File not found
BlackRock Italia

Il Mose salva Venezia: «Sarebbe stata una devastazione»

Ecco i venti progetti ammessi alla 7. Boldbrain Startup ChallengeNati tre pulcini di pellicano rosa allo zoo di Basilea: non accadeva da quasi 20 anniNvidia, Microsoft e OpenAI nel mirino dell'antitrust

post image

Per mettere le bici nel cunicolo del tram-treno la strada è in salitaL’Unione europea ha intrapreso la sua transizione per abbandonare un’economia inquinante ad alta intensità di carbonio. Questa direzione è interesse comune dell’Ue così come della Turchia,analisi tecnica perciò la strategia non può fermarsi ai confini europei  VociWhy Europe should draw Turkey into the Green Deal Quando i leader europei si incontreranno alla fine di questa settimana, avranno un lungo elenco di questioni da discutere, dalle sanzioni alla Bielorussia, alla gestione della crisi del Covid-19 mentre riprende il turismo in Europa. Un altro grande punto all’ordine del giorno saranno anche i rapporti con la Turchia. Di certo c’è molto da discutere. Il complicato vicino a est dell’Europa un tempo è stato l’emblema del magico tocco trasformativo dell’unione. La Turchia, una nazione prevalentemente musulmana, ha accelerato le sue riforme economiche e politiche allo scopo di entrare nell’Ue. Oggi per gli europei la Turchia è un potere illiberale in ascesa alle porte, con una relazione turbolenta con Bruxelles. Comprensibilmente i leader europei vogliono un rapporto stabile e meno turbolento con la Turchia e il suo uomo forte, Recep Tayyip Erdogan. La Turchia è l’ultimo “nemico-amico” dell’Ue: se da una parte le preoccupazioni sui diritti umani e le mosse bellicose di Ankara nelle zone confinanti hanno incrinato i rapporti, dall’altra i legami economici e l’accordo sui rifugiati del 2016 rendono la Turchia un partner imprescindibile. Come mostrano le conclusioni del Consiglio dell’Ue, quando si tratta della Turchia non c’è un percorso facile. Il compito è contemporaneamente gestire le differenze e preservare le aree di cooperazione, che includono le questioni fondamentali del commercio e dei rifugiati. È probabile che la riunione del Consiglio di questa settimana proporrà un linguaggio altrettanto blando. Premesso questo, c’è un aspetto su cui gli europei non possono permettersi di attendere ancora a lungo e cioè portare la Turchia nel Green Deal europeo. La Turchia è tra i principali partner commerciali d’Europa e fisicamente si trova alle porte dell’Europa. Tecnicamente è ancora un paese candidato e, anche se il processo di adesione resta moribondo, l’accordo di libero scambio della Turchia con l’Europa conferisce alle aziende turche un ruolo prezioso nella catena di produzione europea. L’opinione pubblica turca rimane profondamente sensibile alle questioni ambientali e la sua comunità imprenditoriale, un tempo paladina delle riforme dell’UE, ora sta facendo pressioni per la trasformazione verde del paese. Intervistando diversi imprenditori turchi abbiamo notato quanto siano consapevoli che l’attuazione di una proposta europea di un meccanismo di adeguamento delle frontiere del carbonio avrebbe un impatto importante sulla base industriale della Turchia, guidata in parte dalle esportazioni verso l’Europa. Pacatamente le organizzazioni imprenditoriali e la società civile turche hanno cercato di spingere il governo verso un’economia verde più solida e pro-europea. Questo sarebbe positivo per la Turchia e contribuirebbe a mantenere il suo vantaggio competitivo nel mercato europeo. Un dialogo con la Turchia sul Green Deal europeo consentirebbe inoltre all’Europa di avviare nuovamente un dialogo strutturato e regolamentato con la Turchia e di approfondire il suo impegno con la società civile. Questa iniziativa consolida anche la posizione geopolitica dell’Europa. L’UE sa che deve sviluppare una forma di leadership europea sul clima che integri la proposta dell’amministrazione Biden ma sia distinta. Con la Turchia nell’equazione climatica gli europei possono fare un passo verso la soddisfazione delle proprie esigenze energetiche future, dare un contributo importante nell’affrontare la sfida climatica nel Medio Oriente e nel Nord Africa e migliorare le credenziali dell’UE di attore autonomo e strategico nella questione climatica. La Turchia si è mossa più tardi degli altri nell’azione per il clima. Pur avendo firmato gli accordi di Parigi, Ankara non ha ratificato l’accordo. Negli ultimi anni il governo turco ha anche fatto marcia indietro su alcune delle normative ambientali che facevano parte dell’accordo di unione doganale della Turchia con l’UE. Poiché l’accordo sull’unione doganale della Turchia del 1996 ha assolutamente bisogno di essere modernizzato, il vero oggetto di questo dibattito dovrebbe essere su come accordarlo a un possibile pacchetto legislativo sul Green Deal europeo, compresi i parametri di riferimento per ridurre l’impronta di carbonio della produzione industriale della Turchia. E poi c’è sempre la questione dei diritti umani: parlare con la Turchia diminuirebbe nella sostanza l’importanza dell’agenda democratica europea nei confronti della Turchia, premiando, di fatto, il regime di Erdogan con le sue violazioni dei diritti umani? L’azione per il clima e i diritti umani viaggiano su binari separati e l’azione per il clima non dovrebbe essere l’area in cui l’UE fissa dei parametri nelle sue relazioni con la Turchia. Gli europei hanno ragione a richiamare la Turchia per la sua regressione democratica e ad esigere un’azione. Ma questa conversazione dovrebbe essere inserita nel processo politico, nelle decisioni del Consiglio d’Europa e nel dialogo agli alti livelli dell’UE. Iniziare una conversazione strutturata sul clima con la Turchia non migliora, né sminuisce la democrazia turca. Offre semplicemente all’Europa l’opportunità di dare vita a una leadership sul clima nella sua area. E si spera che attiri anche la società civile turca pro-europea in una più ampia conversazione sul clima. Alla fine qualsiasi accordo tra Turchia e Ue dovrà essere ratificato dal Parlamento europeo, dove saranno imposti i criteri sui diritti umani. L’allontanamento dell’Europa da un’economia ad alta intensità di carbonio è un interesse condiviso tra Ue e Turchia e non rimane entro il confine europeo. L'integrazione della Turchia nel Green Deal europeo renderebbe l’UE immensamente popolare in Turchia, dove il desiderio di un’azione per il clima è diffuso in tutto lo spettro politico, e creerebbe una nuova situazione per guidare una relazione difficile. Non può allentare tutte le altre tensioni esistenti. Tuttavia, se entrambe le parti adottano un approccio costruttivo, l’atmosfera potrebbe cambiare e forse ispirare sviluppi positivi in ​​altri aspetti della loro relazione.   © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediAsli Aydintasbas Asli Aydintasbas è senior policy fellow allo European Council on Foreign Relations, è esperta di politica estera turca ed è coautrice del dossier "How the European Green Deal can save the EU’s relationship with Turkey"

Elon Musk accusa Google: «Censura le ricerche su Trump»Sì, in Bridgerton c'è anche una prospettiva storica

Comincia il Pardo: per attori e registi è sempre un... Belvedere

L'industria elvetica degli orologi e la sua marcia a buona velocitàDelta sospende i voli con Tel Aviv fino alla fine di agosto

Cupra Leon e Formentor ridisegnate con audaciaRoberto Rolfo: «I miei fantastici 44 anni»

Peugeot e-2008, look moderno e linee dinamiche

Precipita un deltaplano nel Comasco, un morto e un feritoRoberto Rolfo: «I miei fantastici 44 anni»

Ryan Reynold
Il futuro della pizza a New York? È elettricoSì, i soldi fanno la felicitàPioggia di medaglie per i ticinesi del footbalino

MACD

  1. avatarBeat Jans: «Il Pardo un regalo che Locarno fa alla Svizzera ogni anno»ETF

    Alpinista italiano muore sul CervinoLocarno leak: abbiamo scoperto lo Swatch dedicato al PardoProblemi nella ricerca per la nuova funzione AI di GoogleLugano da applausi, ma alla fine Mourinho si salva

    1. UBS «filtra» i clienti facoltosi (e rischiosi) ex Credit Suisse, ma la Finma vuole vederci chiaro

      1. avatarLa prima donna stellata in Svizzera: «Per fare la chef ho dovuto tagliarmi i capelli»trading a breve termine

        «Il vero lusso? La natura e lo spirito ticinese: questo ci rende i primi in Svizzera»

  2. avatariOS 17.6.1 esce a sorpresa per correggere bug importanti | Wired Italiainvestimenti

    Se gli alimenti proteici vanno a rubaNoè Ponti si qualifica per la semifinale dei 200 m delfinoUna Maserati dedicata al vino TignanelloIl volontariato nello sport. Quo Vadis?

  3. avatarNotte di intossicazioni etiliche: una donna è grave a Varese, soccorsi in azione anche a Busto - ilBustese.itETF

    Non c'è più cherosene e allora gli aerei giapponesi rimangono a terraNiente medaglia per Noè Ponti nei 200 m delfinoPassione e affinitàNiente medaglia per Simon Ehammer

Salvini a Sumirago: «Europa negazione della democrazia. Il ritiro di Biden? Io voto per il grande Trump. Malpensa a un grande italiano: solo la sinistra fa polemica sui morti» (VIDEO E FOTO) - ilBustese.it

L'attività fisica potrebbe diventare fiscalmente detraibile dal 730 | Wired ItaliaNessun caso di malattia emorragica epizootica (EHD) in Svizzera*