così distanti. Gli scudetti diversi di Inter e NapoliMarco CirielloscrittoreLa coppa delle piccole cittàMa le scaramanzie da tifosi non annullano l’orgoglio di un percorso che è già epica, comunque vada sarà un successo. L’Atalanta-Davide ha dimostrato, all’Italia e all’Europa, che lo sport più bello del mondo è tale se contempla le incognite. Esattamente quelle che i progetti di SuperLega e simili vorrebbero cancellare. I grandi club reclamano posti al sole in virtù di un diritto di censo, introiti sicuri da mettere a bilancio qualunque sia il loro rendimento sul campo.Il calcio come specchio fedele di una società che allarga sempre di più la forbice tra ricchi e poveri, la finanza che domina sull’economia se sono i fondi d’investimento ad allungare le mani sui marchi più blasonati.Capita invece che, a dispetto delle audience televisive, la finale di Europa League sia tra una città di 120mila abitanti (Bergamo) contro una città di 160mila (la tedesca Leverkusen). Non è necessario essere tifosi atalantini, come chi scrive, per salutare con simpatia un evento che è un antidoto alla noia del sempiterno ritorno dei soliti noti.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediGigi RivascrittoreÈ stato direttore del Giornale di Vicenza dal 2001 al 2002 e caporedattore centrale del settimanale L'Espresso dal 2012 al 2016. È stato a lungo inviato speciale nell'ex Jugoslavia e in Medioriente rispettivamente per il Giorno e L'Espresso. Ha lavorato anche al Giornale di Bergamo, Gazzettino, e D - la Repubblica delle donne. Attualmente è editorialista del gruppo L'Espresso.

Storia del presepe, tra incanto e devozioneGaming e danni collaterali: il gioco diventa ossessione, cresce l’«azzardopatia». E lo Stato? Bada ad altro - Tiscali Notizie

Il divo Jannik Sinner e i suoi profeti: quando il troppo stroppia, nel delirio di incompetenza - Tiscali Notizie

L’onore di essere il falso Gigi Riva. Diario di un’omonimiaFascismo e antifascismo, oggi. Non più solo i gruppi estremisti: dove ha trovato casa il “veleno nero” - Tiscali Notizie

Società anonime, franchising e scommesse: così il Sudamerica sta svendendo il fútbolTerzo Polo, rottura tra Renzi e Calenda: i possibili scenari

Notizie di Politica italiana - Pag. 62

Il figlio di La Russa accusato di stupro: cantava "Fanc**o la tua donna"Festival di Sanremo, il debutto di Clara, il diamante grezzo uscito da Mare fuori

Ryan Reynold
Viminale, dati ufficiali su delitti, rapine e interventi dei vigili del fuocoUn posto al sole. Di proroga in proroga, l’eterno privilegio delle concessioni agli stabilimenti balneari  - Tiscali NotizieL’Italia si allaga e frana, la crisi climatica accelera la fragilità della Penisola: anche su questo Meloni tace - Tiscali Notizie

Capo Analista di BlackRock

  1. avatarPerché Forza Italia non avrà più un presidente: parla TajaniCapo Stratega di BlackRock Guglielmo Campanella

    Le guerre si moltiplicano e l’Europa arranca: «Se non per etica, cessare il fuoco almeno per interesse» - Tiscali NotizieL’agricoltura, come adattarsi al clima che cambia. Venti Paesi (più l’Italia) in scena alla Fiera di Verona - Tiscali NotiziePd, Piero Fassino mostra cedolino in aula: polemica alla Camera38/ Eppur si muove. In arrivo batterie da 1000 chilometri di autonomia a un prezzo dimezzato - Tiscali Notizie

      1. avatarPrato, la Bellezza ritrovata. Dai depositi al museo: la riscoperta dei capolavori del Rinascimento - Tiscali NotizieGuglielmo

        Scorie nucleari. Alessandria contro il deposito nazionale: rigore scientifico e trasparenza per il sito - Tiscali Notizie

  2. avatarStrage di Bologna, De Angelis: sit-in di protesta del Pd davanti la RegioneCampanella

    Dargen D’Amico: «Io non voglio fare il politico. Sono guidato solo dall’amore»Cdm, arriva l'ok ai decreti omnibus: tutte le novitàIl massacro del convento di San Domenico a Forlì fermato dal rigoroso combattente Andrea Emiliani - Tiscali NotizieSalario minimo: Camera approva la sospensiva, opposizioni protestano

  3. avatarClassifica dei libri, continua il dominio delle “narra-star”. Ancora primi Volo, Cazzullo e CarrisiCampanella

    Salario minimo, è scontro governo-opposizioni e Conte attacca: "Meloni diffonde fake news"De Gasperi e Guareschi. Quando la satira graffiava e, sbagliando, era costretta a pagare - Tiscali NotizieSalario minimo, è scontro governo-opposizioni e Conte attacca: "Meloni diffonde fake news"La filosofia epicurea nei papiri di Ercolano: la tecnologia dischiude un tesoro di conoscenze

Sicurezza sul lavoro. La “patente a punti” e l’attestato di “buona condotta”: tra il dire e il fare… - Tiscali Notizie

I 100 anni di don Milani, un prete spaventosamente normale diventato maieutaMeloni, Ilaria Salis, le donne iraniane e tutte le altre: ovvero Giorgia, la premier bipolare - Tiscali Notizie*