File not found
ETF

Tensione in Medio Oriente, Sinwar è il nuovo capo politico di Hamas - Vatican News

Cassa Depositi e Prestiti non trova abbastanza donne per il suo nuovo consiglio di amministrazione - Il PostCosa sono i deepfake? - AI newsLed, asfalto e solare: l'autostrada è hi-tech. Nel Lazio l'hub tecnologico di Aspi – Il Tempo

post image

Il Papa: i politici siano al servizio del bene comune, attenti a disoccupati e poveri - Vatican NewsL'intervista«È lo sguardo del regista a cambiare l'attore»Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Irène Jacob,Guglielmo l’attrice che ieri sera ha ricevuto il Leopard Club Award in piazza Grande© KEYSTONE/Jean-Christophe Bott Antonio Mariotti10.08.2024 06:00Anche lei è di nazionalità svizzera ma vive in Francia e anche lei presiede una manifestazione cinematografica (il Festival Lumière di Lione). Finiscono qui i parallelismi tra Maja Hoffman e Irène Jacob, l’attrice che ieri sera ha ricevuto il Leopard Club Award in piazza Grande. A Locarno era già stata 30 anni fa per il Film Rouge di Kieslowski (che presenterà oggi alle 17 al Gran Rex) e poi come membro della giuria. Stavolta ha deciso di prendersela comoda, venendo in auto da Parigi con il figlio minore (anche lui attore) e approfittandone per fare tappa in diverse regioni del nostro Paese.Signora Jacob, torniamo agli inizi della sua carriera, ai due film che girò con Krzysztof Kieslowski (oltre al Film Rouge, La doppia vita di Veronica del 1991): il regista polacco teneva molto alla presenza degli attori, ma si percepiva anche una dimensione metafisica nel suo lavoro?«Molti astrofisici oggi affermano che il tempo non esiste e in un certo senso è proprio così. Ed è quello che dobbiamo fare noi con il nostro lavoro di attori. Dobbiamo essere presenti con le persone con cui stiamo lavorando in quel momento, cercando l’unicità di quell’attimo ed è questa ricerca che permette alle nostre performance di poter diventare in un certo senso eterne. Oggi i film di Kieslowski si possono vedere in maniera diversa, anche perché il suo modo di concepire le storie era pieno di mistero, non nel senso di suspense, ma del mistero di ogni piccolo istante».Kieslowski del resto era molto parco di indicazioni nei confronti dei suoi attori: anche questo faceva parte del suo mistero?«In un certo senso sì, perché nel cinema di allora dell’Europa orientale la censura non ti permetteva di dire tutto ciò che avresti voluto. Quindi spesso gli attori pronunciavano metà della frase e gli spettatori dovevano completarla mentalmente. È un metodo di lavoro che Krzysztof ha poi utilizzato anche nei film che ha prodotto in Francia, dove la censura non esisteva. Ha continuato a lavorare così perché ci teneva molto alla partecipazione attiva da parte del pubblico. Credo che sia una caratteristica di tutti i grandi registi quella di permettere al pubblico di “tappare i buchi” con l’immaginazione di ciascuno. Significa aver fiducia negli spettatori, renderli partecipi del proprio film».È un concetto che si può applicare anche ai film di Amos Gitaï, il regista israeliano con il quale ha appena girato due film: Shikun (visto alla Berlinale) e Why War che si vedrà a Venezia?«È incredibile vedere come certi cineasti seguano la stessa idea per 50 anni e continuino a fare ricerche in quella direzione. Gitaï è uno di questi, perché non fa altro che porre delle domande sullo stesso conflitto cercando di far sempre lavorare insieme palestinesi e israeliani. È una situazione delicata, un tema scottante che segue da oltre mezzo secolo e quindi i suoi film sono molto contemporanei ma anche ancorati a tutto ciò che è successo prima nell’ambito di questo conflitto. Why War non è una fiction ma nemmeno un documentario, è piuttosto una riflessione nella quale Mathieu Amalric interpreta Freud e Micha Lescot è Einstein e i due si scambiano delle lettere, mentre io uso il linguaggio di Virginia Woolf e di Susan Sontag per porre delle domande rispetto a tutte le immagini di guerra con cui ci troviamo confrontati. Mi fido di Amos Gitaï perché è così tanto tempo che è implicato in questo tema e quindi non pone domande opportunistiche. E non sono nemmeno domande a cui si può rispondere, ma che bisogna continuare a porsi».Torniamo a Locarno: che effetto le fa ricevere questo premio nel Paese dove è cresciuta?«È un soggetto che mi tocca molto da vicino, perché ogni volta che mi propongono un premio mi chiedo se non stiano sbagliando persona o se non ci sia qualcuno che se lo meriti più di me. Soprattutto nel caso di un premio come questo che è legato alla mia carriera. È vero che ormai da più di 35 anni convivo con il cinema e lo sento come una sorta di matrimonio. È un marito che può essere molto possessivo in certi momenti perché ha bisogno di spazio e di tempo, senza contare che mio marito fa l’attore così come i miei due figli e quindi per casa girano molti personaggi. Un premio alla carriera mi fa però pensare che non sono più quella di 35 anni fa: la vita e il lavoro ti cambiano, non si può rimanere sempre gli stessi. In Film Rouge c’è una scena in cui Jean-Louis Trintignant mi dice: “Ti ho sognata e avevi 50 anni”. Non ho più visto Jean-Louis per molto tempo dopo quel film, ma 8 anni fa sono andata a trovarlo nella sua casa nel Midi e abbiamo riso molto perché quella frase era diventata reale mentre quando abbiamo girato il film non ci pensavo nemmeno. In fondo cresciamo come alberi, i nostri rami cambiano forma per non perdere di vista il sole e sfuggire all’ombra e questo ci porta ad accettare delle trasformazioni. Essere qui a Locarno mi fa pensare a queste cose, al mio rapporto con il mio lavoro in generale e con il cinema in particolare».Ma il cinema è un’arte che si fa insieme ad altre persone...«Certo, è l’aspetto fondamentale di questo lavoro: devi avere qualcuno che ti guardi per esistere. Se non c’è lo sguardo non c’è nulla. E naturalmente ogni regista ha il suo sguardo e il tipo di sguardo che pone su di te cambia completamente il tuo modo di recitare. Secondo gli astrofisici, persino una particella spersa nel cosmo reagisce in modo differente se la guardi o meno. E ogni regista sa che guardare qualcuno modifica la situazione. Secondo me è questo l’aspetto più intrigante del nostro lavoro».Come sceglie i progetti a cui partecipare?«Ci sono molti fattori che entrano in gioco, anche legati alla famiglia, alla vita personale, ma alla base ci sono sempre le persone con cui vivere queste avventure in comune. In questo periodo della mia vita mi piace sperimentare cose nuove e per questo mi identifico perfettamente con il leopardo di Locarno che ruggisce a tutta forza. Mi piace l’idea di qualcosa di selvaggio e di libero che accetta tutte le sfide insieme agli altri».In questo articolo: Locarno77

Santa Fe sbarca nel futuro – Il TempoL'atleta condannato per lo stupro di una 12enne che parteciperà alle Olimpiadi - Il Post

Medio Oriente, possibile attacco preventivo di Israele in Iran - Vatican News

Soldi, cosa succede quando li regali alle persone per tre anni | Wired ItaliaRegionali Umbria, Nevi (Forza Italia): il campo larghissimo sarà sinistrissimo – Il Tempo

NVIDIA e Inworld animano il gaming grazie all'AI generativa - AI newsL’intelligenza artificiale nei sistemi di realtà virtuale e aumentata - AI news

Il canale di MrBeast, che organizza sfide estreme e bizzarre, è diventato quello con più iscritti su YouTube - Il Post

Parigi 2024, attacco ai treni francesi. Rete paralizzata nella notte, sabotaggio alle Olimpiadi – Il TempoIl senso del viaggio di Giorgia Meloni in Cina - Il Post

Ryan Reynold
In Nuova Zelanda si è spiaggiato uno dei cetacei più rari al mondo - Il PostOlimpiadi, come cent'anni fa un incontro interreligioso per celebrare la fraternità - Vatican News10 serie tv sull’intelligenza artificiale da vedere - AI news

Guglielmo

  1. avatarIntelligenza artificiale: un’alleata o una minaccia per la democrazia?   - AI newsGuglielmo

    Llama, Meta non rilascerà i suoi modelli di AI multimodale in Europa | Wired ItaliaKenya, religiose ipovedenti portano la loro testimonianza al popolo di Dio - Vatican NewsCome arriva la scherma italiana alle Olimpiadi di Parigi - Il PostSalva Casa, cosa prevede il piano Salvini | Wired Italia

    1. Pneumatici sani per "Vacanze sicure" – Il Tempo

      1. avatarCamera, su pulizie e buvette reciso il filo che collegava coop rosse e Pd – Il Tempoinvestimenti

        Cina: 50 serie di standard di intelligenza artificiale entro il 2026 - AI news

  2. Cosa si può imparare dal disastro di CrowdStrike - Il PostOpenAI lancia GPTs, versioni personalizzate di ChatGPT - AI newsIl rispetto per gli anziani: brevi note per gli operatori di cura - Vatican NewsPerché ad Amazon la Finanza ha sequestrato 121 milioni | Wired Italia

  3. avatarGemini 1.5 Pro, arriva l'aggiornamento del nuovo modello di Google - AI newsETF

    Giovanni Toti, caccia all'erede. Dal medico a Scajola jr: poker di nomi – Il TempoDifferenziare con intelligenza (artificiale) - AI newsIl Papa: senza lo Spirito la Chiesa non va avanti, non cresce, non può predicare - Vatican NewsPensione per casalinghe e assegno sociale, come ottenerli: requisiti e contributi – Il Tempo

Chi è Fabio Ciciliano, il nuovo capo della Protezione civile - Il Post

Santa Fe sbarca nel futuro – Il TempoOlimpiadi 2024, il coraggio di Kimia - Vatican News*