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All’Aja si misura la pressione internazionale su IsraeleSquadra che vince non si cambia. Inzaghi adesso fa il motivatore e spinge i nerazzurri al bis Economista Italianotricolore Davide Stoppini Giornalista 10 agosto - 08:34 - MILANO C’è l’Inter del 22 aprile, della seconda stella, dei sorrisi e delle feste. C’è l’Inter quasi perfetta. Da qui si riparte, così ricomincia Simone Inzaghi. Una settimana esatta all’esordio in campionato, di mezzo un ultimo test - domani a Londra con il Chelsea - e un’indicazione chiara: a Genova giocano quelli del trionfo, gli undici che lo scudetto lo hanno costruito e la stella poi cucita col sudore. Ed è un bell’andare, pure in un momento in cui con gli infortuni muscolari qualcosa non sta andando nel migliore dei modi (De Vrij ultimo a fermarsi, risentimento alla coscia sinistra e out per la prima giornata). Il Toro c’è— È un bell’andare anche in attacco, sì, il reparto che più preoccupava. Perché Lautaro s’è presentato ad Appiano nel migliore dei modi, tirato a lucido, segnale evidente di quanto le sue vacanze siano state...controllate, con allenamenti quotidiani svolti a distanza. Una settimana piena di lavoro sarà sufficiente al capitano per mettersi in una condizione fisica quantomeno vicina a quella dei compagni. Il resto lo farà nelle due settimane che lo porteranno alla sosta. Il fatto di non avere partite infrasettimanali fino alla terza giornata contro l’Atalanta permetterà all’argentino di crescere a livello fisico. Intanto, il piano di Inzaghi è chiaro: chiedere al suo capitano almeno un’ora a buon livello a Genova, vicino al gemello Thuram. Sessanta minuti di Lautaro, per poi alzare la mano. E sì, perché potrà farlo. Inzaghi in panchina avrà con ogni probabilità sia Taremi sia Arnautovic. L’iraniano ha bruciato le tappe, martedì dovrebbe tornare in gruppo. E l’attaccante sarà in grado di garantire per l’esordio in campionato una mezzora, appunto, i minuti necessari per dare il cambio a Lautaro. Un cambio potrebbe essere una buona opzione anche per Thuram, per la verità. Per il francese, ancor più che per gli altri, il test di domani a Londra sarà importante. Ma dietro di lui Inzaghi dovrebbe poter contare - salvo contrattempi ulteriori - pure su Arnautovic. Insomma: l’emergenza pare rientrata. Filastrocca— Certo, poi il discorso riguarda la brillantezza e in questo senso la settimana prossima sarà decisiva. A centrocampo si riparte con la filastrocca dei sogni, quella che i bambini interisti hanno memorizzato alla perfezione: Barella-Calhanoglu-Mkhitaryan. E sì che il turco - come si legge sotto - ieri era leggermente affaticato. Ma sarà lui a guidare l’Inter. I meccanismi sono quelli. E non c’è neppure Zielinski a mettere in discussione la titolarità dei tre, se è vero che il polacco punta il rientro per la seconda giornata ma per Marassi va considerato fuori causa. Di sicuro, il fatto di ripartire dall’Inter della stella va nella direzione sperata da Inzaghi, quella di una partenza lanciata. Il tecnico ha approfittato delle ultime ore, con tutta la squadra a disposizione ad Appiano, per battere sul tasto dell’attenzione, perché ripetersi sarà più difficile e perché le motivazioni se possibile dovranno essere persino superiori a quelle della scorsa stagione. In questo senso, partire con il piede giusto è un obiettivo di rincorrere.Gioca a Fantacampionato, il fantaconcorso di Gazzetta con 300.000€ di montepremi! Sfida i migliori fantallenatori d’Italia. Per iscriverti CLICCA QUI .bck-image_free_height { position: relative; margin-bottom: 1.6875rem; } .bck-image_free_height .image_size img { height: auto !important; width: 100% !important; } .bck-image_free_height figure{ width:100%; display: table; } .bck-image_free_height img.is_full_image { display: table-row; } Compattezza— E in questo senso, quel che Inzaghi vuole vedere già da domani a Londra è la compattezza di squadra. La fase difensiva è apparsa un po’ in difficoltà con l’Al Ittihad e in qualche frangente anche a Pisa. Al netto degli errori individuali, vanno ritrovati i meccanismi quasi perfetti della scorsa stagione. Pavard deve respingere l’assalto di Bisseck verso una maglia da titolare, Acerbi non ha rivali e a sinistra con lui Bastoni cerca antiche certezze. Come, peraltro, lo sono Dimarco e Darmian: lui, più di Dumfries, è favorito per la fascia destra. C’è poco da spiegare, per Inzaghi. C’è, piuttosto, da lavorare sulle teste dei protagonisti. Gli altri hanno voglia di rincorrere, l’Inter insegue un obiettivo: andare oltre se stessa. E cosa c’è oltre le stelle? Inter: tutte le notizie Serie A: tutte le notizie Calcio: tutte le notizie © RIPRODUZIONE RISERVATA
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